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Testo di: Walter Pagliero, architetto

E’ chiaro che le sedie si scelgono in relazione al tipo di arredamento e non viceversa. Ma se cominciassimo a costruire l’immagine di un interno proprio dalla sedia? Penso che arriveremmo a un risultato molto più personale.

A un architetto francese degli anni ‘30 chiesero quale fosse il mobile più significativo di un interno e quale facesse capire meglio l’estetica di un arredamento. La sua risposta fu chiara: la sedia. Si era in un momento di rivolgimenti
culturali che riguardavano l’architettura come il design (del design industriale da poco si era cominciato a parlare), e la sedia era forse l’elemento d’arredo più mutato, quasi irriconoscibile rispetto alla tradizione. In quel periodo per costruire una sedia si usava il tubo cromato, che come un serpente ”cubista” si poggiava sul pavimento con spire rettangolari. In quel periodo chi decideva di sedersi su una sedia senza gambe, ma con il tubo, aveva deciso per una precisa scelta di campo: era con i modernisti contro i passatisti, e aveva fatto propria la loro ideologia “funzionalista”.

Nelle foto: Sedie Jenette dei fratelli brasiliani Fernando e Humberto Campana, prodotte da Edra in poliuretano strutturale stampato ad iniezione. Originariamente erano pensate per una collezionista americana ed eseguite manualmente in legno: questa trasformazione segna il passaggio dei due artigiani-artisti a un design più industriale. La sorpresa è nello schienale rivestito da un migliaio di esili fuscelli in pvc che oscillano come mossi dal vento.
Le poltroncine ergonomiche su sfere rotanti Work di Vico Magistretti prodotte da DePadova per un ufficio manizzato pensato come “spazio domestico”, per rendere il luogo di lavoro confortevole come la propria casa. Sono così comode e leggere che molti le utilizzano anche in soggiorno. Sopra, gonfie e molto materiche, le lampade Cloud disegnate da Frank O. Gehry, l’estroso architetto del museo di Bilbao.

Oggi è difficile fare barricate e dividersi ideologicamente per colpa di una sedia, ma questo indispensabile strumento del nostro comfort resta pur sempre un oggetto che ci esprime, che fa conoscere a chi lo vede i nostri gusti. Ci sono libri che mostrano migliaia di disegni di sedie, ed è incredibile come su questo tema si possa continuamente innovare.
Queste pubblicazioni si potrebbero usare come test psico-culturali: dimmi che sedia preferisci e ti dirò chi sei. La sedia è il primo gradino dell’arredamento e l’arredamento, si sa, è lo specchio dell’anima. Se improvvisamente desiderate in casa vostra cambiare tipo di sedie: attenzione, state cambiando in profondità e dopo le sedie è probabile che cambierete anche la vostra vita.

Nelle immagini successive: alcune delle novità in fatto di sedie presentate al Salone del Mobile di Milano di quest’anno. La mancanza di nuove tendenze porta a rielaborare idee e modelli durevoli con l’aggiunta di dettagli e particolari più sofisticati, come fa il designer Philippe Starck quando riveste una forma di sedia per lui abituale con un nuovo tessuto firmato da uno stilista (la sedia infatti si chiama “Mademoiselle indossa Missoni”).

Il designer francese Philippe Starck ha presentato quest’anno per Kartell una sedia che crea un ponte tra design di moda e moda-couture utilizzando un inedito tessuto di Rosita Missoni. Il fenomeno è nuovo e il nome della sedia lo sottolinea, si chiama infatti “Mademoiselle indossa Missoni”.

Nata dalla costola di un modello precedente (si chiamava “Butterfly”) questa poltroncina del giovane designer francese Christian Ghion per Sawaya & Moroni sta avendo molto successo grazie all’idea di mescolare una forma funzionale e archetipica con un tessuto dal disegno neobarocco. E’ sicuramente all’interno di un interesse per l’eclettismo spinto.

Ecco, sempre per Kartell, una sedia dal dettaglio innovativo: è la “Topcut” di Philippe Starck, con una spalliera che a metà altezza cambia musica: da plastica opaca e non trasparente diventa di colpo traslucida e diafana come l’ala di una libellula. Una metamorfosi sorprendente.

La “Sfogliata” di Gaetano Pesce per Meritalia si può prima annusare e poi mangiare con gli occhi, tanto è materica e ben cucinata. Qui la sfoglia è la doppia tela sorretta da sette stecche in fibra di vetro come una guepière. Il sedile è un materassino pieno di peli irti e flessibili, gommosi e accoglienti. L’utente dovrà sentirsi come il “ripieno” di una sfogliatella.

La 29ma edizione del Salone Internazionale della Sedia – promosso da Promosedia – si terrà dall’8 all’11 settembre 2005 nella consueta cornice del quartiere UdineFiere. Qualità, tecnologia ed alta specializzazione saranno i punti di forza della manifestazione. In mostra migliaia di modelli di sedie per le categorie residential, contract e ufficio. Per maggiori informazioni consultare il sito: www.promosedia.it

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