La Chiesa non solo è espressione di vita, qualcosa che nasce dalla vita, ma è una vita. Una vita che ci raggiunge da molti secoli a noi precedenti. Chi si accinga a verificare una propria opinione sulla Chiesa deve tener presente che per l’intelligenza reale di una vita come la Chiesa occorre adeguata convivenza…. La Chiesa è «vita» religiosa. Così scrive Mons. Luigi Giussani nel suo recente volume "Perché la Chiesa". Sono considerazioni che ispirano una riflessione che, partendo dal livello ecclesiologico, investa anche l’architettura della chiesa, in tutte le sue articolazioni. Dalla progettazione al restauro. Nel concetto di convivenza è implicito un percorso che attraversa la storia e attiene ai costumi, alle particolarità delle usanze locali, all’evolversi della liturgia, come anche agli uomini che concretamente
Elemento cardine è questa contemporaneità dell’evento: la sua reale attualità. Quando noi architetti pensiamo al "restauro", andiamo alla ricerca della autenticità che l’architettura ha accumulato nella sua storia.Ma è sempre qualcosa di passato, che il presente vuole mantenere così come è venuto a essere cinquanta, cento, trecento anni or sono. Nei suoi duemila anni di storia, la Chiesa ha dato vita alle architetture più preziose, che tutti ammirano. Ma oggi l’annuncio è ancora vivo e fertile. E l’altare è una mensa attorno alla quale si raccoglie il popolo di Dio per celebrare insieme col presbitero.Quella mensa è luogo dell’evento nel momento della celebrazione e simbolo dell’evento al di fuori della celebrazione. In ogni caso il fulcro per il quale la chiesa è viva, per quanto antichi siano i suoi muri, e non museo di sé stessa. Ecco che quando si interviene su una chiesa due sono le operazioni che si compiono: una è quella di restaurare un edificio che è involucro – il vestito – della celebrazione. L’altra è quella di adeguare quel luogo alla celebrazione viva per la Chiesa dell’oggi. Da questa duplicità nascono a volte incomprensioni dettate dal contrastante impegno: di conservare il passato da un lato, dall’altro di innovare per adeguare al rito dei nostri giorni. Ma la Chiesa ha autorevolmente ragionato su questi aspetti e pubblicato documenti che chiunque voglia porre mano a una chiesa deve conoscere, tra i quali si segnalano le Note Pastorali della Conferenza Episcopale Italiana: "L’adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica" e "La progettazione di nuove chiese". La prima del 1996, la seconda del 1993 (entrambe sono pubblicate su CHIESA OGGI architettura e comunicazione n. 22 del 1996). In questi anni sono stati aperti diversi corsi di specializzazione sull’architettura ecclesiastica: ne diamo informazione sull’allegato della nostra rivista, MASTER, diretto dal Rev. Prof. Carlo Chenis. Intervenire o progettare lo spazio per la comunità celebrante è cosa che richiede grande sensibilità e cognizione di causa. L’interdisciplinarietà è sempre stata l’obiettivo della nostra rivista, il cui scopo è rendere conto della complessità delle operazioni che riguardano la chiesa.Dal rilievo fotografico (di cui diamo conto a pag. 58), al restauro (quello della Basilica di Superga, che presentiamo a pag. 51, è di eccezionale valore storico, architettonico e paesaggistico), alla difesa dai furti e dall’ingiuria del tempo, all’analisi delle cause del degrado, all’adeguata progettazione di nuove chiese. I nostri lettori sanno che il percorso per intervenire sulla chiesa è complesso. Ma, con una buona formazione e informazione, è praticabile garantendo che l’edificio della chiesa, rivolto com’è all’eterno, viva nell’attualità. Giuseppe Maria Jonghi Lavarini ARCHITETTURA E COMUNICAZIONE PER IL DIALOGO CULTURALE Il rafforzamento del dialogo culturale e della reciproca conoscenza: questo l’obiettivo dell’incontro tra i Ministri della
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