San Nazaro in Brolo

Tratto da:
Chiesa Oggi 47
Architettura e Comunicazione

Lo splendore notturno delle Basiliche Milanesi

San Nazaro
in Brolo

SAN NAZARO IN BROLO

Voluta da Ambrogio all’interno di un’area cimiteriale pagano-cristiana lungo la via per Roma e per questo dallo stesso vescovo indicata come basilica romana, la chiesa fu realizzata a partire dal 382 e consacrata entro il giugno 386 con reliquie degli Apostoli. L’edificio paleocristiano è ricostruibile grazie ad una serie di indagini archeologiche operate per lo più nel corso dei restauri tra il 1947 e il 1974 e di cui resta purtroppo inadeguata documentazione; presenta un impianto a croce libera, allora inedito per l’Occidente. Si tratta di una croce latina di m 56 x 45,30, larga m 14,20 e alta m 13,15 dotata in origine di presbiterio a terminazione piana. I due bracci della croce sono costituiti da due ambienti rettangolari animati da esedre ad emiciclo al centro, nel punto di incontro degli assi della croce, era l’altare con le reliquie degli apostoli collocati entro la nota capsella (contenitore per reliquie) argentea. Il titolo di Basilica Apostolorum è già in Paolino, mentre solo più tardi si afferma quello di S. Nazaro, le cui reliquie Ambrogio rinvenne nel 395, presso il cimitero di Porta Romana. Si ritiene che proprio in seguito al ritrovamento delle reliquie il vescovo abbia modificato il presbiterio della basilica con l’aggiunta di un abside. Il mausoleo di Trivulzio, in evidente stile rinascimentale si addossa alla originale facciata romanica diventando di fatto la nuova facciata che si apre sull’attuale piazza S. Nazaro. in Brolo. Data la sua struttura e collocazione nel tessuto urbano è stato necessario creare due prospettive completamente distinte in particolare: la prima inerente la facciata della “Trivulzia” e la seconda absidale visibile da largo Richini e dal giardino fiancheggiante l’università statale da cui emerge l’originale impianto a croce libera. Come già detto gran parte di Piazza S. Nazaro è riempita dalla “Trivulzia” che compone il corpo monumentale che per mole e collocazione rappresenta di fatto la facciata della Basilica stessa; per una corretta valorizzazione della piazza e del monumento da questa prospettiva l’illuminazione è stata realizzata installando proiettori su un apposito supporto posto in corso di porta Romana. Per aumentare e rafforzare il colonnato della facciata sono stati utilizzati proiettori orientabili a terra che ne rafforzano la verticalità e la maestosità. La bellissima vista absidale godibile invece da largo Richini e dal giardino fiancheggiante l’Università Statale è stata armoniosamente illuminata installando sia proiettori a terra (abside) che “sotto – gronda”. Questa scelta resa possibile dall’ampio giardino che circonda l’abside, fra l’altro impreziosito da quattro splendide colonne provenienti dalla Basilica di S. Ambrogio, ci ha permesso da un lato di ottenere una illuminazione generale di riempimento senza l’installazione di alcun palo, e dall’altro di distribuire le sorgenti luminose su un’ ampia superficie eliminando fastidiosi effetti di abbagliamento. La torre campanaria e il lato posteriore della “Trivulzia” sono illuminati da proiettori in prossimità del campanile e del Tiburio. Per evidenziare gli invasi della cella campanaria sono stati utilizzati proiettori equipaggiati con lampade di tono caldo. L’impianto è formato complessivamente da 111 apparecchi per una potenza totale di circa10 Kw.

 

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