L’ARCHITETTURA SI FA ANNUNCIO

Ripensare la facciata della chiesa come nuova proposta capace di comunicare ai credenti e ai non credenti il significato del luogo che rappresenta nel mondo contemporaneo. Progettisti ed esperti provenienti da tutta Italia hanno dato vita a un confronto inteso quale passo previo, finalizzato a dare corpo alla nuova iniziativa.

A quasi cinquant’anni dal Concilio Vaticano II, è tempo di riconsiderare come la Chiesa si rivolge alla società contemporanea, attraverso uno dei suoi più efficaci strumenti di comunicazione e evangelizzazione: l’architettura delle chiese. Nell’incontro si sono poste le basi per promuovere e condividere il nuovo Premio Nazionale di Idee di Architettura sulla “facciata”.  Rielaborando quanto contenuto nei due editoriali di questo numero di CHIESA OGGI architettura e comunicazione, il Prof. Manlio Sodi, liturgista, Presidente della Pontificia Accademia di Teologia e l’Arch. Giuseppe Maria Jonghi Lavarini, direttore di CHIESA OGGI, hanno esposto le tematiche riguardanti il ruolo della facciata della chiesa come annuncio e proposta, introduzione e accoglienza, presenza fondante della città; il Prof. Marco Romano, urbanista, ha sintetizzato della chiesa come luogo qualificante dello spazio urbano. La piazza della chiesa – ha spiegato il Prof. Romano – è l’ultima a comparire nella storia, dopo la piazza del mercato e quella antistante il palazzo comunale. Ma da quando si aprono le piazze davanti alle chiese, queste diventano il principale “tema collettivo” della città europea.
Una situazione che oggi purtroppo non si conserva sempre. Vi sono casi eccezionali, quali Monaco di Baviera, dove ancora tutte le chiese dispongono di una piazza antistante che è sia mercato, sia giardino: questo consente di mantenere la condizione di luogo di riferimento urbano.Nella sua prolusione, il Prof. Sodi ha tra l’altro evidenziato il ruolo primario del portone, un elemento dall’alto valore simbolico che incardina il passaggio tra spazio profano e luogo di culto. Riferendosi a questo concetto, l’Arch. Giancarlo Marzorati ha ricordato che la chiesa è luogo intessuto di “percorsi” dei quali il principale riconduce dal portone all’altare e prosegue nell’abside, che con la sua curvatura è epitome di infinitudine. L’Arch. Caterina Parrello, Consulente del Consiglio Nazionale degli Architetti PPC, ha portato i saluti dell’Arch. Massimo Gallione, che nel CNAPPC è il Presidente del Dip. Ordinamento Professionale.
Tra gli altri interventi si segnalano quello dell’Arch. Carlo Capponi, dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Milano, che ha osservato come la facciata mostri anche quanto vi sta dietro: il rito, di cui conserva la memoria agli occhi del passante. Un tema, questo, che l’Arch. Luca Scacchetti ha proposto di visualizzare immaginando una facciata in cristallo che rifletta gli edifici vicini, così da assumerli come parte del proprio spazio, mentre lascia trasparire all’esterno quanto avviene all’interno: una soglia dell’incontro. E l’Arch. Laura Rocca ha riferito che fondamentale è l’intesa del progettista col liturgista e con la comunità: anche per il disegno esterno della chiesa. La facciata non solo rappresenta la comunità, ma anche prepara alla celebrazione.

Da sinistra in prima fila: Prof.ssa Jessica Astolfi, Arch. Guglielmo Toscano, Arch. Tatiana Costa, Prof. Marco Romano e, nella fila  successiva a sinistra Dr. Valerio Maioli. Hanno partecipato anche gli architetti Antonio Monestiroli, Alessandro Suppressa, Tadeusz Katner, Enrico Aiello, Andrea Bella, Marcella Gabbiani, Mita Grioni, Beniamino Rocca, Laura Rocca, Domenico Tripodi, Andrea Livio Volpato, Stefano Gambacciani, Mariateresa Rampi, Luca Scacchetti, Letizia Lionello, Roberta Naggi, Francesco Trisorio, Giampaolo Poddi.*/ Usa il link pro: aggiungi la stringa chiave e vedi le altre foto:
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