Il rettoreIl seminario è autentico strumento di preghiera

Nella preparazione dei giovani seminaristi del corso di teologia a diventare futuri parroci responsabili, il Seminario prevede l’insegnamento di specifiche discipline entro le quali non è però contemplato l’apprendimento obbligatorio di materie quali la storia dell’ar te contemporanea e l’architettura moderna, che disciplinano l’acquisizione di conoscenze che potrebbero rivelarsi d’aiuto in un ipotetico rapporto tra il futuro (parroco) committente di opere d’arte e di architettura sacra e l’artista o l’architetto.

“Nel programma di studio, non esiste una materia specifica d’insegnamento sulla storia dell’arte e l’architettura “, afferma Mons. Giovanni Carzaniga, rettore del Seminario di Bergamo, “ma continui richiami lungo il cammino dello studente, che vanno da momenti di riflessione nelle varie materie, a veri e propri esperimenti di contemplazione, ad esempio direttamente in luoghi sacri, dove lo studente è invitato ad esprimere le proprie emozioni e i propri sentimenti di fronte ad un opera d’arte o nello spazio di una chiesa.

Queste occasioni di incontro, che sono state curate con alcuni allievi da don Giacomo Invernizzi , (Vicerettore del Biennio Teologico del Seminario) che ha organizzato visite ad esempio alle chiese di Sant’Antonio e di Longuelo in città, sono stati momenti di silenzio e di contemplazione che sono serviti da stimolo per esplorare le direzioni spirituali dello spazio sacro moderno e la conseguente possibilità e attuabilità della preghiera e dell’incontro con il Signore anche in questi luoghi, a volte molto distanti dallo schema che ha introdotto e tuttora conduce ‘l’abitabilità’ (nel senso più pieno del termine) nostra dello spazio chiesa.

Nel corso di studio di Teologia, ciclicamente, viene proposto tra i corsi complementari un corso di Arte Sacra. Nell’anno 1999-2000 si è svolto il corso tenuto dal prof. don Giuseppe Sala, (consulente diocesano di Arte Sacra Nuova e delegato vescovile per i rapporti con le Soprintendenze per i Beni Culturali), dedicato al luogo di culto cristiano nella storia con uno studio dell’evoluzione architettonica dell’edificio chiesa e del rapporto arte-liturgia dagli inizi ai nostri giorni. Alcuni passi si stanno facendo quindi , pur senza la presenza di una materia di insegnamento specifica “.

Il corso di don Sala è un segnale positivo che dovrebbe però assumere una veste più istituzionale anziché di materia complementare, alla quale aderiscono solo pochi interessati sensibili all’arte.
Altri segnali di stimolo verso una comprensione del sentimento spirituale nelle espressioni dell’arte moderna che il seminario ha voluto incoraggiare viene da altri esperimenti attuati con alcuni artisti e studenti, dove si è cercato dapprima di stimolare gli artisti ad una produzione moderna di arredi sacri , facendo eseguire ad esempio alcuni ostensori, per poi adottarli come strumento di preghiera e di riflessione sulla potenzialità del linguaggio moderno nell’arte sacra.

“I tempi stanno pian piano maturando”, afferma don Giacomo, “i giovani seminaristi, tendenzialmente, preferiscono dialogare con le opere tradizionali. La ricchezza della tradizion, vissuta come sicurezza e traguardo ‘insuperabile’ della ricerca, rischia di diventare ostacolo alla fatica di entrare in relazione con il linguaggio moderno, e conseguentemente di promuoverlo (rischiando la deriva del riferimento alla ‘produzione di serie’)”.

La strada in questo senso è ancora lunga, anche se più di prima il prete comincia ad abituarsi agli stimoli del moderno, ad esempio celebrando in nuove chiese . Esiste pertanto una grande speranza che fortificherà con il maturarsi della sensibilità dei futuri parroci .

 

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