6 francobolli per il design italiano

 

A colloquio con Daniele Baroni storico del design

intervista di Walter Pagliero

 

Una serie di eleganti francobolli sul tema del design made in Italy sono stati emessi dalle Poste Italiane e lei ne ha curato la presentazione. Nella cartella stampa ha parlato di “elegante visibilità” delle opere lì riprodotte; le sembra un’operazione utile e riuscita?
Per la prima volta in questa occasione le poste italiane hanno accolto l’idea di offrire ai collezionisti filatelici una serie dedicata al design nel settore dell’arredamento. Mi pare un evento importante per questo tipo di emissioni che di solito illustrano commemorazioni storiche, celebrazioni religiose o cicli artistici. Il design ci sta bene insieme e si è trattato di un’opportunità non indifferente vista la capillarità della diffusione: hanno stampato qualche milione di francobolli. Una visibilità elegante ma anche efficace.
Nella breve introduzione inserita accanto ai francobolli lei ha saputo dare in poche righe il significato di “design” e un’immagine del “design italiano” degli ultimi cinquant’anni. In modo altrettanto succinto potrebbe indicare i pregi e i limiti del disegno industriale made in Italy in una prospettiva storica?

Nel settore dell’arredamento si è raggiunto un livello qualitativo elevato (questo a detta di tutti) non solo nei prodotti delle aziende leader, ma anche in una parte di quelle di livello medio. Naturalmente le aziende dove operano designers di chiara fama, che producono dei modelli di riferimento sia dal punto di vista tecnologico che comunicativo, sono aziende che hanno un ruolo trainante sul mercato. Dal punto di vista storico, negli ultimi cinquant’anni ci sono stati dei momenti che hanno rivoluzionato il gusto della gente, ma attualmente c’è una omologazione su un livello “alto” senza che vi siano grandi innovazioni. Avviene un po’ come nel mondo 6 francobolli per il design italiano delle automobili, dove tutte le case hanno dei modelli che si assomigliano su uno standard molto elevato, probabilmente per ragioni di marketing.
Pensa si possa parlare di tendenze all’interno del design italiano e quali si possono cogliere nella più recente produzione?
Più che di tendenze parlerei di orientamenti comuni che avvicinano i designers alla scelta di certi materiali plastici innovativi, a una generale semplificazione formale, alla preferenza per leggerezza e trasparenza.
Quali consigli darebbe a una giovane coppia che deve arredare una nuova casa?
Un grande pregio di questo design sta nell’autonomia di ogni singolo pezzo, per cui non è più necessario acquistare mobili coordinati per ogni ambiente, ma si possono accostare tanti pezzi singoli con caratteristiche diverse per avere più possibilità espressive. “E’ stata un’opportunità non indifferente, vista la diffusione di qualche milione di francobolli”.

 

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