Ascendenti emozioni

Quando la scala è al centro del progetto.

Un rapido cambio di ambiente e di luminosità, un’inattesa apertura su doppia altezza, nuove e inaspettate visuali, un incontro improvviso: sono alcune delle emozioni che i progettisti sono consapevoli di poter provocare concependo una
scala secondo determinati canoni e contestualizzandola in un determinato ambiente, interno o esterno. Perché da sempre la progettazione e la costruzione di una scala sono tra i temi e le sfide più affascinanti dell’architettura. Spesso significa instaurare un senso di collegamento tra gli spazi, conferire priorità, portare in primo piano o sfocare gli ambienti, inventare utilità spaziali inconsuete. Forse la nostra esperienza quotidiana di frequentatori di scale non lascia spazio a certe riflessioni viste le alternative che proliferano negli edifici moderni; pensiamo a rampe e ascensori, ad esempio. E vista la severità delle norme di sicurezza e accessibilità che spingono la scala a farsi spazio di servizio
invece che centro e cuore di un edificio. Viene in mente la mostra "Réquiem per l’escala", curata da Oscar Tusquets tenutasi 5 anni fa presso il Centre de Cultura Contemporánia de Barcelona: proponeva ai visitatori di riscoprire le sensazioni che in questo contesto stiamo cercando di evocare. E in tale mostra nel presentare vari e, oggi per noi, sorprendenti modelli, le loro curiosissime differenze formali e spaziali potevano essere percepite persino "muscolarmente"! Infatti la percezione di una scala quale elemento strutturale di un progetto architettonico possiede
un livello di percettibilità in più rispetto a pareti, soffitti, pavimenti, porte, finestrature o pilastri e travi a vista. Oltre quella della funzione intrinseca o acquisita, quella visiva (come risulta l’elemento nel contesto e come risulta ciò che è godibile dal punto di vista che quell’elemento traccia), oltre quella tattile (è percepibile anche la morbidezza o la durezza di un qualsiasi elemento architettonico), per le scale esiste una percezione muscolare appunto che ne definisce la natura della percorribilità, dell’utilizzo, tanto da rischiare, ad esempio, di risultare elemento discriminante nei confronti di portatori di handicap.

1. La scala curva che sovrasta la zona della cucina è in vetro con struttura in acciaio saldata al muro e cavetti sempre in acciaio. In questo modo la scala risulta stabile e autoportante. GM Design
2. La scala progettata dall’arch. Federico Delrosso è un turbine di acciaio che crea un moto dinamico verso l’alto riuscendo a collegare un interno ottocentesco a una nuova fonte di luce inventata nel soffitto.
3. Questa scala a chiocciola collega la zona notte al soggiorno sottostante. In ferro trafilato, con gradini in vetro visarm, color bianco latte.

Tradizioni e design contemporaneo

A perpetuare il valore storico di un elemento come la scala, riescono quelle realtà aziendali che, nonostante la crescita commerciale, conservano una matrice artigianale. Fratelli Guerra è oramai considerata leader nel suo settore per l’originalità dei suoi prodotti. In realtà non solo scale! Esperti nella lavorazione dei metalli hanno approcciato nel corso degli anni tecniche sempre più innovative e rivolto l’attenzione alle nuove tendenze del design. Accanto ad una produzione moderna resta l’anima di un’azienda specializzata nella lavorazione del ferro battuto, nel restauro e nella riproduzione di pezzi antichi.

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