Nel regno dei Visconti

Grazzano Visconti

Servizio di: Claudia Molteni
Foto di: Vittorio Orlando

Grazzano Visconti, affascinante mèta turistica nel piacentino, è famosa per l’incontaminata atmosfera rinascimentale, che si manifesta con lo stile degli edifici, con le strade non asfaltate, con la tranquillità che si respira nell’aria (quando non ci sono troppi turisti) ed anche con i particolari in ferro battuto.

Grazzano deve il suo fascino e la sua bellezza a Giuseppe Visconti di Modrone. Uomo coltissimo e dai gusti raffinati, nei primi anni del Novecento decise di trasformare il modesto borgo (per dimensioni ed estetica) intorno al castello nel luogo che ora è mèta di quasi trecéntomila visitatori ogni anno. Lo affianca in questa impresa l’architetto Alfredo Campanini, ma il Conte assume il ruolo di progettista, direttore dei lavori, pittore e affrescatore. Grazzano ha comunque origini antiche: il suo nome sembra derivi dal nome dell’antico proprietario terriero (siamo circa nel 300 d.C.), Graccus Graccianum. Altre notizie storiche risalgono all’anno Mille e, successivamente, a tre documenti notarili del XII secolo. Il periodo più positivo per Grazzano incomincia con la fine del Duecento, quando è conquistata dai Visconti che la domineranno per 170 anni. In particolare fu Luchino Visconti che portò questo borgo ad essere un luogo sicuro e sede di una corte sfarzosa. I suoi successori cercarono di aumentare sempre più il loro potere, anche con efferati crimini familiari. Grazzano subì anche soprusi e violenze, come nel 1521, quando i francesi lo misero a ferro e fuoco, e nel 1526, con l’arrivo dei terribili Lanzichenecchi. All’inizio del Novecento Grazzano presentava un castello bisognoso di molte opere di restauro e una manciata di squallidi edifici colonici. Giuseppe Visconti non solo diede una nuova veste architettonica al borgo, ma creò una scuola di arti e mestieri, dove istituì corsi di artigianato creativo del legno e del ferro battuto, aprì laboratori e botteghe artigiane, in sintonia con il clima di rinnovamento culturale dell’inizio del secolo.

Scorci Suggestivi
Nelle foto alcuni scorci del borgo di Grazzano Visconti, che attualmente annovera 180 abitanti; tutti gli edifici presentano grate, lampade, insegne e particolari in ferro battuto; la chiesetta in stile gotico fu tra i primi edifici ad essere costruito, nel 1906. In queste pagine, in alto, due particolari delle grate della chiesa, realizzate con barre a sezione quadra, molto sobrie ma con i puntali differenziati in modo simmetrico. In alto a destra una lampada con le facce pentagonali decorate con riccioli e foglie, sostenuta dal muso di un draghetto dalla folta criniera a forma di voluta. In basso il pozzo visibile in piazza Gian Galeazzo Visconti, realizzato da Francesco Savi, artigiano che collaborò con il conte Giuseppe Visconti di Modrone; l’incastellatura del pozzo presenta quattro teste di drago che avevano la funzione di reggi secchio e alla sommità il classico stemma dei Visconti, il biscione che mangia un bimbo. Nella foto in basso al centro un particolare del pozzo, con la chiusura a forma di serpe.

Spesso nei ferri battuti di Grazzano compare il simbolo dei Visconti, il biscione a sette spire che ingoia un infante. Fu Ottone Visconti, nel 1187 in Terra Santa, che vinse in duello un temibile principe Saraceno e ne conquistò le insegne, facendole proprie. L’infante simboleggiava Gesù Bambino.

Particolari Preziosi
In queste foto altri preziosi particolari in ferro battuto. Iil picchiotto del portale della chiesetta gotica e la grata di una finestra caratterizzata da una decorazione centrale quadrilobata. Una suggestiva insegna tipicamente medievale che rappresenta un’aquila con le ali spiegate, un imbuto e un fiaschetto. Una delle targhe in marmo, sostenute da grappe in ferro battuto, che indicano il nome delle vie.

Spesso nei ferri battuti di Grazzano compare il simbolo dei Visconti, il biscione a sette spire che ingoia un infante. Fu Ottone Visconti, nel 1187 in Terra Santa, che vinse in duello un temibile principe Saraceno e ne conquistò le insegne, facendole proprie. L’infante simboleggiava Gesù Bambino.

Riferimenti medievali
A Grazzano la lavorazione del ferro è già fiorente nella seconda metà dell’Ottocento con la ditta Giuseppe Savi. Oggi nel borgo sono presenti numerosi laboratori artigiani del ferro battuto. Grazzano fu costruita neg
li anni in cui lo stile dell’Art Nouveau aveva ampia diffusione in tutta Europa, ma qui gli unici riferimenti artistici furono quelli dell’arte del Trecento e Quattrocento. In questa pagina in alto una lampada che nella foggia ricorda i porta fiaccola. In basso il particolare di una ex fontana (ora trasformata in fioriera): la bocca di fuoriuscita dell’acqua ha la forma di un animale fantastico, in sintonia con i “bestiari” medievali. A Grazzano la lavorazione del ferro è già fiorente nella seconda metà dell’Ottocento con la ditta Giuseppe Savi. Oggi nel borgo sono presenti numerosi laboratori artigiani del ferro battuto. Grazzano fu costruita negli anni in cui lo stile dell’Art Nouveau aveva ampia diffusione in tutta Europa, ma qui gli unici riferimenti artistici furono quelli dell’arte del Trecento e Quattrocento. In questa pagina in alto una lampada che nella foggia ricorda i porta fiaccola. In basso il particolare di una ex fontana (ora trasformata in fioriera): la bocca di fuoriuscita dell’acqua ha la forma di un animale fantastico, in sintonia con i “bestiari” medievali.

 

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