Maurizio Meossi


Il tema ‘Periferie? Paesaggi urbani in trasformazione’ contiene una duplice interpretazione. Da un lato l’interrogativo sul significato del temine periferie, una condizione urbana sfuggita al controllo del progettista; dall’altro c’è però una seconda definizione, quella di paesaggi urbani in trasformazione, che nel puntare l’attenzione non su di una
realtà in atto, ma piuttosto su di un fenomeno in divenire, sembra suggerire il momento in cui l’architetto può ancora intervenire per evitare che tale condizione urbana venga ad innescarsi, con i suoi conseguenti connotati negativi. Impedire quindi che un paesaggio urbano nella sua trasformazione vada a configurarsi come una nuova periferia.
In quest’ottica il progetto si presta alla lettura come caso di studio, investigazione su possibili strategie da percorrere per giungere alla conformazione di nuove geografie urbane.
La particolarità del progetto è data dalla peculiarità dell’area che interessa, ovvero un sistema di cave marmoree dismesse collocato nella fascia collinare ad ovest della città di Chiampo. L’intervento deve muoversi su due scale di intervento: da un lato una strategia territoriale di riutilizzo delle varie cave, dall’altro il caso specifico di Cava Lovara,
interessata da un piano di espansione urbana e quindi da una prevalente destinazione d’uso a carattere residenziale.

A network of pits: il complesso delle cave dismesse in prossimità di Chiampo è stato ripensato come un potenziale sistema di attività ricreative collegato
da una rete di percorsi nel verde di diversa natura

A network of pits
Il complesso delle cave dismesse in prossimità di Chiampo è stato ripensato come un potenziale sistema di attività ricreative collegato da una rete di percorsi nel verde di diversa natura. All’interno di questo network, nel quale ciascuna ex cava mantiene un proprio peculiare indirizzo programmatico, il ruolo assunto da Cava Bovara è di agire come perno: la forte presenza di indirizzo residenziale prevista dal bando fa sì che essa si trovi infatti ad essere contemporaneamente parte di un ‘campo’ attivo (la città di Chiampo, di cui l’insediamento abitativo rappresenta una naturale appendice) e di quello attualmente inattivo delle cave.

Program Strategies: la distribuzione delle diverse componenti programmatiche all’interno dell’area è tesa a privilegiare il posizionamento delle aree residenziali al fine di poter garantire una adeguata esposizione solare e una connessione visiva con la città di Chiampo

Surface operations
Sul piano morfologico il progetto scaturisce da una riflessione sul concetto stesso di cava, ovvero un paesaggio estremamente alterato nella sua struttura formale in forza dell’utilizzo che l’uomo ne ha fatto.
Il confronto con questa realtà ha suggerito di organizzare un sistema di strategie operative alternative: mentre la topografia della cava, in conseguenza del suo uso, è sostanzialmente il frutto di una operazione volumetrica di sottrazione, il suo ri-uso avviene a livello della sua superficie, attraverso operazioni di ripristino, piega, sollevamento.
Questo criterio operativo è assunto come comune denominatore degli interventi nell’area, che nel rispetto delle indicazioni del bando si suddividono in insediamenti residenziali (16.000 mc) e attività turistico ricettive e sportive (circa 10.000 mc) destinate a promuovere il valore paesaggistico della regione.

Program Strategies: variazioni delle densità abitative come strumento di
diversificazione dell’offerta residenziale

Program Strategies
La distribuzione delle diverse componenti programmatiche all’interno dell’area è tesa a privilegiare il posizionamento delle aree residenziali al fine di poter garantire una adeguata esposizione solare e una connessione visiva con la città di Chiampo, condizioni garantite dall’ampia fascia a nord nord-ovest rispetto al centro della cava, caratterizzata
da un progressivo incremento dei dislivelli, da lieve pendio sino a ripida pendenza.
Le varie attività ricettive vengono dislocate come potenziali attrattori lungo un sistema di percorsi carrabili e pedonali; tra queste assumono rilevanza il centro ittico, in prossimità del bacino lacustre esistente e l’albergo, contiguo all’ampio parco attrezzato; sull’appendice sud dell’area il maneggio segna il punto di partenza per i percorsi equestri nel verde che connettono alle altre ex cave.

Inhabiting the pit
La previsione di insediamenti a carattere residenziale porta ad interrogarsi sulle effettive peculiarità offerte dall’area in termini di modalità abitative.
Quale può essere la differenza data dall’abitare in una realtà geologica così particolare?
Quali potrebbero essere i potenziali abitanti interessati a questa nuova appendice residenziale di Chiampo?
La struttura morfologia dell’area, con il suo repentino incremento di pendenza, suggerisce una ma
rcata diversificazione tipologica: accanto alla tipica residenza unifamiliare nel verde, la presenza dei netti dislivelli della cava suggerisce la creazione di condizioni residenziali semi-urbane con densità abitative variabili, che potrebbero risultare di grande attrattiva anche per utenti inaspettati, come residenti temporanei, professionisti in cerca di spazi in cui poter anche lavorare e così via.

Tagli residenziali e possibilità aggregative

Pianta generale della proposta di intervento

I diversi tagli residenziali (da 45 a 90 mq) implicano di per sé diversi scenari sociali di possibili fruitori: la preferenza dell’utenza per un maggiore o minore livello di interazione sociale con il vicinato amplifica l’offerta e suggerisce una sorta di mappatura del tipo ‘isolated vs higly socialized’ al fine di dislocare le diverse unità abitative nelle aree residenziali. I lievi pendii marginali si adattano alla dislocazione di residenze isolate, tendenzialmente di taglio medio grande, mentre i
dislivelli più accentuati configurano di per se stessi condizioni quasi di alta densità dove prevale la presenza di tagli piccoli.
La modularità delle unità abitative consente una ampia gamma di possibili aggregazioni finalizzate a configurare condizioni di microurbanità: la copertura delle varie unità abitative diviene ‘superficie di interazione sociale’, collegata da sistemi di micro spazi urbani, rampe e percorsi nel verde.

The Art of Inhabitation …
Con questa definizione Allison e Peter Smithson esprimevano ciò che l’opera di un progettista avrebbe dovuto ‘incoraggiare’, ovvero la naturale interazione tra le persone all’interno di uno scenario sociale, la ‘gerarchia di associazioni umane’.
Così come in termini di strategia formale si è scelto un lessico operativo antitetico rispetto a quello che ha determinato la morfologia della cava, sul piano programmatico sarà l’attività sociale dei futuri fruitori, la loro possibile interazione, a garantire il ri-uso dell’area.

Vista generale

il parco
Condizione di microurbanità nella
zona ad alta densità abitativa

Progetto premiato con menzione d’onore nell’ambito del Concorso Europan8,
Urbanità europea e progetti strategici, sito di Chiampo, Vicenza (Italia), 2005.

Unicam - Sito ufficiale
www.archeoclubitalia.it
Archeoclub d’Italia
movimento di opinione pubblica
al servizio dei beni culturali e ambientali

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