Chiesa dei SS. Maria e Giorgio a Annone di Brianza (LC)

La volta ritrovata

Fu costruita nella prima metà del XIX secolo, senza che il decoro della volta venisse completato. Il decoro della cupola invece andò totalmente perduto quando questa dovette essere ricostruita ex novo all’inizio del ‘900. Il restauro oggi ha consentito di consolidare la struttura e ha porto il destro per un intervento artistico che ha reso all’aula la sua completezza.

La prima pietra venne posata il 4 agosto 1839 dal card. Kairuk. Ma la gestazione del progetto, curato dall’arch. Giuseppe Bovara, era stata assai laboriosa, aveva infatti richiesto la stesura di quattro proposte diverse. La costruzione dell’edificio venne ultimata nel 1852. E’ una chiesa di impianto basilicale con lunga navata e cupola sopra l’incrocio del transetto. Bovara aveva previsto anche una decorazione interna per tutte le superfici. Lo stato di conservazione della chiesa nel periodo precedente al restauro e la documentazione esistente consentivano un certo grado di conoscenza dell’apparato pittorico studiato dal Bovara. Era infatti noto lo sviluppo ornamentale della volta della navata. Diversa la situazione della cupola, che nel 1906 aveva mostrato cedimenti strutturali tali da suggerirne la demolizione e ricostruzione. La volta della nuova cupola era stata preparata per una pittura a fresco, rimasta peraltro non eseguita. In tali condizioni, il restauro attuale, curato dall’arch. Patrizio Sidoti, ha incluso, oltre al risanamento strutturale, anche il restauro dell’apparato ornamentale della volta della navata e un nuovo intervento pittorico per la cupola. Obiettivo finale del restauro è stato di restituire, come è spiegato nella relazione del curatore dei restauri, Giacomo Luzzana “nitidezza all’ambiente nel suo complesso, riequilibrando, attraverso una completa pulitura e il recupero – ove possibile – delle tonalità originarie, la tessitura architettonica, articolata con elementi diversi ma concorrenti all’espressività dei volumi”. L’apparato decorativo realizzato, ha mirato a sottolineare la struttura cruciforme e la direzionalità dello spazio. E’ da notare il fatto che il Bovara apparteneva a un ambiente culturale e religioso in parte contiguo alla visione giansenista, influenzato anche dalle idee di Antonio Rosmini.Tutto questo lo portava a favorire nell’architettura della chiesa, la prossimità tra assemblea e celebranti, nel nome della propensione a una più attiva partecipazione dei fedeli alla liturgia.

Nelle foto: Spaccato, disegno originale del Bovara. Sopra, vista interna dell’aula dopo il restauro.
Vista dell’aula dopo il restauro.
I rosoni della volta sono stati ricostruiti basandosi sui disegni originali.

Allora questa tendenza si manifestò in un’architettura ecclesiastica (il Bovara fu autore di diverse altre chiese, oltre a quella di Annone) lineare, dove veniva esaltato il punto focale dell’altare mentre erano quasi sempre assenti gli altari laterali. Al momento in cui si pose mano all’intervento di restauro, nel 1995, la chiesa aveva subito notevoli infiltrazioni dalla copertura nonché umidità di risalita: fenomeni che avevano causato in più parti il distacco degli intonaci. Inoltre erano presenti fessurazioni in più parti della struttura, dovute all’assestamento seguito ai cedimenti del terreno causati dalla realizzazione del campanile accanto al corpo della chiesa. Erano presenti fessure negli elementi strutturali. La cupola era in “condizioni deplorevoli”, come recita la relazione tecnica stilata dall’ing. Francesco Parolari, specialista in risanamento delle murature. Gli arconi e i pennacchi che sostengono la cupola presentavano screpolature, la più grave delle quali appariva nell’arcone verso la navata principale e si prolungava sopra la parete del tamburo. Per conseguenza anche i mattoni della cupola apparivano sconnessi. I quattro tiranti della struttura della cupola apparivano al limite del cedimento. L’intervento di restauro ha quindi incluso la collocazione di nuovi tiranti, circa 70 centimetri al di sopra di quelli preesistenti.Tali tiranti sono stati collocati in fori eseguiti con sonda diamantata e ancorati con piastre nervate. In ognuna delle due navate laterali sono stati collocati cinque tiranti, con la stessa procedura. Recuperata in tal modo la saldezza della “scatola” strutturale, sono state sigillate le diverse lesioni e sono stati risanati, e ancorati alla struttura, i pennacchi sottostanti alla cupola.

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