2000 anni di Arte e Architettura

Anche la pittura del Cinquecento differisce da quella del Quattrocento, perchè va attenuandosi il senso decorativo e lirico quattrocentesco, mentre prevale un senso più grandioso, sintetico, massiccio, monumentale del classico.
Inoltre, attraverso l’arte del chiaroscuro portata alla perfezione da Leonardo, essa giunge alla spiritualizzazione del crudo verismo scientifico quattrocentesco: non più soltanto anatomia e prospettiva, ma espressione spirituale di stati d’animo.

LEONARDO DA VINCI, in Valdarno (1452-1515)
Genio enciclopedico ed universale (pittore, scultore, disegnatore, musico, scienziato, filosofo, scrittore, ecc.) come i massimi rappresentanti del Rinascimento, egli concepisce la pittura come la regina delle arti («Trattato sulla pittura»).
Leonardo è importantissimo, perchà – mediante l’arte del chiaroscuro, da lui portata alla perfezione – la pittura giunge alla spiritualizzazione del crudo verismo scientifico del ’400: non più soltanto anatomia e prospettiva, ma anche espressione spirituale di stati d’animo, rapporti tra atmosfera e modellato, consistenza delle carni, riflessi di luce, ecc.
Leonardo dà inoltre vita ai seguenti motivi iconografici: disposizione piramidale delle figure, paesaggio fantastico e bizzarro di rocce e di alberi, sorriso enigmatico tra frivolo e beffardo, ecc.

Opere. – Non sono molto numerose, nè tutte compiute, perchè Leonardo era incontentabile, e faceva e rifaceva allo scopo di raggiungere la perfezione che aveva nella mente.
L’attività di Leonardo si può distinguere nei seguenti periodi:
Primo periodo fiorentino (1469-1482), in cui egli frequenta la bottega del Verrocchio, ove conosce il Perugino e il Botticelli.
In questo periodo la sua arte si prospetta come problema prevalentemente scientifico, tecnico, disegnativo (anatomia, prospettiva, ecc.), secondo la tradizione fiorentina del ’400: ma già si affaccia una certa spiritualità e poesia.
Angelo biondo, nel Battesimo di Cristo del Verrocchio, figura poetica e gentile.
Annunciazione (Uffizi), in cui Leonardo è già completo con la sua intensa spiritualità.
Adorazione dei Magi (Uffizi), tavola incompiuta, in cui è superato il verismo fiorentino col trasportare la scena in un bizzarro e vaporoso mondo di sogno (rovine antiche, ecc.), ed in cui l’arte del chiaroscuro fa la sua prima apparizione.
S. Gerolamo (Pinac. Vaticana) altra tavola incompiuta, di un realismo impressionante, in cui appare per la prima volta il bizzarro paesaggio leonardesco di rocce e di alberi, che nella sua tristezza si intona al dolore del santo (senso moderno del paesaggio).
Periodo milanese (1482-1499), il più importante.
Nel 1482 Leonardo abbandona Firenze, ove aveva incontrato poca fortuna per la sua indole misantropica e visionaria, tanto aliena dalla positiva e calcolatrice città; e si reca a Milano, dietro invito di Lodovico il Moro, che cercava un artista per innalzare una statua equestre al padre suo Francesco Sforza (1).
Vergine delle Rocce (Louvre) (2), in cui appare per la prima volta il gruppo piramidale, poi tanto diffuso tra i leonardeschi: nello sfondo il solito paesaggio bizzarro di rocce e di alberi.
Cenacolo (1492-1498), nel Refettorio di S. Maria delle Grazie, capolavoro di Leonardo e di tutta la pittura del ’400 per la sua sublime spiritualità (3).

Esso rivela:
a) varietà di atteggiamenti e di stati d’animo, a differenza dei Cenacoli precedenti (Giotto, Angelico, Castagno, Perugino, ecc.): ogni apostolo è colpito da una intensa diversa emozione.
b) unità armonica della composizione: le figure sono raggruppate tre a tre; il centro della composizione è il volto niestissimo del Cristo nell’atto di pronunciare le parole: «Uno di voi mi tradirà».
In tal modo viene raggiunto il difficile intento di dare unità a una scena disordinata e tormentosa.
Secondo periodo fiorentino, dopo la caduta del Moro (1500-1506).
S. Anna con la Vergine e il Putto (Louvre, cartone a Londra), sempre secondo il motivo piramidale.
Vi appare il tipo della bellezza femminile cara a Leonardo (grandi occhi molli che guardano in giù, enigmatico sorriso), e che da Leonardo passerà ai leonardeschi.

Cartone della battaglia di Anghiari, nella Sala del Papa in S. Maria Novella.
L’affresco fu dipinto in gara con Michelangelo (Battaglia di Cascina), nella Sala del Consiglio di Palazzo Vecchio: ma andò distrutto per opera dello stesso artista, che volle sperimentare la resistenza dei colori alla fiamma, provocandone la fusione.
Il cartone rimastoci è un capolavoro per chiaroscuro e anatomia: la sua influenza è già visibile in Raffaello (Battaglia di Costantino) e in tutti i posteriori quadri di battaglie.
Gioconda (Louvre), ritratto forse di Lisa del Giocondo, il ritratto migliore del Rinascimento per penetrazione psicologica e realizzazione pittorica (1).
Con esso vien rotta la tradizione ritrattistica fiorentina, che poneva le figure di profilo, serene, su fondo generalmente scuro: abbiamo invece una figura a mezzo busto, piegata sul fianco, sorriso enigmatico e sognatore che dà un senso di straordinaria spiritualità al volto, e il solito sfondo bizzarro di rocce e di alberi che nella sua tristezza bene si intona col misterioso sorriso e col carattere sognatore di Leonardo.

Dama dell’ermellino (Cecilia Gallerani?)
1490 circa
Olio su tavola; cm. 54,8×40,3Cracovia, Czartoryski Muzeum
Leonardo da Vinci : Madonna col Bambino
(Madonna del garofano)
1474-1478 circa
olio su tavola; 62 x 47.5
Monaco di Baviera, Alte Pinakothek
Disegni scientifici e fantastici, a penna, a matita, a sanguigno, conservati in gran parte nel Castello di Windsor e all’Ambrosiana

Periodo della vita errabonda, specialmente in Francia presso Francesco I (1506 – sino alla morte).
La Leda, oggi perduta (copia nella Collezione Spiridon a Roma).
S. Giovannino (Louvre), ultima opera di Leonardo, capolavoro del chiaroscuro, in cui è in germe l’arte del Correggio e in genere della pittura lombarda.
Di Leonardo abbiamo inoltre numerosissimi disegni scientifici e fantastici, a penna, a matita, a sanguigno, conservati in gran parte nel Castello di Windsor e all’Ambrosiana, e ora raccolti nel Codice Atlantico (cosiddetto per l’universalità dello scibile da esso trattato); e il bellissimo Autoritratto a sanguigna, nella Biblioteca reale di Torino (1).

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1 Il modello in creta stette per qualche tempo nel cortile del Castello Sforzesco, ma andò poi distrutto durante l’invasione francese di Luigi XII. Ci rimangono alcuni disegni, in cui è evidente il superamento dei Colleoni verrocchiesco per l’ardito senso del movimento.
2 Una copia di Ambrogio Preda, con lievi varianti, si trova nella Galleria Nazionale di Londra.
3 Esso andò rapidamente deperendo, sia per l’incerta tecnica usata da Leonardo (misto di tempera e di olio su muro), sia per l’umidità e 1e vicissitudini dell’ambiente, adibito perfino a stalla. Vi rimediò in parte il Cavenaghi (1908). così felicemente da meritare la nota esaltazione di D’Annunzio.
1 Narra il Vasari che Leonardo, innamoratosi della donna, la circondasse di buffoni e suonatori, durante le pose, per illuminarne il volto melanconico.
1 Molti sono i quadri di attribuzione leonardesca incerta: tra cui una Annunciazione al Louvre, uno Studio per il volto del Cristo a Brera, una Dama con l’ermellino a Cracovia, la cosiddetta Belle Ferroniére al Louvre, ecc.  

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