La villa nata da una stalla

Dove stava il fienile, ora si apre un belvedere.
L’antica struttura acquista nuova vita con gli interni di assoluta contemporaneità

Nel dialetto ladino del Comelico, con la parola tabié si indica il tipico edificio rustico che ospitava in passato la stalla e il fienile. Uno di questi edifici rustici, da tempo in disuso, è stato recuperato come dimora per le vacanze per una coppia di appassionati della montagna. Il recupero è un po’ un intervento sperimentale: ha previsto la conservazione integrale della struttura dell’edificio, che è costruito interamente in legno.
I necessari interventi di consolidamento sono stati effettuati esclusivamente con materiali e lavorazioni tradizionali. L’arredo, realizzato in pannelli multistrato di abete, è stato integrato nella struttura originale a telaio ligneo con controventi, che è stata lasciata a vista. Al piano intermedio, dove un tempo era ricoverato il fieno e venivano battuti i cerali, ora sta un ampio soggiorno vetrato che si apre sulla vallata. Lo completano una panca perimetrale, un grande tavolo in legno e metallo e un focolare.

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<Video, schede web, approfondimenti, dettagli prodotto e altro ancora >L’edificio ospitava la stalla e il fienile. Ora, se all’esterno mantiene il suo profilo storico, all’interno diventa luogo privilegiato per vivere appieno la montagna. Quel che fu costruito come ricovero per il lavoro, ora a acquistato nuova vita.
Il progressivo aumento di superficie dei piani man mano che si sale di livello protegge la base dell’edificio da neve e pioggia.

VIVIANA FERRARIO E ANDREA TURATO, ARCHITETTI, SONO SOCI FONDATORI DI PATCHWORK STUDIARCHITETTURA DI PADOVA, ALL’INTERNO DEL QUALE SVOLGONO  ATTIVITÀ DI RICERCA E PROGETTAZIONE A SCALA ARCHITETTONICA E TERRITORIALE. DA NUMEROSI ANNI STUDIANO LE ARCHITETTURE TRADIZIONALI LIGNEE DELLA MONTAGNA VENETA, CON PARTICOLARE ATTENZIONE ALLE TECNICHE DI RECUPERO INNOVATIVE E SOSTENIBILI. HANNO PARTECIPATO A DIVERSI PROGETTI DI RICERCA EUROPEI (PROGETTO PILOTA D2 “SPAZIO ALPINO”, IMONT “TRADIZIONI COSTRUTTIVE ALPINE”, ALPCITY, SUSPLAN) SUL TEMA DEL RECUPERO DELLA TRADIZIONE COSTRUTTIVA ALPINA E HANNO AL LORO ATTIVO PUBBLICAZIONI ED ESPERIENZE CONCRETE DI RECUPERO E RIUSO DI EDIFICI RURALI STORICI. SI OCCUPANO DI PROGETTAZINOE URBANA, PAESAGGISTICA, RESIDENZIALE, COMMERCIALE, DI INTERIOR DESIGN, DI COMUNICAZIONE. TRA I LORO PROGETTI PIÙ RECENTI: RECUPERO URBANO A CASTELFRANCO VENETO, PROGETTO DI UN’AREA ARTIGIANALE E COMMERCIALE A RESANA (TV), COMPLESSO RESIDENZIALE A VASTO, VILLE LUNGO LA COSTIERA ADRIATICA, APPARTAMENTI A PADOVA, VICENZA, BRESANONE, ARCELLA, CENTRO MEDICO A PADOVA, RITRUTTURAZIONE DELLA CHIESA DI SANT’ANTONIO DOTTORE A PADOVA…Le barre di legno orizzontali erano un tempo usate per esporre al sole il raccolto e asciugarlo, così da poterlo riporre nel fienile. Oggi le barre restano come ornamento, scansione ritmica nella luce delle finestre che affacciano verso il panorama. Lungo le pareti, rivestite in pannelli multistrato che esaltano la luminosità dell’ambiente, si dispone una panca che dà unitarietà al soggiorno e lo presenta come luogo ospitale e protetto. Il contrasto tra le nuove e le antiche superfici di per sé vale ad arredare la casa.

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