Amore e decorazione

Gennaio , è finito il  mese delle feste, dello sguardo a ritroso per quello che abbiamo fatto, delle nostalgie, delle soddisfazioni come carica di speranze e di ottimismo (ce ne vuole) per l’anno nuovo.

 

Dicembre si è chiuso , il  mese degli incontri, degli scambi d’auguri nelle reciproche case d’amici, scambi d’affettuosità rinnovate o ritrovate: per meglio esprimere i propri sentimenti di gioia , edegli auguri di ottimismo per i giorni che verranno.

 

FELICITA’

 

Salta all’occhio che ognuno di noi, a seconda delle proprie vocazioni estetiche e culturali, utilizza in ogni caso, anche se in modo particolare, la “decorazione”.

 

Decorazione intesa come mezzo per vivere in modo festoso la propria “felicità” nella propria casa.

 

 

Allora è lecito chiedersi, perché la decorazione ci rende felici?

 

In che misura e con quali “dosi” è somministrata (dai designer, dagli addetti della comunicazione, dai produttori di oggetti e arredi) e qual è il “fabbisogno” dell”utente”?

 

Abbiamo assistito in questi ultimi anni e forse ultimi mesi (anche in relazione al crollo di certezze e di alcuni ideali) ad una maggiore attenzione al proprio io: si badi bene Io come interiorità, basato su valori reali, ovvero l”essere” e non l”apparire”, matrice del desueto e grazie a Dio ormai defunto yuppismo.

 

 Questo lo che si manifesta nel circondarsi, nel nostro spazio protettivo – la casa -, degli oggetti che più amiamo e dai quali vogliamo altrettanto amore e tenerezza, che ci ispirino simpatia e nel contempo “certezza”. Mi sono accorta che gli oggetti ricercati con entusiasmo dai nostri lettori sia giovani che più cresciuti, appartengono all’antiquariato, in cui ci sono occasioni e sorprese, o sono prodotti che, se pur attuali, riportano i “segni” della nostra migliore tradizione

 

TRADIZIONE ITALIANA

 

La nostra tradizione italiana è riconosciuta la migliore nel mondo perché si è contraddistinta oltre che nell’Arte (pittura scultura e architettura) anche nell’arte minore (ma è minore?), quella decorativa: l’ebanisteria, la ceramica, la vetreria, la smaltatura, la tappezzeria, la cesellatura, i tessuti, la gioielleria, mobili e oggetti, insomma, del nostro scenario passato.

 

 Quindi si ricorre a questi elementi di decorazione perché ci danno fondamentalmente due tipi di “certezza”: una di un “valore” storico consolidato, l’altra, la più importante, di valori affettivi reciproci molto forti.

C’è uno scambio di amore, con grande libertà in senso biunivoco, fatto di differenze e individualità, oggetti sia grandi che piccoli che, “generosi” attraverso la loro decorazione individuale, ci danno entusiasmo e quindi amore. Oggi il design deve rinnovarsi per procurare questo entusiasmo che non procura più; il “design italiano” era, e per inerzia lo è ancora, riconosciuto il migliore nel mondo, per questo: suscitava entusiasmi, amore, collezioni e quindi certezze.

 

DESIGN OMOGENIZZATO

 

 Oggi nel “top” del consumismo siamo coscienti che la politica del più consumare, dell’oggetto asettico e solo funzionale che porta ad un numero dannoso di manufatti “usa e getta”, non solo non ci rende felici, ma tremendamente infelici per l’ambiente che dà tragici segnali di saturazione ecologica oltre che di tristezza estetica. Il design oggi è tutto uguale, è un “design omogeneizzato”. Alcuni designer, i più attenti e creativi, si sono però accorti che occorre fare oggetti d’amore che danno amore e che, con individualità, creino rapporti amichevoli; una produzione non più “usa e getta” che inquina ambiente e gusto estetico, ma oggetti da conservare e collezionare.

 

STILI EMOZIONALI

 

 Si parlerà o non si parlerà di nuovi stili, di post moderno, di stili emozionali (nella mia tesi di laurea, fine anni ’60, avevo definito “Lari emozionali” alcuni oggetti nella casa che sono molto amati e che connotano inequivocabilmente la personalità di chi ci abita), nuovo decò, rinascimento, nuovo classicismo, romanticismo, ismo, ismi…: l’importante è che il nostro ambiente industriale se ne accorga per tempo, lo capisca e lo faccia proprio con personalità, valore e fantasia.

 La decorazione è un bisogno fondamentale, rispecchia la cultura e la società in cui viene espressa, crea rapporti amichevoli, è un segno della Civiltà.

 

E curioso e intrigante leggere la definizione linguistica in un

dizionario enciclopedico di inizio secolo: DECORAZIONE (term. militare) segno di distinzione accordato per imprese belliche o speciali meriti civili.., l’abuso n’è punito dalla legge penale quale usurpazione di onorificenze titoli e dignità. DECORO (term. spirit.) sentimento della dignità personale strettamente legato al concetto di onore; nella civiltà latina era l’aspetto esterno della vita morale, la bellezza dell’azione ammirevole e gloriosa; oggi denota una condotta esteriore conforme alle proprie condizioni sociali ed alle usanze collettive.

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