Le chiese debbono essere aperte per accogliere fedeli, pellegrini, ma anche amanti dell’arte di cui sono spesso custodi. Occorre anche adottare misure per evitare furti, come si è preoccupato di fare un parroco di Reggio Emilia. Un tempo le chiese erano protette dal diffuso timore che chi le avesse violate sarebbe stato oggetto di punizione divina. Oggi non è più così. Rubare in chiesa è facile: si tratti di calici o quadri, vi si trovano molti oggetti che hanno valore nel mercato dell’arte o dell’antiquariato. Lo spiega la Prof. Arch. Jessica Astolfi, coordinatrice del corso executive “Sicurezza (security, safety) e tutela dei beni culturali ed ecclesiastici”, organizzato dal Politecnico di Milano sotto la direzione del Prof. Oliviero Tronconi. Un corso di alta specializzazione che affronta tutte le tematiche: dalla storia dell’arte alla normativa vigente, alla progettazione e gestione degli impianti. “I furti non sono diminuiti. Forse manca Ma gli spetta anche di occuparsi degli edifici e delle opere che contengono, il cui valore non è solo devozionale, ma anche di mercato” specifica la Astolfi. E installare un sistema efficace contro il furto non è poi così difficile. Un tempo si usavano le sbarre alle finestre (sicurezza passiva): oggi oltre a queste si possono collocare sbarramenti invisibili ma non meno efficaci: rivelatori attivi e passivi a raggi infrarossi, telecamere collegate a un monitor le cui immagini sono registrate e conservate per il tempo necessario a individuare che cosa è stato rubato e chi ha compiuto il furto. Dall’alto, chiesa di S. Zenone: sensori sul portone; un rivelatore all’interno della chiesa. Giuseppe Bonacini, dopo aver partecipato a un master due anni fa, ha compiuto il proprio stage presso Assosicurezza (una delle associazioni di settore, insieme a Anie, Anciss, Imq, Cei) e ha svolto la tesi magistrale su due chiese emiliane, S. Stefano e S. Zenone, su richiesta del parroco, Don Fabrizio Crotti, che ha provveduto, secondo quel progetto, a installare gli impianti. I sistemi di rilevamento sono collegati a una centralina posta nella canonica, che serve entrambe le chiese.
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