La geometria come simbolo

CHIESA MADONNA DELLE GRAZIE A ISPICA (RAGUSA)
Alla base di questa chiesa progettata da Salvatore Tringali e Rosanna La Rosa sta la scelta di forme geometriche dotate di forte richiamo simbolico. Una “lanterna” pone in evidenza nel centro dell’edificio il luogo dell’altare e, mentre rievoca lo slancio del campanile, funge da elemento di riferimento per il nuovo quartiere entro cui sorge.

Sopra: la facciata principale è caratterizzata da un colonnato che definisce due elementi laterali che ospitano servizi e uffici parrocchiali.

L’ottagono è forma antica e densa di significati. Forma che garantisce una possente stabilità architettonica, il suo uso nell’architettura cristiana è tipico dei battisteri. Il numero 8 infatti, tra i suoi significati ha quello di rappresentare l’ottavo giorno: il ponte verso l’infinito – non a caso in matematica l’infinito è rappresentato da un “8” orizzontale. Nel battistero, la scelta dell’ottagono, che sembra sia di origine siriaca, ha la funzione di simboleggiare la rinascita nella vita cristiana. Ecco che questa chiesa nuova, il cui disegno è impostato sia in pianta sia in alzato sul concetto dell’ottagono, si pone come edificio pregno di richiami storici, austero nella classicità delle colonne che rimandano alle immagini del “tempio” classico; leggiadro nella trasparenza realizzata attraverso le ampie finestrature laterali e soprattutto nel lucernario a lanterna che sovrasta centralmente al tutto, reggendo in alto la croce. Nel suo porsi nel contesto della zona di espansione urbana, assume fondamentale importanza la piazza sagrato, che presenta un ordito a trama di quadri che dice di un ordine precostituito; le due ali di porticato laterali e il poderoso colonnato centrale sembrano emergere da tale ordine razionale come un proposito di statica fermezza. Ma al di là di questi si eleva, vincendoli in altezza, il tamburo ottagonale dell’aula celebrativa che trova nell’elemento quadrangolare centrale – specie di diatata lanterna – un nuovo slancio che riecheggia quello della consueta forma del campanile. Nell’insieme quindi la forma dell’edificio vive di questo ordinato trasformarsi e compenetrarsi di masse che nel loro sovrapporsi acquistano via via crescente leggerezza: nel forte radicamento visibile alla base si introduce un dialogo di forme geometriche (quadrato, ottagono, parallelepipedo, piramide) che nel suo dipanarsi grado a grado man mano che si sale a quote superiori, parla delle altezze celesti, pur mantenendo la concretezza di un sano realismo. Senza voli pindarici, senza invenzioni strane: basandosi solo sulla forza della tradizione rivisitata dalla riforma liturgica.

La chiesa è pensata come elemento urbano con valore determinante nell’area circostante. La facciata principale è preceduta da un ampio sagrato.
Sopra: la chiesa nel contesto del nuovo quartiere urbano. A lato: la pianta; entro l’ottagono dell’aula si distingue il settore dedicato alla cappella feriale (in alto nell’immagine).

L’aula è dominata dalla torre di luce piramidale, costruita in ferro e rame, che insieme alle quattro colonne che vi stanno alla base acquisisce l’immagine del ciborio ed enfatizza la centralità dell’altare posto su una pedana sopraelevata. Alle spalle di questo si erge una parete libera che, da banda opposta, definisce con andamento avvolgente lo spazio della cappella feriale. Un alto soffitto a cassettoni unifica lo spazio di aula e cappella e rende visibile appieno la forma ottagonale della pianta. Lo spazio così conformato risulta orientato da ogni lato verso il centro, cioè verso il luogo del presbiterio, caratterizzato anche dalla presenza dei marmi che recano i simboli rituali e, sopra tutti, la grande croce alle spalle dell’altare, tagliata nel bianco che si ricongiunge alla luce della finestra absidale. Rispettivamente a destra e sinistra del presbiterio, in diretta connessione con l’aula, si trovano il luogo della riconciliazione e quello della schola cantorum. La casa canonica, dotata di ingresso autonomo, è posta lungo il confine sinistro del lotto e costituisce un ponte tra la piazza antistante la chiesa e lo spazio verde posteriore destinato alle attività sportive e ricreative, godendo in tal modo dell’affaccio sulla natura circostante. Nel complesso si tratta di una ricerca degna di nota, che esplora le potenzialità significanti dell’utilizzo di forme geometriche pure. Lo stile compositivo ricorda un poco quello di certe chiese a pianta centrale di epoca rinascimentale mentre l’uso di materiali moderni consente una leggerezza e una trasparenza notevole. L’uso delle colonne entro l’aula celebrativa oggi viene criticato da alcuni, poiché tende a introdurre una discontinuità nello spazio; mentre altri sostengono ancora la validità di questi elementi come richiamo storico. In questa chiesa di Ispica si ricerca un equilibrio tra le esigenze della tradizione e quelle della contemporaneità.

Vista zenitale della torre di luce. Vista assiale dell’aula. Vista verso l’altare della cappella feriale. La parete alle sue spalle divide la cappella dall’aula e, come il profilo esterno della chiesa, è caratterizzato da una gradualità ascendente col punto più alto in coincidenza con l’altare.

Chiesa Madonna delle Grazie a Ispica (RG)
Indirizzo: Via Sardegna, Ispica (RG)
Progetto: Dr. Arch. Salvatore Tringali, Dr. Arch. Rosanna La Rosa, Ispica (RG)
Impianti illuminotecnici: I Guzzini Illuminazione Srl, Recanati (MC)
Panche: LAMM S.p.A., San Secondo (PR)
Campane
: Capanni Fonderie, Castelnovo ne’ Monti (RE) Foto:
Beppe Raso, Carenno (LC)

 

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