Complementi d’arredo: sedie e tavolini

LE GENEROSE PRESTAZIONI, LE RIDOTTE DIMENSIONI

Al paragone con altri materiali, risaltano le caratteristiche che hanno fatto del ferro il materiale che simboleggia la forza. Per quanto forgiato in elementi sottili e dotati della grazia di abbellimenti di artistica fattura, conserva la sua sostanziale solidità che dà sicurezza. La si prende con la mano per la barra che sta sopra allo schienale, e la si solleva. Immediatamente ci si rende conto che c’è sostanza, e la si sente: per quanto esili siano le zampe, si percepisce la massa compatta che si manifesta in un peso specifico cospicuo. La sedia in ferro battuto si erge su steli esili, ma non gracili: c’è in essa un’energia proporzionale al peso, che è relativamente maggiore di quel che sarebbe se il materiale fosse altro. Perché gli oggetti in ferro battuto sono fatti per “stare”, non per essere trascinati con disinvolta noncuranza. Il materiale stesso comporta una condizione di protagonismo. L’arredo si compone di elementi che attorniano qualcosa, raffinandolo e rifinendolo: per esempio gli alari che contribuiscono a definire il focolare del camino, e di altri elementi che invece catturano l’attenzione accentrandola, e in tal modo divengono il punto focale dell’ambiente. Sedie e tavoli in ferro battuto appartengono a questa seconda categoria, tra l’altro proprio per via del contrasto che si stabilisce tra l’agilità delle dimensioni e la prestanza dell’oggetto.

Ma, al di là delle caratteristiche prestazionali del ferro, l’aspetto estetico vuol dire molto. Da quando è nata l’arte fabbrile, l’abilità di questa si concentra nel forgiare elementi variamente ricurvi: perché nel profilo a onda si riconosce quanto di più fluido, e quindi etereo, possa ricadere sotto i nostri sensi. E tuttavia col ferro la fluidità resta ingabbiata entro un profilo di plastica cogenza. La seduta accoglie nell’ansa che disegnano i sostegni laterali, i longheroni, le fasciature orizzontali; accoglie nell’elasticità intrinseca alla materia, esaltata dalla tornitura stessa e dalla sapiente misurazione degli spessori. E il ferro non si spezza. Sia conformato in tavoli o sedute, potrà sostenere i pesi più gravosi: potrà inchinarsi, ma non spezzarsi. L’abbinamento con altri materiali lo renderà caldo, sopperendo all’altra caratteristica fisica che gli è propria: la temperatura tendenzialmente bassa. E saprà trovare il proprio posto sia in interni, sia in esterni, quasi indifferente rispetto alle condizioni climatiche: duraturo, sempre disponibile. Il ferro parla il linguaggio della sicurezza – non a caso cancellate o ringhiere sono preferibilmente in ferro – ma nella forgia trova anche l’accento della bellezza. (Progetto: Arch. C. Fassi – Foto: T. Canu – Servizio: M.L. Bonivento) 

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