CHIESAOGGI ISSN 1125-1360 N. 107
DOI: 10.13140/RG.2.2.16922.85445
ABETI Maurizio (IT)
Abstract
La Cattedrale di Canterbury rappresenta uno dei più grandiosi e suggestivi esempi dell’architettura sacra gotica inglese, il cui nome completo è Cattedrale primaziale metropolitana di Nostro Signore Gesù Cristo. Sorge sul luogo della Chiesa eretta da Sant’Agostino al centro delle mura medievali di Canterbury, cittadina situata a sud – est dell’Inghilterra, nella contea del Kent. Acquisì popolarità durante il Medioevo, quando divenne la sede della prima diocesi cristiana della Gran Bretagna. È tutelata dal 1988 dall’Unesco come patrimonio dell’umanità.
1. Origine e fasi costruttive
La Chiesa è il frutto di una serie di edificazioni e ricostruzioni successive: su una prima Chiesa della fine del VII sec., eretta, unitamente al monastero, dal monaco Sant’Agostino, primo Arcivescovo di Canterbury,inviato come missionario dal Papa Gregorio Magno nell’anno 597 per convertire i sassoni, ne venne edificata un’altra in stile anglosassone, la quale fu distrutta da un incendio. La Cattedrale fu ricostruita due volte: dopo l’aggressione dei vichinghi danesi del 1011-1013 (Canterbury fu tra le molte città inglesi devastate e distrutte e la Cattedrale fu data alle fiamme) e più tardi dopo la conquista normanna del 1066, e ricostruita in stile romanico. Nell’anno seguente, a causa di un incendio, l’arcivescovo Lanfranco di Canterbury “o di Pavia” decise la ricostruzione della Cattedrale in stile romanico (prima di venire a Canterbury l’arcivescovo Lanfranco era stato l’abate di Saint-Etienne a Caen, in Normandia, dove aveva curato la ricostruzione della Chiesa abbaziale della quale, alcuni elementi sono facilmente ritrovabili nella Cattedrale di Canterbury). La stessa fu ampliata da Guglielmo I, detto anche Guglielmo il Conquistatore, e consacrata nell’ottobre del 1077. In seguito vi furono molte integrazioni e modifiche all’edificio sacro originale, tanto che oggi di autentico, a parte la cripta romanica costruita intorno al 1098 – 1100, rimangono parte delle vetrate che risalgono al XII sec..
Fondamentale per la storia della Cattedrale di Canterbury è stata l’uccisione di San Tommaso Becket, avvenuta il 29 dicembre 1170, per volontà del re Enrico II. L’assassinio si consumò nella Cattedrale (evento questo che fu fonte di ispirazione letteraria per molti artisti, tra i più noti cito Geoffrey Chaucer con i suoi “Racconti di Canterbury”). L’orrenda notizia si sparse velocemente per tutta l’Europa e la sua fama di santo martire varcò ben presto i confini di Canterbury. Alessandro III la sancì canonizzandolo nel 1173. All’intercessione del nuovo martire si attribuirono molti miracoli e la sua tomba divenne meta di pellegrini cristiani da tutta Europa.
Nel 1174 un incendio danneggiò gravemente la Cattedrale (tranne la cripta che sopravvisse al fuoco), compreso il coro in stile romanico eretto nel 1098 -1130 sopra la cripta e che sopravvisse al fuoco. Della sua ricostruzione, avviata l’anno successivo, fu incaricato l’architetto (mastro-muratore) francese Guglielmo di Sens, deciso a riedificare interamente l’edificio nello stile Early English gotico[1] (Gotico primitivo inglese), molto diffuso in Francia, con soluzioni architettoniche e tecniche di grande bellezza e originalità: per accelerare la costruzione della Cattedrale di Canterbury, realizzo attrezzi ingegnosi per il trasporto e il sollevamento dei materiali edilizi necessari alla fabbrica. Pioniere di questo stile gotico, realizzò (con archi a sesto acuto, costoloni e archi rampanti) il coro, l’abside e, infine, i contrafforti esterni.
Alla morte tragica di Guglielmo di Sens, caduto da un’impalcatura da un’altezza di circa quindici metri, i lavori furono portati avanti dall’architetto inglese William the Englishman che edificò, all’estremità orientale della Cattedrale, la cappella della Trinità (Trinity chapel) e quella della Corona. La cappella della Trinità, costruita appositamente per custodire le reliquie di San Tommaso Bechet, che era stato originariamente sepolto nella cripta, fu distrutta e depredata per ordine di Enrico VIII nel 1538, il quale si dichiaro capo della Chiesa d’Inghilterra. Lo spazio di venerazione fu lasciato vuoto e, oggi, una grossa candela bianca brucia al centro della cappella. I lavori di edificazione furono completati nel 1184.
Tra il 1391 e il 1414, grazie all’impegno del priore della Cattedrale di Canterbury, Thomas Chillenden, esotto la direzione dell’architetto Henry Yevelev, fu ricostruita la navata principale, il transetto sud e il chiostro in Perpendicolar style[2] (gotico perpendicolare inglese). Yevelev morì nel 1400 ma i lavori furono portati a termine dal suo apprendista, Stephen Lote, mentre la grande torre campanaria centrale (Bell Harry Tower), anch’essa in style Perpendicolar, fu demolita e ricostruita sull’incrocio del braccio occidentale -transetto sud- e la navata principale con una altezza di 76 metri, tra il 1494 e il 1505, dall’architetto inglese John Wastell, che ne fu il capomastro.
La torre e il portico gotico d’ingresso (Christ Church Gate) della facciata principale, all’estremità sud – ovest della Cattedrale, furono realizzate nel 1413 – 1434 da Thomas Mapilton e nel 1455 – 1459 Richard Beke eresse la torre nord-ovest.
La Cattedrale fu decisamente distrutta durante la guerra civile inglese del 1640 (i Puritani frantumarono molte delle vetrate originali) e si resero necessari molti anni per restaurare l’intera struttura architettonica, i cui lavori terminarono nel 1704.
Intorno al 1834 la torretta di nord-ovest della facciata principale divenne pericolante e venne demolita e ricostruita come copia della torre di sud-ovest, caratterizzando la facciata con un’immagine simmetrica, e successivamente, nel 1862, l’ingresso principale fu restaurato da Theodore Plyffers, installando le statue dei più importanti arcivescovi di Canterbury.
La città di Canterbury, alla fine della seconda guerra mondiale, uscì pesantemente danneggiata dalle azioni belliche, mentre per la Cattedrale non si evidenziarono significativi danni tranne per la sua Biblioteca[3] che venne completamente distrutta dai bombardamenti, ma, efficacemente ricostruita.
2. Caratteristiche architettoniche
Può essere considerata il prototipo della fusione tra due stili architettonici, quello francese – normanno (parte orientale dove prevale lo stile romanico con archi a tutto sesto, archi ciechi e superfici ruvide) e quello inglese (la parte occidentale in stile gotico con numerosi archi ogivali e pinnacoli). L’esterno della Cattedrale di Canterbury, in parte costruita in pietra di Caen, che emana una luce giallo – crema (pietra calcare estratta in Francia nord – occidentale, vicino la città di Caen), impressiona immediatamente per le sue dimensioni, ma gratifica anche di più per la presenza dei sui dettagli.
La facciata principale, di enormi dimensioni in larghezza tale da non lasciar comprendere la ripartizione interna, è orientata verso ovest e si presenta chiusa tra da due alte e robuste torri gemelle di 40 metri di altezza in stile gotico che incastrano una grande vetrata di vetri colorati trecenteschi. Le stesse sono scandite da quattro robusti contrafforti, che scalano in alto e che ne accentuano lo slancio verticale, ed inglobano due vetrate di dimensioni minore rispetto a quella centrale. Al centro della facciata si trova il portale d’ingresso ad arco a sesto acuto (Christ church Gate), che non lascia intuire la suddivisione interna.
Il suggestivo e articolato interno della Cattedrale si sviluppa da una pianta a tre navate a doppia croce e doppio transetto, lunga complessivamente 168 metri. La sua movimentata suddivisione è composta: dalla navata principale tripartitica che misura 56 metri di lunghezza, 22 metri di larghezza e raggiunge i 24 metri di altezza, superando decisamente le navatelle laterali. Sulle pareti laterali si aprono 16 grandi vetrate che la illuminano, mentre sul lato ovest (ingresso principale) è ubicata una grande finestra, composta da vetrate che raffigurano la moltitudine di persone del Vecchio Testamento.
La sua composizione architettonica, in stile gotico perpendicolare, ne esalta l’altezza e i sui pilastri cruciformi sembrano che perdono del tutto la propria funzionestatica per ricercare effetti virtuosistici che si irradiano esaltando le belle volte a raggiera della copertura.
La sua composizione architettonica, in stile gotico perpendicolare, ne esalta l’altezza e i sui pilastri cruciformi sembrano che perdono del tutto la propria funzione statica per ricercare effetti virtuosistici che si irradiano esaltando le belle volte a raggiera della copertura.
Al termine della navata si trova un primo transetto anticipato da una scalinata e coronato dalla grande torre centrale. Qui, viene collocato l’altare per le celebrazioni eucaristiche da ufficiare nella navata principale. Prima di oltrepassare il transetto, troviamo uno schermo in pietra (pulpitum) fastosamente scolpito, costruito da Richard Beke nel 1455, che divide la navata dal coro. In esso sono collezionate sei sculture di statue reali. Di seguito troviamo il coro gotico, di larghezza 47 metri, lunghezza 55 metri metri e altezza 22 metri, coperto da bellissime volte a crociera costolonate, contrafforti, archi dell’arcata a sesto acuto e colonne in marmo purbeck[4].
Nel suo prolungamento troviamo l’area presbiteriale, quest’ultima situata nel mezzo del secondo transetto (più grande del primo e con due cappelle semicircolari su ogni braccio), dove è collocato l’altare maggiore, e alle sue spalle si trova la cattedra di Sant’Agostino, trono in marmo del XIII° sec., destinato alla consacrazione degli arcivescovi.
Il livello del pavimento marmoreo della parte orientale del coro è più elevato di due scalinate rispetto al resto della costruzione sacra e si integra con una grande abside, la cappella ellittica della Trinità con colonne di marmo purbeck. Edificata intenzionalmente per il santuario di San Tommaso Becket, e demolita, come in avanti scritto, nel 1538 per decisione di Enrico VIII.
Questa cappella è aggirata da un deambulatorio, caratterizzato da otto finestre in vetro colorato medievale originale raffiguranti il martirio del Santo – la prima a nord – e i miracoli da lui operati. Il deambulatorio contiene, al suo interno, anche le tombe di alcuni arcivescovi e re: osservabili sono le tombe di re Enrico IV (morto nel 1413) e il Principe Nero (morto nel 1376).
Alla fine del corpo orientale della Cattedrale troviamo la cappella rotonda della Corona (chiamata così perché un tempo custodiva la reliquia della testa di San Tommaso) che si apre sulla cappella della Trinità ed è contraddistinta da cinque finestre ogivali alte. Qui, ci sono due finestre, realizzate in vetro istoriato, risalenti al 1200 – 1207, che sono sopravvissute agli eventi iconoclastici della Riforma e puritanesimo e poi ai bombardamenti tedeschi della seconda guerra mondiale: l’Albero di Jesse e la Finestra Redemption.
Dall’Albero di Jesse troviamo solo due pannelli, raffiguranti re Josias e la Vergine Maria, e vengono visualizzati nella finestra a nord-est.
Nella finestra Redemption, finestra centrale della cappella della Corona, sono raffigurate la crocifissione, l’unzione del corpo e la risurrezione di Cristo e scene dell’Antico e del Nuovo Testamento.
Sulla fiancata nord della navata principale in aderenza scopriamo il grande chiostro gotico ad aria quadrata, magnifico sia dall’ottica architettonica con le sue volte a volte a raggiera, i suoi passaggi ad arco a sesto acuto e i sedili dei monaci, sul lato esterno del chiostro, che da quella della decorazione, con le sue belle sculture di scudi araldici, i suoi graffiti sui muri caratterizzati da simboli e schemi di molte epoche del passato. Da qui, è possibile accedere ai principali locali monastici.
Infine, la cripta medievale del XI secolo che è la parte della fabbrica sacra più antica esistente e si trova nell’estremità orientale della Cattedrale.
La cripta “orientale”, la cui pianta riproduce perfettamente quella della cappella della Trinità soprastante, compreso le cappelle semicircolari collegate, tra cui la cappella del sepolcro del Santo, sottostante a quella della Corona, è in stile romanico e presenta massicce colonne in pietra di Caen, volte a crociera costolonate (quella centrale è sostenuta da un unica colonna posta al centro) e passaggi ad archi a sesto acuto. Si presenta più ricca di luce ma più austera nella decorazione rispetto a quella “occidentale”, la quale, al contrario, sempre con tecnica costruttiva romanica, presenta colonne intarsiate a intrecci vegetali e con vari capitelli ornati da sculture di figure umane e animali.
Significato complessivo
Circostanza unica nello scenario inglese, la Cattedrale di Canterbury conserva una totale originalità e una caratteristica propria che sono evidenziate nella sua edificazione dalle diverse espressioni architettoniche e i diversi linguaggi allora diffusi in Europa, secondo una visione realmente «internazionale» dell’architettura e dell’espressione artistica.
Un ruolo determinante è svolto dalla luce e quindi dalle straordinarie vetrate che rappresentano la collezione più importante e ricca della Gran Bretagna. Giunte fino noi quasi intatte, a ciò ha concorso anche l’attenta opera di conservazione svolta durante la seconda guerra mondiale quando, per evitare i possibili danni dovuti ai bombardamenti nemici, furono smontate e portate in luogo sicuro.
Nelle vetrate la qualità della luce cambia di continuo inondando di luminosità policroma l’interno della Cattedrale e diventando, non più, solo una manifestazione d’irradiazione luminosa ma la parte costitutiva dello spazio; un elemento architettonico costruttivo capace di organizzare e temprare il “vuoto” dell’edificio-religioso evocando la presenza del divino nello spazio sacro.
Note
[1] Early English Gothic (c. 1180 – 1275). Benché le chiese siano esternamente allungate, appaiono sviluppate più in senso orizzontale che verticale. La pianta presenta la tipica sequenza spaziale inglese: aula, coro longitudinale, retrocoro, transetto principale occidentale, transetto secondario orientale. I transetti presentano in genere un’estensione ampia conclusa da pareti frontali dritte, una composizione asimmetrica e vestiboli ai lati dell’aula.
[2] Perpendicular Style (c. 1350-1520). Il Perpendicular Style caratterizza fortemente il periodo tardo-gotico anglosassone. Il nome deriva dall’accentuazione in senso verticale dell’apparato decorativo (guglie e pinnacoli). Inoltre scompare la suddivisione in campate e si moltiplicano le nervature senza la funzione strutturale (volta a ventaglio).
[3] La biblioteca della Cattedrale ha una collezione di circa 30.000 libri e opuscoli stampati prima del XX° sec. e circa 20.000 libri successivi. Patrimonio della biblioteca sono compresi nel catalogo on-line della biblioteca della University of Kent.
[4] Un marmo proveniente dall’isola di Purbeck, situata nella contea del Dorset che è circoscritta su una penisola della Manica sud – occidentale dell’Inghilterra.
Abeti Maurizio
Graduate in architecture
Independent researcher
Via Sotto Ten. Gaetano Corrado n. 29 - 83100 Avellino (Italy)
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