Una corona di luce per la Madonnina

Il sistema di guglie e statue della copertura del Duomo con l’illuminazione “di gala”

Nella primavera scorsa è stato completato il nuovo impianto di illuminazione del Duomo di Milano, curato da AEM Spa su progetto dell’Arch. Cinzia Ferrara e dell’Ing. Pietro Palladino, dello studio LED di Milano. Il nuovo impianto è stato studiato tramite simulazioni al computer e definito in armonia con i diversi Enti istituzionali e autorizzativi che presiedono alla conservazione di questo che è il più insigne monumento della città: dalla Veneranda Fabbrica del Duomo al Settore Arredo Urbano del Comune di Milano, dalla Commissione Edilizia alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Milano. 100 giorni di attività e 8000 ore di lavoro – questo l’impegno dell’opera misurato in termini di tempo – hanno permesso che la Cattedrale lombarda disponesse alfine di nuova luce in ogni sua parte. Particolarmente impressionante risulta la parte dell’impianto realizzato sulle guglie, che consente di far risaltare ognuno di questi 135 pinnacoli, al di sopra di ciascuno dei quali si erge una statua. Così anche nella notta il Duomo appare vibrante di luce: una luce che nelle occasioni celebrative assume un’intensità particolare, che ben rappresenta il carattere vigile e intenso della città. Un po’ di storia Il Duomo di Milano non è nuovo a questo genere di operazioni. Il primo esperimento di illuminazione pubblica elettrica in Italia ebbe luogo infatti in Via S. Radegonda, vicina al Duomo, il 18 marzo 1877. Spenti tutti i lampioni a gas, la gente, al buio, vide accendersi un’intensa luce che da una torre illuminava a giorno la notte. Di lì a qualche anno fu costruito l’impianto termoelettrico di via S. Radegonda, entrato in servizio nel giugno 1883. È comunemente indicato nella letteratura internazionale come la prima centrale elettrica dell’Europa continentale (preceduta di qualche mese dall’impianto londinese di Holborn Viaduct).
La centrale di S. Radegonda aveva una potenza di 540 kW ed alimentava utenze private e i portici di piazza del Duomo: fu due anni dopo che l’illuminazione fu estesa alla Galleria e a piazza della Scala (con lampade ad arco in derivazione). L’impianto collocato oggi, per la prima volta illumina il Duomo nella sua interezza, e, grazie all’impiego di tecnologie avanzate, la luce riesce a restituirne tutta la bellezza e la complessità. L’intervento attuale Una illuminazione che conservi i rapporti luce-ombra sul manufatto e che agevoli la percezione dell’intera costruzione, ottenuta rischiarando le superfici marmoree in modo sufficientemente uniforme: questo, in sintesi, il concetto dell’intervento attuale. Sono usate tecniche di illuminazione a proiezione lungo tutto il perimetro della chiesa, installando proiettori sui pali esistenti e sugli edifici adiacenti.
Le distanze in gioco hanno imposto un rigoroso controllo del flusso emesso dai proiettori, nonché l’impiego di speciali schermi anti-abbagliamento. L’intero progetto è stato sviluppato in modo da considerare, oltre alle esigenze illuminotecniche, anche quelle architettoniche, manutentive e conservative. Per l’illuminazione della facciata si è fatto ricorso a tecniche di proiezione decisamente innovative: proiettori dal fascio strettissimo installati, in posizione defilata, sugli alti cornicioni dei palazzi a lato (e non sui pali della piazza, dall’indiscusso valore artistico). Per alcuni di essi la distanza di proiezione è di circa 130 metri. I valori di illuminamento sono tali da non alterare gli equilibri luminosi all’interno della piazza. La configurazione appena descritta rischiara uniformemente il perimetro esterno del Duomo. Per l’illuminazione della parte superiore, ovvero delle guglie e delle statue che decorano e arricchiscono tutta la parte alta del Duomo, l’intervento individua i gruppi statuari principali situati lungo il perimetro esterno e su due ordini sovrapposti della copertura, per i quali è stata prevista un’illuminazione diffusa dal basso verso l’alto. I proiettori predisposti a questo scopo sono stati installati alla base dei gruppi ad una distanza sufficiente per garantire una illuminazione dell’intera guglia e degli archi rampanti adiacenti. I proiettori dedicati a questo scopo trovano ubicazione lungo la copertura e nella gran parte dei casi sostituiscono i vecchi apparecchi di illuminazione che facevano parte del vecchio impianto di gala la cui realizzazione risale ai primi anni ’80. Per ragioni connesse principalmente a complessità impiantistiche, l’impianto di illuminazione della parte superiore è stato realizzato in una fase immediatamente seguente a quella dell’illuminazione del perimetro.

 

Condividi

Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza sul nostro sito web.
Puoi scoprire di più su quali cookie stiamo utilizzando o come disattivarli nella pagine(cookie)(technical cookies) (statistics cookies)(profiling cookies)