LEGNA E FUOCO

Parleremo delle diverse proprietà combustibili della legna dei nostri boschi, considerando con attenzione i sistemi più idonei ed ecologici per raccoglierla.
In questo servizio, ci occuperemo invece di come sistemare “a regola d’arte” le nostre scorte di legna, presentando in due schede riassuntive le caratteristiche di due diverse essenze.
L’accatastare la legna può diventare sicuramente un’opera d’arte, come nella splendida immagine della pagina successiva, rallegrata da fiori vivaci. Un’arte che si accompagna ad abilità tecnica, e ad una buona dose di ingegno per evitare perdite di tempo e sprechi di energia.
Il criterio imprescindibile per rispondere alla domanda: “dove mettiamo la legna?”, è semplicemente: “dove è più comodo”. Immaginiamo una spensierata scenetta familiare.È inverno, grandi e piccini si stanno godendendo il caldo nei pressi del camino. E tardi, fuori sta nevicando. Lentamente, ma inesorabilmente, la fiamma che brilla si sta estinguendo. A questo punto, se si vuole continuare a godere del piacevole tepore del bel fuoco acceso, qualcuno (generalmente si tratta del papà), dovrà prendere la gravosa decisione e, anche se sarà già avvolto in una calda vestaglia, uscire di casa a fare provvista di legna. Un caso come questo impone di applicare la massima razionalità nella scelta del luogo dove sistemare la catasta. Sarebbe opportuno, in ogni caso, tenere una piccola scorta di legna in casa, per evitare di incorrere in spiacevoli disavventure .
Una casa di campagna o in montagna sarà certamente dotata di una porzione di spazio all’esterno, per cui non sarà difficile utilizzare una struttura preesistente (un portico, una piccola veranda, una capanna), oppure crearne una semplice, ex-novo. Essenzialmente è cercare di fare in modo che il tragitto dalla legna alla casa sia il più breve possibile, perchè la legna pesa e, diversamente, fare una quantità innumerevole di viaggi per trasferire i ciocchi dall’esterno all’interno, alla lunga diventa un’attività faticosa, che consentirà di mantenere una smagliante forma fisica, ma alla lunga farà venire qualche dubbio sulla bellezza e praticità del camino (o della stufa). Un’ottima idea è quella di dividere la legna a seconda del peso e dell’utilizzo. Una pila di legna minuta e ciocchi piccoli per l’accensione del fuoco, una per il materiale di media grandezza, ed una per i ciocchi più grossi. A questo punto, si potrà uscire a prendere la legna anche ad occhi chiusi. Appassionarsi a queste operazioni, è senz’altro un modo molto bello di approfondire la conoscenza con il camino, per invitarlo a donarci un fuoco sempre più allegro e duraturo.L’IDEA DEL CAMINETTO QUI REALIZZATO NASCE DALLA IMPOSSIBILITÀ DI INCASSARE, PUR PARZIALMENTE IL MANUFATTO NEL MURO PERIMETRALE, SENZA COMPROMETTERE LA STATICITÀ DELLO STESSO. È STATO COSÌ UTILIZZATO UN MONOBLOCCO GREZZO DELLA DITTA PIAZZETTA, CHIUSO DA UN’ANTA SCORREVOLE, IN VETRO TEMPERATO. A SUA VOLTA SONO STATI REALIZZATE DUE QUINTE IN GAS BETON DI MISURE DIVERSE, POSTE UNA DI FRONTE A L’ALTRA, CON EFFETTO DIVERGENTE E CON INTERPOSTI TRA DI LOROALCUNI FARETTI A BASSATENZIONE AL FINEDI RENDERE PIÙ LEGGERO L’IMPATTO SULL’AMBIENTE CIRCOSTANTE. LEPARETI IN CEMENTO SONO STATE ULTIMATE CON UN INTONACO AD EFFETTO MATERICO RIFINITO CON COLORANTI E POLVERIMETALLICHE. LA CORNICE PERIMETRALE DELLA BOCCA DI FUOCO È IN LAMIERA DI RAME, CON SALDATURE A ZINCO, IL TUTTO TRATTATO AD ACIDO E RIFINITO POI A VERNICE TRASPARENTE, PER BLOCCARNE L’OSSIDAZIONE ULTERIORE. AL FINE DI RENDERE ARMONICA LA PRESENZA INUSUALE DI UN CAMINETTO COSÌ MODERNO IN UN AMBIENTE CLASSICO SI È DECISO DI REALIZZARE UN MOBILE SU MISURA, COSTRUITO IN LEGNO LACCATO LUCIDO INSERITO E COLLEGATO DIRETTAMENTE ALLA BASE DEL CAMINETTO. ARCH. MICHELE VOLPIIl forno a legna è il simbolo della cucina tradizionale e dà le più grosse soddisfazioni: dalla semplice pizza agli arrosti, ogni cibo acquista un sapore diverso, inconfondibilmente più genuino.LA GAMMA DI STUFE DOTATE DI TECNOLOGIA COMFORT AIR, UN PARTICOLARE SISTEMA BREVETTATO DA MCZ CHE PUÒ SCALDARE PIÙ AMBIENTI ANCHE NON COMUNICANTI, FINO A UNA DISTANZAMASSIMA DI 8 METRI CON 60°C IN USCITA. COMFORT AIR CONSENTE INOLTRE IL LIBERO POSIZIONAMENTO DELLE BOCCHETTE (ANCHE IN PROSSIMITÀ DEL PAVIMENTO), CON INDUBBI VANTAGGI ESTETICI RISPETTO AI SISTEMI TRADIZIONALI. GRAZIE A DUE VENTILATORI INDIPENDENTI REGOLABILI ELETTRONICAMENTE, LE STUFE A PELLET COMFORT AIR CONSENTONO UN PRECISO CONTROLLO DELLA DIFFUSIONE DEL CALORE TRA I VARI AMBIENTI DOVE L’ARIA VIENE CANALIZZATA. UNA VERA RIVOLUZIONE DEL CALORE INGRADODI EMOZIONARE E DONARE UNANUOVA ATMOSFERA DI BENESSERE AGLI AMBIENTI LIVING DELLA CASAMODERNA. LE STUFE A PELLET DOTATE DEL SISTEMA COMFORTAIR SONO STATE PENSATE PER SODDISFARE LE PIÙ DIVERSE ESIGENZE DI RISCALDAMENTO, SIA IN TERMINI DI STILE D’USO, DI DIMENSIONE DELL’AMBIENTE DA RISCALDARE E DI BUDGET. QUI IL COMFORT È SEMPRE PRESENTE! MCZIl calore che piace alla natura
www.palazzetti.itLA COMPLETA RISTRUTTURAZIONE DI QUESTA RESIDENZA SITUATA NEL CUORE DI TRASTEVERE A ROMA, È STATA FORTEMENTE INFLUENZATA DALLA PRESENZA DEL GRANDE GIARDINO CHE SI APRE SULLA LUSSUREGGIANTE ALTURA DEL GIANICOLO.
GLI SPAZI SONO STATI COMPLETAMENTE RIORGANIZZATI RISPETTO ALLA DISTRIBUZIONE PRECEDENTE, DANDO UNA MAGGIORE RAZIONALITÀ AGLI AMBIENTI CHE VENGONO COSÌ SFRUTTATI IN MODO ASSAI PIÙ EFFICIENTE. L’OBIETTIVO DEL PROGETTO È STATO QUELLO DI CREARE UN EQUILIBRIO FRA L’ANTICA STRUTTURA DEL PALAZZO E LO STILE MODERNO DEGLI INTERNI. LA ZONA GIORNO, CONCEPITA COME UN OPEN SPACE,
SI AFFACCIA SUL GIARDINO DANDO PROFONDITÀ AGLI SPAZI.
DALL’INGRESSO VIENE DATO RISALTO ALLA POSIZIONE SIMMETRICA DEL CAMINETTO DALLE LINEE ESSENZIALI.
LA ZONA NOTTE È DIVISA IN DUE CAMERE DA LETTO, TRE BAGNI EDUE CABINE ARMADIO. ARCH. CAROLA VANNINI(Castanea sativa)
Quest’albero molto diffuso nei nostri boschi soprattutto nelle zone montane e submontane, è stato coltivato con cura in tutt’Italia fin dall’epoca romana, selezionando le varietà di frutto. In passato la legna che si otteneva da questa pianta veniva utilizzata anche per fornire calore in camini e stufe. Risulta però poco adatta perché troppo ricca di tannini che rendono difficoltosa l’accensione, inoltre scoppietta e manda scintille che possono dare problemi alla pavimentazione ed ai tappeti. Attualmente anche nelle località di montagna non viene venduta quasi più: può vevir fornita a volte a basso costo per stufe a legna quando è necessario sfoltire un bosco. Poiché il legno di castagno è duro ed abbastanza elastico, viene utilizzato per infissi, mobili, travature ed anche per ottenere estratti tannici. La corteccia è liscia, brillante, di colore bruno-rossastro quando la pianta è giovane; in seguito diviene grigio scura, rugosa e screpolata. In sezione il legno presenta colore bianco giallastro nella zona più vicina alla corteccia (alburno) mentre più internamente (duramen) ha colore bruno. Si hanno castagneti da frutto per la raccolta di castagne le quali hanno un alto valore nutritivo a causa della grande quantità di amido che contengono e castagneti cedui adibiti alla produzione di legname. In questi ultimi i castagni sono ridotti in ceppaie con tagli eseguiti alla base del tronco. Dalle ceppaie si formano dei nuovi fusti molto vigorosi che crescono piuttosto velocemente. Nei castagneti da frutto gli alberi più diradati sono molto possenti e possono raggiungere anche l’altezza di 30 m. Per agevolare la raccolta delle castagne, il cui consumo attualmente è diminuito, si devono attuare accurate pratiche colturali tra cui la ripulitura del bosco per asportare i giovani alberi ed i rami caduti, la raccolta delle foglie secche utilizzate per concimare, lo sfoltimento e la potatura dei rami alla base dei tronchi. A giugno le infiorescenze maschili giallastre spiccano numerose tra le foglie mentre i fiori femminili poco appariscenti sono racchiusi in una piccola cupola verdastra che si ingrossa a form
are il noto riccio il quale racchiude i gustosi frutti autunnali.(Robinia pseudacacia)
L’abbandono della gestione dei boschi cedui, ha fatto sì che la robinia, uno degli alberi che potrebbe fornire ottimo combustibile, sia completamente trascurata.
È una specie esotica proveniente dal Nord America che fu introdotta in Europa come pianta ornamentale per la prima volta nel 1601 dal giardiniere del Re Enrico IV Jean Robin; in Italia é presente da 200 anni.
Venne utilizzata in seguito per rimboschire terreni ghiaiosi e per consolidare le massicciate della ferrovia. La sua presenza favorisce il miglioramento di suoli degradati poiché, come tutte le leguminose, ha la capacità di fissare l’azoto atmosferico e di renderlo disponibile nel terreno. È una pianta molto resistente con poche esigenze che ama molto la luce; (può giungere all’altezza di 20-25 m. con una chioma leggera).
Presenta una elevata capacità di accrescimento e può produrre polloni direttamente dalle radici.
Queste caratteristiche, oltre ad averne favorito la diffusione naturale, hanno spinto l’uomo a creare zone a ceduo che risultano già pronti per il taglio appena dopo 8-10 anni. Si taglia sempre al termine dell’inverno e all’inizio della primavera per favorire la crescita delle nuove gemme che si formano.
Il legno molto duro, è consigliato per pali, manici, e ruote; difficilmente viene attaccato dagli insetti e brucia bene anche se è tagliato da poco. La corteccia è rugosa, grigio-bruna ed a volte fessurata. Nel tronco in sezione si osserva una parte più interna del tronco (duramen) di colore bruno, una parte più esterna (alburno) giallastra. Sui rami vi sono numerosi aculei molto robusti. I fiori, presenti in maggio-luglio, sono riuniti in inforescenze pendule con corolla bianca ed hanno un delicato profumo. Le api vanno molto ghiotte della grande quantità di nettare che questi fiori producono ed il miele che si ricava è il così detto “miele d’acacia” molto trasparente, chiaro e dal gusto delicato.
I frutti sono dei legumi coriacei e compressi che si aprono quando i semi, molto duri e di colore nerastro, sono pronti per la disseminazione. Grande è la facilità di propagazione e germinazione su qualsiasi terreno; ciò rende la specie altamente invadente e infestante. Soprattutto nella Valle Padana, nelle zone appenniniche e preappenniniche si sono formate boscaglie impenetrabili e poverissime in sottobosco. Potrebbe essere positivo utilizzare con adeguata gestione questo patrimonio di legname così che possano essere ulteriormente salvaguardate le formazioni forestali tipiche delle nostre zone con specie ben più importanti dal punto di vista ecologico.MIUXTRA EMIU II (QUI PRESENTATO NELLA VERSIONE BIFACCIALE) SONO I DUE NUOVI MODELLI DELLA SERIE DESIGN KAMINE DIAUSTROFLAMM.
UN MONOBLOCCO AD ALTA EFFICIENZA INTERAMENTE RIVESTITO IN MATERIALE TERMICO RADIANTE E AD ACCUMULO PER UN RENDIMENTO ED UN’AUTONOMIA DAVVERO ECCEZIONALI. NELLA VERSIONE MONOFACCIALE, MIU È INOLTRE DOTATO DELLA TECNOLOGIA XTRA, CHE SFRUTTA, SECONDO LA POSIZIONE DATA AL PIANO SUPERIORE REGOLABILE, LA DIFFUSIONE DEL CALORE TRAMITE IL MOTO CONVETTIVO, RAPIDO, NATURALE E A DISTANZA, OPPURE L’ACCUMULOCHECONSENTEPROLUNGATEAUTONOMIE. (AUSTROFLAMM, DISTRIBUIO DA MONTEXPORT)IN UN MONDO ORMAI RADICALMENTE TRASFORMATO, IL LUOGO DELL’ABITARE DIVENTA UN AMBIENTE INTIMISTA E MEDITATIVO A MISURA D’UOMO, DOVE TUTTI GLI ELEMENTI PRIMORDIALI, ACQUA, FUOCO, PIETRA E VEGETAZIONE, CREANO UNA SORTA DI MICROCOSMO PARALLELO CHE COCCOLA L’UOMO CON LA PUREZZA E L’ESSENZA. QUESTA NUOVA IDEA DI AMBIENTE, BASATO SU CARDINI CHE RAPPRESENTANO LA NOSTRA ESSENZA PIÙ INTIMA, MIRA ALLA SINTESI DI EMOZIONI PRIMIGENIE TRADOTTE IN UNO SPAZIO DA VIVERE IN PIENA LIBERTÀ, RIPORTANDO QUOTIDIANAMENTE ALLA LUCE I SENSI ORMAI SOPITI E LE PROFONDE RADICI DEL NOSTRO ESSERE. ARCH. FABIO ROTELLA

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