Sul sagrato del Santuario di Padre Pio Il momento della festa
Tutti, ritengo, hanno ritenuta bella la chiesa. “Bello è ciò che, visto, piace”, insegnavano i filosofi medievali. E belli gli interventi degli Artisti, di gran nome, che hanno “creato” le porte di bronzo, Palladino; l’ambone, nell’insieme del quale è inserito uno straordinario volto di Padre Pio,Vanzi; e la Croce gloriosa, con la mensa, Pomodoro. Bella la vetrata, decorata da un intervento computerizzato che ha tratto immagini dell’Apocalisse da un tessuto francese medievale. Bella, nella sua sobrietà, la liturgia della Dedicazione, compartecipata da quanti erano in chiesa, più di settemila persone, e da quanti erano nella piazza – sagrato, più di quindicimila, aiutati da megaschermi a seguire un rito ben diretto da chi presiedeva, l’Arcivescovo Domenico D’Ambrosio, sostenuto dal coro e dalla musica dell’organo monumentale. Ottima l’organizzazione, non invasiva ma tale da attuare una significativa realtà di Chiesa. Così a san Giovanni Rotondo, giovedì 1° luglio 2004, per quanti non si stancavano di ammirare la chiesa. "Il grande sagrato è stato pensato Piazza o sagrato il grande spazio, forse per trentamila persone, che si apre alla vista del pellegrino giunto finalmente a vedere la chiesa- Santuario di San Pio di Pietrelcina a San Giovanni Rotondo? Quando i Frati Cappuccini, sul finire del 1500, hanno costruito prima il Convento poi la chiesina lo hanno fatto secondo le severe Regole di un Ordine francescano riformato che prevedeva le sue sedi al di fuori di città e paesi. Per lo più città e paesi erano collegati con la fondazione cappuccina da un viale. Gli alberi accompagnavano al Convento, segnavano, per così dire, la strada. Si aprivano, gli alberi, non lontano dalla chiesa permettendo il formarsi di una piccola piazza, di un umile sagrato. Così fu per secoli anche a San Giovanni Rotondo. Poi la notorietà di Padre Pio, la sua santità, il suo stile di confessare e di celebrare attrassero sempre più numerosi pellegrini. Si rese necessaria una nuova chiesa, ma lo spazio davanti ad essa e a quella antica rimase quasi lo stesso lo stesso. Insufficiente. Così si pensò ad una nuova chiesa che si
Sulla destra, dunque a monte, la separazione è meno netta. C’è sì sempre il muro ma alcune costruzioni, anche nuove, incombono. C’è un prato fiorito di lavanda, e scorre sulla pietra un ruscello. Fiori di lavanda e ruscello mi sembrano un po’ kitsch. Non che i fiori siano spazzatura ma non mi risulta, posso sbagliarmi, che il Gargano sia luogo naturale della lavanda. In primavera vi fioriscono, innumerevoli, nei prati, gli asfodeli, i fiori dei Campi Elisi, ma non sono addomesticabili, e la fioritura dura poco.L’acqua è scarsissima, sul Gargano.Lo ho attraversato a piedi, tanti anni or sono, e ricordo di non aver mai trovato sorgenti e di aver bevuto l’acqua torpida di un pozzo rudimentale che raccoglieva quella piovana da un campo in terra battuta che gli stava attorno. Quella che scorre nel ruscello prefabbricato non invita ad essere bevuta né ad immergervi le mani. Il tempo modificherà le cose e si troveranno
Quello che accompagna decisamente il pellegrino e lo porta verso la chiesa, o lo fa già sentirsi in chiesa, è veramente un sagrato? Chi dà nome alle realtà? Il loro fine. Il colonnato del Bernini racchiude un sagrato o una piazza? O è segno della Chiesa di Pietro che si raccoglie? Certo, racchiuda esso un sagrato o una piazza, circoscrive un luogo di Chiesa, di popolo convocato sia quando vi si svolge una celebrazione liturgica sia quando il Papa incontra i fedeli. E lo spazio di fronte alla chiesa di San Pio di Pietrelcina che scopo ha? Ne ha molteplici. Anzitutto lo scopo di introdurre alla chiesa. Poi di produrre un tempo di silenzio. E ancora di separare provvisoriamente dal quotidiano perché, specie guardando a sinistra, c’è solo cielo. Una separazione che non è oblio, e l’azione liturgica farà memoria anche della realtà. Sono questi scopi che permettono di parlare di sagrato nella consapevolezza che le accezioni di una parola possono essere diverse. Certo è ben di più che una piazza e l’uso lo testimonierà. Frà Giacomo Grasso, O.P.
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