La tradizione dei Walser

I Walser, popolazioni di origine e di lingua nordica, già prima del X° secolo si erano stabiliti nell’alto Vallese (il nome Walser potrebbe essere una contrazione di ‘Walliser ‘= Vallesano, valligiano), essendosi affermati come abili agricoltori e pastori capaci di sopravvivere nei territori ad alta quota, dove riuscivano a trasformare i boschi in pascoli, a coltivare terreni scoscesi anche ad alta quota, organizzando il lavoro in un preciso sistema collettivo, che da solo permetteva la sopravvivenza delle comunità in situazioni difficili.
Dal Vallese iniziò poi nel corso del XIII° secolo un processo di graduale migrazione oltre i confini di questa regione, nella zona dei Grigioni, del Lichtenstein, del Voralberg, del Tirolo ed anche sul versante italiano del Monte Rosa: fu così che si costituirono comunità Walser sempre più radicate in Val d’Ossola, in Val Anzasca, in Val Formazza, in Valsesia e nella Valle di Gressoney. Una delle principali vie di accesso al territorio italiano fu il Passo di Monte Moro (a 2.868 m s.l.m. è il valico alpino che collega l’italiana Valle Anzasca con la Svizzera Saastal), tra la Valle di Saas e Macugnaga: questo passo è stato per secoli punto di incontro delle comunità delle varie vallate che vi si recavano regolarmente in occasione di una fiera annuale che si svolgeva nei pressi di un grande tiglio secolare.
La migrazione avveniva anche sulla base di precisi contratti, stipulati con i proprietari delle terre, che potevano così ricavare un reddito anche da territori in alta quota, altrimenti non remunerativi.

Questa casa è stata riabitata con grande dignità. Ha mantenuto intatto il volto esterno e all’interno ha trovato una  distribuzione omogenea. Ad Alagna, in Valsesia, sono numerose le testimonianze sopravvissute di edifici originali Walser, spesso baite inerpicate sui pendii. La ristrutturazione, in questo caso, ha saputo conservare i valori originali di questa casa che reca impressa sulla trave di entrata una data: 1742.

Vedi anche: Tagliate con l’accetta e senza chiodiLa colonizzazione portò anche maggior stabilità in queste vallate, in questo modo saldamente presidiate da comunità fortemente coese e determinate a non farsi saccheggiare dalle ricorrenti scorrerie di predoni e Lanzichenecchi. Dunque, alla base di queste migrazioni non c’è stata la forza delle armi, ma una capacità di “conquistare” le terre alte con un lavoro basato sulla reciprocità. La tipica casa Valsesiana a tipologia Walser, ristrutturata e adattata ai moderni bisogni di una famiglia di oggi, infatti ha saputo mantenere intatto il proprio fascino riappriopriandosi della “memoria”.
Un grande amore per la montagna e per le tradizioni locali: questa è la molla che spinge ad acquistare ed in seguito a ristrutturare queste case, mantenendone però intatto il sapore e la poesia di una casa tradizionale come questa, di tipologia Walser.L’edificio risale al 1600, è stato mantenuto esternamente intatto come alle origini. All’interno è stato totalmente ristrutturato, il materiale è stato trasportato a dorso di mulo nella prima fase (anni settanta) e, in epoca più recente, tramite elicottero. Tutt’ora il sito non si può raggiungere se non a piedi. Si tratta quindi di una casa Walser originale, che Piero Gianoli ha conservato con cura nel suo valore paesaggistico, mentre gli aspetti abitativi sono stati aggiornati, seppure con tecniche e interventi consoni all’architettura vernacolare delle origini.www.vittoriogianoli.com
Boiserie – Scale – ArredamentiFalegnameria Sommacal StefanoLe colonie Walser si organizzavano in piccoli nuclei di casolari sparsi nelle vallate, all’incirca sui 1500 m di quota, dove una pianificazione attenta del lavoro, comunitario, rendeva possibile non solo un’economia di sopravvivenza ma anche condizioni di notevole rispettabilità e decoro, se confrontate nel contesto generale del tempo. La capacità di affrontare le asprezze del territorio e del lavoro in alta quota garantiva loro clausole contrattuali di maggior libertà e di autonomia sociale. Molto interessante l’architettura delle loro case: basate su una struttura in legno e contornate da ampi loggiati, dotati di griglie su cui veniva sistemato il fieno per potersi asciugare, nelle case Walser ogni elemento ha una funzione pratica ma si raccorda al resto in un insieme equilibrato.I WALSER (CONTRAZIONE DEL TEDESCO WALLISER, CIOÈ VALLESANO, ABITANTE DEL CANTON VALLESE) SONO UNA POPOLAZIONE DI ORIGINE GERMANICA, CHE OGGI ABITA LE REGIONI ALPINE ATTORNO AL MASSICCIO DEL MONTE ROSA; LORO STESSI SI DEFINIVANO TITSCH. I WALSER APPARTENGONO AL CEPPO DEGLIALEMANNI, E SONO GIUNTI ATTORNO ALL’VIII SECOLO NELL’ALTO VALLESE; DURANTE IL XII-XIII SECOLO, COLONI WALSER PROVENIENTI DALL’ALTO VALLESE SI STABILIRONO IN DIVERSE LOCALITÀ DELL’ARCO ALPINO IN ITALIA, SVIZZERA, LIECHTENSTEIN E AUSTRIA. N ITALIA COMUNITÀ WALSER SONO PRESENTI IN PIEMONTE (IN VALSESIA E NELL’OSSOLA) E IN VAL D’AOSTA (NELLA VALLE DEL LYS E ANTICAMENTE NELL’ALTA VAL D’AYAS). LA LINGUA DEI WALSER È UNA PARTICOLARE VARIANTE DEL DIALETTO TEDESCO MERIDIONALE, CHIAMATA ALTISSIMO ALEMANNO, ED È MOLTO SIMILE AL DIALETTO SVIZZERO TEDESCO NELLA SUA FORMA PIÙ ARCAICA. TRE SONO LE VARIANTI NOTE: IL TITSCH DI GRESSONEY-SAINT-JEAN, IL TÖITSCHU DI ISSIME E IL TITZSCHU DI ALAGNA VALSESIA E RIMELLA IN VALSESIA. IL WALSER SI PARLÒ ANCHE FINO A TEMPI RECENTI A RIMA SAN GIUSEPPE IN VALSESIA E SALECCHIO IN VAL D’OSSOLA, MENTRE PIÙ ADDIETRO ERA PARLATO A ORNAVASSO, MIGIANDONE, AGARO IN VAL D’OSSOLA, CAMPELLO MONTI IN VAL STRONA E RIVA VALDOBBIA SEMPRE IN VALSESIA.Il disegno generale della casa è presente sia nella tradizione celtica, sia in quella scandinava. In Italia è presente nelle aree Walser in Valle d’Aosta, Val d’Ossola, Val Anzasca, Val Formazza e Valsesia. Sono strutture a due volumi, il più stretto in basso, il più largo nella parte superiore, così che gli aggetti frontali e laterali proteggano la base dall’acqua e dalla neve.
I numerosi discendenti degli antichi coloni, emigrando dalla Valsesia in tutta Europa, sono diventati apprezzati progettisti e costruttori di chiese ed edifici civili, pittori e scultori in legno. L’abilità delle donne si manifesta invece nella varietà dei tessuti, nell’eleganza dei ricami, nella raffinatezza dei costumi che accompagnavano i momenti più fondamentali dell’anno. Per secoli i Walser, incuranti delle influenze degli idiomi circostanti, hanno continuato a parlare la loro lingua originaria, un Tedesco-scandinavo arcaico, che ora sopravvive in una cerchia molto ristretta di persone e nelle iscrizioni che le nuove generazioni ricollocano per non perderne la memoria.

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Risultati trovati: 37L’interno della casa è frutto di un lavoro di ricostruzione storica. Alcuni aspetti, come la divisione dei livelli, rispecchiano l’impianto originale. Altri, come gli sfondati che aprono gli spazi in verticale, alcune pareti intonacate e il sistema degli impianti, sottolineano il vivere contemporaneo. Questa casa è frutto del delicato equilibrio tra eredità storica e necessità attuali, che consente di vivere il passato nel presente.

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Risultati trovati: 37Nello scenario della Val Vogna, in frazione Piane, a circa 1500 metri di altitudine, casa Gianoli mantiene inalterato non solo lo stile costruttivo,
ma anche l’ambiente umano e lo stile di vita di un tempo, evidenziato dal connubio così armonico e intimo tra l’edificio e la natura circostante, coltivazioni e altre attività artigianali.
Il soggiorno oggi potrebbe essere definito un “open space”.
In realtà i Walser secoli fa realizzavano le loro case con ampi locali pluriuso su ogni livello. In questa casa è stata lasciata l’orditura delle travi a vista e il tetto è stato opportunamente coibentato con perlinatura in larice realizzata con assi settecenteschi di recupero.
Nelle variazioni cromatiche di superficie si nota la differenza tra gli elementi recuperati e gli inserti nuovi.

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