Attorno a una villa che sa diGiappone

In una zona residenziale quasi al centro di Varese.

Alla fine dell’800 una febbre di esotismo percorse l’Europa, il “giapponismo”, che influenzò sia l’arredamento che l’architettura e in alcuni casi anche il giardino.

At the end of the ‘800, an exotic fever crossed Europe, “Japan-ism”, which influenced both the furniture and the architecture, and sometimes even the garden.

Molti confondono questo stile con il Liberty, ma sbagliano, perché di tale stile mancano le caratteristiche tipiche: la linea serpentina e il riferimento floreale. C’è invece qualcosa che ricorda il Giappone: la compartizione di superfici bianche con travi di legno per ottenere composizioni astratte di quadrati e rettangoli (vedi nella foto a sinistra la veranda sospesa) come nell’antica architettura giapponese. Ed ha la stessa provenienza anche la ricchezza decorativa dei bordi lignei sotto le gronde del tetto. La persona che ha ristrutturato sia la villa che il giardino è una imprenditrice di successo nel
campo del moderno design, settore bagno. Ma la modernità in questo caso non si è sostituita all’antico e il criterio dell’interveno è stato quello del restauro conservativo. La villa era in buono stato e il restauro è stato abbastanza semplice; così non è avvenuto per il giardino, passato per diverse mani e molti cambiamenti di gusto dalla fine dell’800 ad oggi. Ma diamo la parola alla padrona di casa:“Il giardino, che si trova su una collina all’interno della città di Varese,
è caratterizzato da un sensibile pendio interrotto da due zone pianeggianti: quella dove sorge la villa e un’altra, più in basso, tenuta a prato.

Quando ne ho preso possesso c’erano alcune piante di una certa età, e molte altre più recenti ma poco interessanti (come i pruni selvatici) in un contesto disabitato da anni e quindi inselvatichito. Per prima cosa ho fatto togliere il verde più recente sostituendolo, nelle parti scoscese e in quelle di confine, con piante perenni, fiorite e profumate, facendo attenzione che i periodi di fioritura si alternassero in più stagioni. Il retro della villa si affaccia sulla strada e da lì si entra; in passato c’era invece una strada interna proveniente da un cancello situato in basso: io ho
preferito trasformarla in sentiero, perché mi piace sentirmi il più possibile avvolta dal verde con solo alcune parti aperte al panorama (che per altro è splendido, essendo la villa a un centinaio di metri sopra il lago). Le piante “storiche” non sono molte: un grande frassino (a sinistra della villa in questa foto), un caco, un tiglio potato a ombrello (che qui si vede
a destra della casa) e, più in basso, un gruppo di noccioli con alle spalle alcuni faggi. Ho trovato vicino alla villa anche degli aceri giapponesi, unica nota orientale in un giardino che di esotico non conserva traccia.

Mentre la villa è un esempio di “giapponismo”di fine ‘800,
il giardino fa riferimento al wilde-garden informale dello
stesso periodo: tuffarsi in un verde che cerca il più possibile di apparire naturale e nello stesso tempo colorato e pieno di situazioni interessanti.

While the villa is an example of late-800 “Japan-ism”, the
garden makes reference to the informal wild-garden of the same period: diving in a kind of green that best tries to look natural and colored altogether, full of
interesting situations.

La zona che d’estate più utilizziamo è quella protetta dall’antico tiglio a ombrello, dove spesso pranziamo e riceviamo gli amici, come probabilmente facevano i precedenti proprietari. Poco sotto, a una curva del sentiero, vi sono tre altalene in grado di sostenere anche persone adulte, come si usava una volta. A sinistra ci sono fotinie red robin e a destra alcuni prunus lusitanica; al centro vi è il muretto originale, ricostruito con porfido di Quasso da un artigiano che conosce la tecnica del muro di pietra “a secco”; sopra si sporgono piante di rose procombenti. Il prato è quello rustico, adatto per questo tipo di giardini: un prato misto, calpestabile senza problemi, da tosare una volta ogni dieci giorni in piena stagione. Il giardino, anche se è informale, non rinuncia ad alcune bordure fiorite lungo il sentiero (nel momento delle foto erano i tageti a dare una nota di colore squillante). Poi nella parte bassa, ai bordi di quello che chiamiamo “il pratone”, c’è un misto di arboreo ed erbaceo “all’inglese”, dove convivono, tra l’altro, mughetti e peonie. Da lì c’è una vista sche spazia dal lago alla catena delle Alpi fino al massiccio del Monte Rosa.”

Many mistake this style with Liberty, wrongly, since it lacks the typical characteristics of that style: serpentine lines and floral reference. There is something, instead, resembling Japan: the division of white surfaces through timbers in
order to obtain abstract compositions of squares and rectangles (see in the picture the hanging veranda) like in the ancient Japanese architecture. The same origins characterize the decorative richness of the ligneous edges below the
roof-gutters. The person who restructured the villa and the garden is a successful entrepreneur in the field of modern design, bathroom interior. But in this case, modernity has not replaced the ancient and the criteria for the
intervention is that of conservative restoration.

The villa was in good state, and the restoration has been quite easy; it has not been such for the garden, gone through a number of hands and many trends since the end of the 19th century
until now. Let the owner of this house talk for us: “The garden, located on a hill in the city of Varese, is characterized by a sensible slope broken by two plains: the one where the villa is built and another one, lower, kept as a lawn.
When I took possession of it there were some aged trees, and many younger ones, less interesting (like the wild blackthorns) in a context deserted for years and therefore enwildened. First of all, I had the most recent green taken
away substituting it, in steep and borderline parts, with perennials, flowering and fragrant, making sure that the blossom times alternate in more seasons.

Metodi e tecniche per irrigare il tuo giardino

L’acqua è un elemento essenziale per la vita, anche per quella di piante e fiori.
Un efficiente impianto di irrigazione potrà senza dubbio costituire un ottimo aiuto
per mantenere sane ed in salute le piante

L’impianto d’irrigazione viene progettato in relazione al giardino. La prima cosa da fare è valutare la giusta collocazione degli irrigatori, dell’ ala gocciolante e del pozzetto centrale. Gli irrigatori generalmente in commercio possono bagnare con diverse angolature (90°, 180°, 270°, 360° o a piacere) e vengono preferibilmente posizionati sul perimetro del giardino.
Un problema di quasi tutti gli impianti è la pressione dell’acqua. Generalmente una normale linea domestica è sufficiente ad alimentare 5 o 6 irrigatori per volta. Per cui se il giardino richiede più irrigatori si dovranno prevedere diverse zone (vedi colori nel disegno). E’ importante che ogni zona abbia tutti gli irrigatori dello stesso tipo. L’impianto d’irrigazione può essere sia manuale (cioè con apertura dei rubinetti a mano), che automatico (con elettrovalvole). Prima di decidere valutiamo i costi che vogliamo sostenere. In ogni caso, come già detto, la prima cosa da fare sarà dividere il nostro giardino (che può comprendere anche aiuole, vasche, terrazzi e rocciosi) in zone che saranno alimentate da un unico tubo; questo tubo dovrà essere del diametro proporzionato al numero e al tipo di irrigatori. Tipo manuale: Se si è optato per questo metodo si dovranno fare tante derivazioni quante sono le zone, predisponendo una saracinesca per ogni derivazione. Se optiamo per l’automatico, ogni zona richiederà una elettrovalvola che dovrà essere collegata alla centralina (da collocarsi in posizione asciutta e riparata dalle intemperie), che gestirà automaticamente l’impianto. E’ inutile dire che l’impianto automatico presenta notevoli vantaggi. Per avere sonni tranquilli mentre siete in vacanza o per non alzarsi la mattina alle quattro per accendere l’impianto, rendere automatica l’irrigazione è la soluzione ideale. Per evitare che l’impianto parta anche in condizioni di pioggia o dopo abbondati precipitazioni è bene dotare l’impianto di un sensore pioggia.

ALA GOCCIOLANTE

Questo metodo garantisce un minor spreco d’acqua ed è una ottima soluzione per siepi,
balconi, fioriere e rocciosi. E’ buona norma dedicare una zona specifica dell’impianto
all’ala gocciolante dato che solitamente deve restare in funzione molto più a
lungo degli irrigatori del giardino.

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