Riqualificazione dell’area aetropolitana di Città del Guatemala

Il progetto di riqualificazione nasce a seguito di un protocollo di cooperazione internazionale Italia-Guatemala.1 Il percorso di ricerca, in qualità di dottoranda in ‘Riqualificazione e recupero insediativo’ della Facoltà di Architettura ‘Valle Giulia’ dell’Università di Roma ‘La Sapienza’, ha come focus il tema dell’abitare, contemporaneo/temporaneo, la questione emergenza casa, indaga su contesti quali insediamenti informali/aree marginali di esplosioni urbane, per poter seguire una sperimentazione di recupero, risanamento ambientale-urbano, con soluzioni realizzative a basso costo, cercando di confrontare il quadro dei paesi emergenti con quello dei paesi occidentali. A tale proposito, nel 2009 un trimestre di studi è svolto direttamente sul campo, in Centroamerica, al fine di indagare la problematica sia a scala territoriale (ambiente e area urbana), che architettonica (design e tecnologia) con l’intento di ricostruire il quadro della condizione delle politiche e delle tecnologie per l’abitare, nell’AMG (Area Metropolitana di Città del Guatemala), in Guatemala.2
Si prende come referenza un quadro globale, per poter inquadrare il contesto specifico. Le riflessioni sulla condizione dell’abitare, seguono i dati di Mike Davis,3 che offre una dimensione della problematica, del disagio urbano contemporaneo, soprattutto nelle grandi megalopoli.
Tali dati diventano i fondamenti e l’introduzione alle impostazioni del progetto, che si inserisce nell’emergenza urbana mondiale. A parte l’élite dei paesi sviluppati, in cui si concentra ricchezza e benessere, tutti gli altri paesi sono dentro un circuito di povertà e di disagio.
Le questioni su cui aprire il dibattito e il filo conduttore della ricerca scientifica partono dalla riflessione di quale città, società integrazione comunità, margini, spazi collettivi, qualità dell’habitat … case? Quale abitare?
Il Guatemala è un paese il cui territorio è eterogeneo con infinite sfumature di carattere morfologico, fisico, ambientale, sociale e culturale.
Tali fattori incidono, ricadono sul territorio, lo convertono in uno scenario vulnerabile, così che la città cresce dove non deve crescere, soprattutto in zone ad alto rischio. Tutto ciò evidenzia l’urgenza di intervenire, di rispondere attraverso una strategia possibile. La crescita di Città del Guatemala4 è costante, però nell’ultimo anno si è registrata una notevole ascesa. Il limite fisico della città è assorbito dalla macchia urbana; si confondono i confini con le municipalità limitrofe.
Lo sviluppo incontrollato è prodotto da diversi fattori, quali il livello di povertà, il deficit abitativo (legato al fenomemo migratorio dalle aree rurali, che ha inciso in maniera evidente sul sistema di ordinamento territoriale), uno sviluppo disordinato in aree ad alto rischio ubicate in aree senza le reti infrastruttutali di base e servizi, con difficoltà di accesso, basso livello di qualità ambientale e sanitario. In molte situazioni le condizioni minime dell’abitare non esistono.
Gli strumenti urbanistici sono indifferenti a tale fenomeno, la pianificazione urbana è scarsa, mancano linee di riferimento, strumenti di coordinamento a scala territoriale, la scuola urbanistica è carente, il paese è il riflesso di quello che è il suo territorio.

Lo stato urbano dell’AMG consiste sinteticamente nei seguenti dati:
 un milione e mezzo di abitanti in stato di emergenza,
 350 insediamenti informali con crescita del 33%,5
 oltre 100 insediamenti informali si trovano in aree di rischio di forte vulnerabilità e ambientale,
 consumo e occupazione di suolo non adatto per costruire ed abitare,
 aree che diventano luoghi di profonda esclusione sociale, degrado ambientale con gravi effetti di emarginazione, scarsa dignità dell’abitare.Il caso di studio di riferimento è lo slum La Paz, situato nella finca El Sarzal (settore 5): è il secondo insediamento informale per dimensioni del Centroamerica, a sud-ovest, nella Municipalità di Villa Nueva, zona 4, formato nel 1995; provenienza degli abitanti da tutte le aree del paese, i suoli sono proprietà dello Stato. Gli abitanti sono stimati a 5.850, 1.255 lotti (densità di 4 ab./famiglia), la condizione dei servizi è pessima, per le reti  infrastrutturali non sono disponibili il servizio sanitario e il drenaggio fognario, ma l’illuminazione pubblica copre il 75% dei lotti e l’elettricità il 95%, le strade sono in terra battuta.
Per quanto riguarda la condizione abitativa, invece, 1.050 lotti sono legali (sup. tot. a lotti 90.360 mq.), le strutture abitativa sono per 80% in lamiera o materiali riciclati, per il 20% in blocchi prefabbricati, i lotti in aree di rischio sono 75. Le condizioni di degrado urbano ambientale superano ogni immaginario, i rifiuti invadono le strade e le aree in frana, che si aprono nella stagione delle pioggie trascinando case e tutto il resto. L’esigenza è creare uno strumento tecnico-operativo per tale emergenza, un Manuale, per offrire una collaborazione alle impostazioni del progetto, tanto da decidere insieme la linea di sviluppo del lavoro.
Il contesto dell’AMG è la costellazione in cui si colloca il caso di studio, occasione di sperimentazione per procedere secondo tali parole chiave: Politica Urbana/abitare, progetto/comunità, Città/aree informali, tutto sotto il comune denominatore della Sostenibilità ambientale.
Dal caos urbano, il progetto per La Paz serve per ordinare, monitorare lo sviluppo incontrollato delle aree informali, attraverso una visione integrale in tutta l’AMG. La Sostenibilità Urbana/ambientale è sviluppata su tre grandi temi:
 ambiente (rischio),
 socio/economici (povertà urbana),
 infrastruttura/vivienda (qualità dell’abitare).5
Il problema di carattere fortemente dinamico, esige una risposta e una proposta sperimentale flessibile. La segreteria del Governo centrale coordina la parte accademica che offre metodologia e strategia, misurata attraverso la comunità con meccanismi di progettazione partecipata e la municipalità amministra e applica.
Queste sono le premesse per il progetto, con l’auspicio di migliorare le condizioni dell’abitare.
Esperienze che fanno riflettere su realtà che non stanno da un’altra parte del mondo, ma nello stesso a cui tutti apparteniamo …
verso quale futuro urbano stiamo camminando?

Note:
1. I soggetti coinvolti sono l’Università di Roma ‘La Sapienza’, Facoltà di Architettura di
‘Valle Giulia’ e Universidad Rafael Landivar, Dipartimento Indis (Instituto de Investigación
en Diseno, con il team arch. Cecilia Zurita e arch. Mario Mansilla, coordinamento
del direttore Oscar Arce).
2. La popolazione dell’area metropolitana, sistema di municipi conurbani della capitale
Città del Guatemala, rappresenta l’agglomerato urbano più significativo ed è stimata
fra i 2 milioni e 5, 5 milioni di abitanti, in forte crescita, i dati in paesi come questi sono
molto approssimati.
4. Pot Plan de Ordinamento Territorial, del 2009, vedi mappa della crescita dell’AMG dal
1800 – 2010.
5. Estratti da:
– Report curato dall’arch. Cecilia Zurita ‘La situacion de la Vivienda en el area metropolitana de Guatemala’, 2008, Indis URL.
– studi del Ceur Centro Estudios Urbanos y Regionales, 2000, Usac Universidad San
Carlos, Guatemala.
5. A ciascun tema corrisponde un indicatore che permette di ‘misurare’ il livello, le condizioni della realtà dello slum, caso di studio.

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