La sfida della fede

Esteban Fernández Cobián è docente alla Facoltà di Architettura di la Coruña, in Spagna e da anni si occupa dello spazio sacro contemporaneo.

La chiesa dev’essere un edificio singolare, riconoscibile, che si distingua e che si mostri per quel che è; inoltre la sua architettura deve in qualche modo mediare, anche agli occhi del non iniziato, tra il tempo presente e l’atemporalità, tra il quotidiano e mondano da un lato, e dall’altro l’intimità e il mistero della spiritualità. La architettura sacra deve saper parlare della sua propria dedicazione alla divinità e includere una funzione didattica, riconoscendo se stessa non come mero contenitore simbolico, bensì come concretizzazione e veicolo di tutta un catechesi virtuale.
Di fronte a questa necessità, la pittura e la scultura moderna si caratterizzano principalmente per il proprio solipsismo, per la propria autonomia e autosufficienza, al di là di qualsiasi funzione rappresentativa. E per sua parte, l’architettura
moderna ha mostrato di trovarsi in difficoltà nel momento in cui deve assumere un significato: sia per carenza di strumenti figurativi, sia, in senso opposto, a causa della eccessivamente vasta diffusione di messaggi che oggigiorno ci
giungono attraverso lo spazio mediatico. Lo sviluppo della tecnologia della comunicazione, in tutta evidenza si traduce in detrimento per l’architettura quale strumento di informazione, riducendo quindi la sua capacità di ricoprire una funzione didattica e ordinatrice. L’architettura, senza dubbio, perde importanza e protagonismo anche come spazio di creazione di senso nel campo della produzione culturale. Basti pensare, per esempio, al modo in cui le nuove tecnologie della comunicazione sembrano a loro volta legate alla cultura della velocità e del consumo, dell’effimero e dell’utilità, che è così lontana dal discorso dell’interiorità, del sereno riflettere, del trascendente e della pace. In queste condizioni, forse proprio la semplice immediatezza del messaggio che proviene dall’arte sacra potrebbe riaffermarsi con forza, proprio nella misura in cui si pone in contrasto con la volatilità e il dinamismo aggressivo, vertiginoso ed evanescente, con l’alluvione dei segni di ogni tipo che sta oggi inondando lo scenario sociale.

(Il testo qui in parte citato è stato pubblicato nella rivista spagnola “Ars Sacra” n. 35)

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