Architettura è comunicazione

Buone notizie. Negli Stati Uniti la religione cattolica risulta essere quella più diffusa, con 62 milioni di cittadini che si dichiarano suoi fedeli, mentre altri 67 milioni fanno parte di altre Chiese cristiane. Le vocazioni aumentano e i seminari si riempiono. Si abbassa l’età dei seminaristi: sono vocazioni che comportano un progetto di vita, prima di essere il frutto di un ripensamento su quel che si è vissuto.
Questo accade negli USA: ma si sa che quello è il “centro” del mondo attuale. Non solo economico, ma anche culturale. E’ lì, oltre oceano, che si manifestano prima le tendenze che poi spesso giungono anche qui nella vecchia Europa. Noi che parliamo di architettura di chiese non possiamo ignorare questa significativa svolta. Spesso sulle nostre pagine presentiamo chiese nuove o restauri statunitensi. Hanno in generale il grande pregio di essere opere eseguite con competenza, senza eccessi e ben inserite nel contesto. Hanno anche un altro grande pregio: sono presentate in modo esaustivo dai loro progettisti, sempre disposti a fornire la documentazione necessaria per la loro pubblicazione.
Che cosa vuol dire questo?
L’Architettura è per sua stessa natura Comunicazione. L’edificio è pensato per definire un luogo: per inserirsi, certamente,ma anche per distinguersi, per caratterizzarsi, per dire una parola ben chiara nel dialogo delle forme e delle strutture. L’edificio testimonia una storia. Questo fatto appare evidente a chi osserva il progetto di Santiago Calatrava per la nuova Cattedrale di Oakland, che presentiamo su queste pagine. La Comunicazione crea Cultura: è cultura. La comunicazione ha bisogno di verità. Questo vale per una rivista, come anche per un progetto architettonico. Noi abbiamo sempre creduto nel ruolo fondamentale della comunicazione, al punto che abbiamo voluto evidenziarlo nella testata della rivista: CHIESA OGGI architettura e comunicazione.
Comunicare l’architettura è la vocazione che abbiamo dichiarato fin dal primo numero della rivista. Fin da quando la presentammo al Santo Padre nell’udienza in Vaticano del 22 aprile 1992, presente il Cardinale Camillo Ruini, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, e del Cardinale Arcivescovo di Milano – allora Segretario della C.E.I. – Dionigi Tettamanzi. “La comunicazione è l’elemento che consente all’uomo di manifestarsi completamente” leggiamo negli Orientamenti Pastorali “Comunicare il vangelo in un mondo che cambia”. E’ un concetto fondamentale. La comunicazione di per sé informa il cambiamento, lo sospinge, lo qualifica. Fa sì che chi vi prende parte non sia un semplice spettatore, ma ne diventi un potenziale attore. La comunicazione è la prima forma di partecipazione. Comunicare è anche partecipare ai grandi problemi del nostro grandioso, immenso, meraviglioso patrimonio culturale. Come il Duomo di Milano: patrimonio di tutta la città.
Architettura che impernia la storia di questa metropoli e che ancor oggi, come dimostra l’iniziativa dei festeggiamenti del VI centenario della Cappella Musicale, è vitale propositore di cultura per la città. Ernesto Brivio, già Vicearchitetto della Fabbrica del Duomo, ci presenta un problema grande e gravoso. Il Duomo ha bisogno di continue attenzioni. Per questo la Fabbrica del Duomo è un cantiere aperto da secoli. Il Duomo è patrimonio di tutti. Di qui l’idea di lanciare la campagna per un nuovo mecenatismo: “Adotta una guglia!”. Una società, un’impresa o un singolo cittadino pensi di stanziare un contributo per il mantenimento di una guglia: un testimonial unico, che resta nei secoli. E’ un modo, vitale e gioioso, per riaprire una corrente di dialogo tra economia e cultura, tra Chiesa e società civile. Per riproporre quel mecenatismo impegnato che fu la chiave del Rinascimento. Ecco la proposta: architettura è comunicazione. Allora si comunichi attraverso l’architettura. Adottate anche voi una guglia, partecipando così alla “comunicazione”.
Giuseppe Maria Jonghi Lavarini

NOVA ET VETERA
La Cappella Musicale del Duomo di Milano celebra i suoi 600 anni di attività con una serie di concerti che ne ripercorrono la storia. La celebrazione si è aperta il 27 ottobre 2002 con un evento presentato dal Presidente della Fabbrica del Duomo, Dott. Marco Orombelli. Quest’anno Milano vive un evento importante per la storia della sua Cattedrale, le Celebrazioni per il VI centenario della Cappella Musicale del Duomo (1402-2002). La Cappella Musicale del Duomo è la più antica e prestigiosa d’Europa, ha iniziato l’attività nel 1402 e ha dato vita a una scuola musicale ricercata ed esclusiva che è stata guidata da famosi maestri del passato, contribuendo alla storia della musica polifonica moderna e alla trasmissione del sapere.
E’ quindi con rinnovato entusiasmo che la Veneranda Fabbrica del Duomo prosegue nel Progetto di Valorizzazione del Patrimonio Artistico e Culturale della Cattedrale, con l’intento di rinsaldare quel rapporto secolare tra la città e il suo simbolo e restituire alla collettività un pezzo importante della storia comune. Ed è proprio con il desiderio di far conoscere l’inestimabile valore di questa tradizione musicale, in genere poco nota, che è stato concepito il ciclo. Per un’istituzione musicale, il festeggiare felicemente seicento anni di ininterrotta attività è dono più unico che raro. Correva infatti l’anno 1402 quando Matteo da Perugia veniva nominato primo magister di quella realtà che ancora oggi si chiama Cappella Musicale del Duomo di Milano.
Una tale ricorrenza obbliga inevitabilmente a guardare con riverenza alla storia remota e recente onde poter trovare una sicura radice su cui costruire il futuro, con la certezza di inscriversi nel solco di una secolare ed autentica tradizione. I concerti vesperali al Museo del Duomo obbediscono dunque a un duplice intento: la gioia di aprire gli archivi alla cittadinanza, facendo gustare alcuni momenti legati alla pratica della musica in Cattedrale nel corso dei secoli, insieme alla riproposta di pagine del grande repertorio vocale e strumentale italiano ed europeo – non necessariamente legato alla Musica Sacra – per poter stabilire un valido termine di paragone e non correre il pericolo di una celebrazione a senso unico. Inoltre la presenza della mostra di rari documenti d’archivio sulla storia della Cappella Musicale diviene invito a una più attenta visita al Museo del Duomo, unico custode di rare testimonianze riassumenti l’intero arco storico della principale chiesa milanese.

 

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