Presentato a Milano il Volume I dei Canti di Leopardi
DOMANDE E RISPOSTE SUL SENSO DELLA VITA
Nel bicentenario de “L’Infinito” presentato alla Biblioteca Nazionale Braidense, nella maestosa sala Maria Teresa, il Volume I dei Canti di Giacomo Leopardi (editore Guanda) a cura di Luigi Blasucci con la partecipazione dell’assessore comunale alla Cultura di Milano Filippo Del Corno, dell’editorialista e saggista Armando Torno, del direttore della Biblioteca Mariella Goffredo, del direttore editoriale di Guanda Luigi Brioschi, del direttore della collana della Fondazione Pietro Bembo Alfredo Stussi, della coordinatrice della collana, Barbara Colli.
Presentatore Christian Genetelli, docente svizzero e componente del Centro Nazionale Studi Leopardiani. Anna Nogara, attrice milanese (Piccolo Teatro) ha letto alcuni brani dell’opera leopardiana (Alla luna, Il passero solitario, L’infinito). Tra il folto pubblico di estimatori e di cultori presenti il presidente di Assoedilizia e di Amici di Milano Achille Colombo Clerici.
E’ un periodo di grande riscoperta del poeta, scrittore e filosofo di Recanati, dove è nato nel 1798 (allora nello Stato Pontificio) da una famiglia nobile, ma in decadenza.
L’attualità di Giacomo Leopardi è continuamente riconfermata dall’attenzione di un pubblico internazionale ed espressa in diverse forme; dal successo del film Il giovane favoloso (Italia, 2014) del regista Mario Martone, ai numerosi convegni di studi, alle ristampe e nuove edizioni delle sue opere, alle nuove traduzione in lingue estere, ai moltissimi saggi, in volume o su riviste.
Dall’Ultimo canto di Saffo alla canzone Alla sua donna, dal Passero solitario all’Infinito (di cui il 2019 celebra il 200° compleanno letterario: il centenario non venne celebrato), questo primo volume leopardiano rinnova, entro un contesto storico-culturale segnato dal felice riconoscimento di un Leopardi pensatore, la mai sopita vitalità poetica dei Canti. Uno dei dati caratterizzanti dell’annesso commento è la valorizzazione dell’intera tradizione esegetica, a cominciare dai suoi ‘padri fondatori’ (tra i quali primeggia l’ancora imprescindibile Straccali) sino agli ultimi notabili interpreti. Alcune loro soluzioni, via via richiamate nel corso dell’annotazione, convivono vitalmente e si fondono con le nuove acquisizioni. Tra le quali si segnalano, in particolare, le note concernenti il settore delle correzioni e delle varianti, sistematicamente perlustrato; nonché le indicazioni riconducibili al capitolo dell’intertestualità, già folto di per sé, ma arricchito da altri richiami (ivi incluse le numerose auto-riprese dai puerilia e dalle traduzioni giovanili): il tutto, comunque, passato al vaglio di un’”attendibilità leopardiana”, contro l’uso indiscriminato e recente delle concordanze elettroniche. Il duplice carattere, rivalutativo e innovativo, sottolineato per la parte annotatoria, si riflette negli stessi ‘cappelli’ introduttivi, vere e proprie reinterpretazioni dei vari testi poetici, in consonanza con le importanti risultanze della recente letteratura leopardiana; ma non ignare, a loro volta, degli apporti di un’imponente trafila critica, a partire dal grande De Sanctis.
Interessante il rapporto fra Leopardi e Milano. Rapporto di grande importanza nella biografia di Leopardi, che a Milano ha trovato contatti con intellettuali, editori, riviste; possibilità di collaborare e pubblicare; incoraggiamento e stimoli per la sua opera.
Sebbene poi il contatto fisico fra Leopardi e Milano si sia concretizzato solo in un breve soggiorno fra agosto e settembre del 1825 (risiedendo in un palazzo dell’attuale via Tommaso Grossi) e non sia stato felice (Leopardi non si trovò a suo agio e quasi fuggi’ da Milano, trovandola rumorosa e caotica ), la collaborazione dello scrittore marchigiano con l’editore milanese Antonio Fortunato Stella durò a lungo.
A Milano, nel 1827, uscì la prima edizione delle Operette morali, considerate da molti storici della letteratura italiana il libro in prosa più importante dell’Ottocento, insieme ai Promessi sposi di Manzoni. I due libri, entrambi editi a Milano, rappresentano i due modelli principali della prosa letteraria italiana del secolo XIX.