Il camino nell’Ottocento

Agli inizi del XIX secolo classicismo e stile Impero espressero ancora una volta il legame tra la ripresa di stili antichi per esaltare la potenza dell’imperatore. Lo stile Impero che ha avuto inizio all’epoca del Direttorio, raggiunge il suo apice nel periodo napoleonico trasferendo le forme dell’antichità romana anche nei mobili e negli elementi d’arredo. Uno dei tratti più peculiari dell’architettura dell’Ottocento fu il suo legame con il passato in un epoca di grandi mutamenti. Il pensiero illuminista aveva portato alla classificazione razionale in modelli dei monumenti antichi e ha aperto la strada all’imitazione degli stili del passato che ora venivano riproposti con grande fedeltà. Parallelamente i grandi progressi della tecnica costruttiva ma in “tutte le costruzioni importanti” scrive Giedon “tutti gli edifici dai quali lo spettatore si aspettava di ricevere un’impressione estetica seria, si presentavano in elaborata veste storica” così dal classicismo si passa al neoclassicismo producendo dei revivals storici come il neogotico, neoromanico, ecc. In Inghilterra viene coniato il termine: historicim ovvero, storicismo. Ma l’Ottocento è il grande secolo in cui si afferma l’età d’oro dell’industria, della tecnologia e dei materiali come il ferro e l’acciaio. Il ferro, conosciuto sin dalla preistoria, non è un materiale nuovo, ma non fu molto impiegato nella tecnologia costruttiva solo tra il ‘700 e ‘800 quando la sua produzione fu industrializzata il ferro assunse una nuova importanza. Prese l’avvio l’industria siderurgica, il ferro, fu analizzato dal punto di vista chimico, fisico, meccanico, fu abbinato ad altri materiali e grazie ai nuovi processi
industriali che ne permettevano la produzione in grande quantità fu trasformato in un materiale praticamente nuovo.

Esposizioni universali
L’industria che si stava avviando alla massima espansione, trovò nelle
esposizioni industriali la vetrina ideale per mostrare al pubblico i risultati,
le produzioni e le nuove invenzioni industriali. La prima esposizione
ha luogo a Parigi nel 1798.
La stufa – camino
“Verso la metà dell’800 si sviluppò in diversi paesi europei la stufa-camino che in Francia veniva chiamata
anche camino prussiano; si trattava in effetti di un ibrido tra i due elementi scaldanti, che assommava
i pregi di entrambi: il piacere della fiamma viva tipico del camino e il lungo tepore, anche a fuoco spento,
delle stufe in maiolica. La stufa-camino è costituita da due corpi sovrapposti. Quello inferiore ha sul
davanti la bocca del camino e sui due lati la bocca del fornello della stufa. Quello superiore raccoglie la
canna fumaria del camino e i condotti per i fumi della stufa. I prodotti della combustione del camino salgono
direttamente nella canna fumaria, mentre quelli della stufa sono obbligati a un lungo percorso in canne
verticali prima di arrivare alla canna fumaria. In tal modo i fumi caldi della stufa vengono sfogati solo
dopo aver ceduto buona parte del loro calore alle pareti del manufatto. Il disegno illustra un progetto
vincitore di un concorso ottocentesco che venne realizzato. (Tratto da: La stufa, DI BAIO EDITORE)

Appuntamento con la storia

1851
1857
1859
Londra. La Prima Esposizione Mondiale si è tenuta al Palazzo di Cristallo costruito da Joseph Paxton, il primo grande edificio ufficiale che abbandona gli tutte le reminiscenze degli stili passati. Un capolavoro della standardizzazione: con struttura in ferro e lastre in vetro.
Nuova York.
Il primo ascensore
sicuro per persone
fu opera di Elisha
Graves Otis.
Michael Thonet inizia a produrre in
fabbrica la sedia in legno curvato e
paglia. Le linee semplicissime
sono il prodotto delle nuove
lavorazioni in serie.
Museo Bagatti Valsecchi
La dimora neorinascimentale, ora museo, è stata creata dai fratelli Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi a Milano e nasce dall’idea di armonizzare collezioni e decori rinascimentali con elementi d’arredo ottocenteschi. L’allestimento della sala da pranzo è la perfetta rappresentazione di questa filosofia, con la credenza cinquecentesca (a destra del camino) che fu il modello per realizzare il pendant per arredare l’altro lato della stanza, mentre le vetrine che contengono collezioni di ceramiche e vetri sono composizioni totalmente ottocentesche. Sulla cappa del camino, proveniente da una cascina viscontea dei dintorni milanesi, fu collocato un affresco di area cremonese degli inizi del Cinquecento montato su tela e ‘allungato’ nella parte superiore con un pezzo dipinto a tempera, per essere ricondotto alle dimensioni della cappa.
1862
Domenico Induno, Il racconto del ferito, 1862, olio su
tela 66 x 52 cm. Centro Espositivo Permanente dipinti
dell’800 e ‘900.

Appuntamento con la storia

1846 – 1886
Francia. Nel periodo in cui la Francia vive a pieno l’era dell’evoluzione industriale, una generazione di imprenditori insedia la zona delle Ardenne con fonderie e laboratori di forgiatura. Fu grazie a questi imprenditori che i fratelli Corneau, all’origine maestri di forgia, crearono la prima fonderia che produceva pezzi destinati all’edilizia e al riscaldamento. Successivamente si appassionarono a questa attività, ed entrarono a far parte della società, anche
generi dei fratelli Corneau: il Signor Albert Deville e il Sig. Paillette. Nel 1886 viste le sue eccellenti qualità di ingegnere e di direttore della produzione industriale, i fratelli Corneau affidarono la direzione generale dell’azienda ad Albert Deville. Dopo questo passaggio, l’azienda Corneau – Paillette divenne DEVILLE. La nuova azienda fece subito nuovi investimenti tecnologici tra i quali lo sviluppo dei sistemi di smaltatura della ghisa e la messa a punto delle prime macchine pneumatiche per lo stampaggio dell’acciaio. Da questo momento Deville concentrò progressivamente la sua attività sulla fabbricazione di apparecchi per il riscaldamento e per la cottura domestica a multi combustibili, e non smise di sviluppare nuovi prodotti e modelli che misero fin da subito la sua azienda in una
posizione tra i leader nazionale senza concorrenti significativi sul mercato.
1867
1882
1893
Parigi. Viene realizzata la Torre Eiffel in occasione della Grande Esposizione di Parigi.

Bruxelles. Casa in Rue de Turin di
Victor Hortà. E’ l’anno cui risalgono i primi modelli di cucina economica, simile a come la conosciamo ora.
L’edificio segnò una svolta nell’evoluzione della casa privata, infatti, da questo momento i nuovi principi artistici furono applicati al problema dell’abitazione per dare una risposta alle nuove esigenze
dell’abitare.
Fine 800
W.R. Lethaby (1883-1988) Inghilterra. Un suggestivo esempio di cappa in pietra splendidamente scolpita a bassorilievo con grande ricchezza di motivi decorativi.
1882
Splendido esemplare di una cucina economica inglese in una casa di campagna. L’accostamento materico e cromatico tra i mattoni e il nero della cucina abbinati alla grande cura di ogni dettaglio permette di avere tutto a portata di mano e invita a cucinare

Experto credite.
Fidatevi di chi ha esperienza!
(Virgilio – Eneide 11,283)

Fine 800
Rowland Holyoake, The Connoisseur, fine Ottocento.

I primi audaci ponti in Inghilterra e Francia offrirono l’occasione per sperimentare l’applicazione della ghisa, del ferro e dell’acciaio in edilizia e di scoprirne le loro qualità che ben presto entrano nell’ambiente domestico. I cataloghi
delle aziende dell’epoca propongono le stufe in ghisa di ogni foggia e dimensione mentre si sperimentano i primi termocamini e i camini caldaia. Le pareti di fondo del focolare vengono inclinate per ottenere un più efficace
effetto radiante verso l’ambiente circostante.

Alare, un dettaglio
Parascintille con chenets, Francia. Misure: h 70 x 102
x 28 cm. Epoca e stile: Napoleone III (1850-1870).
Bronzo patinato e dorato. (Foto di Pierdario Santoro,
antiquario, da IL CAMINO n. 94, DI BAIO EDITORE)
Camino inglese
Elegante camino inglese con cornice in legno e interno
in ghisa proposto dalla Fumisteria Vigorelli
Stufe in ghisa
Stufa in ghisa funzionante a carbone presentata
all’Esposizione di Torino dall’Ing.Thiaband.

Oggi come ieri

La salamandra era quella piccola stufa che s’inseriva dentro la bocca di un vecchio camino per riscaldare la stanza in
modo pratico e moderno. Il grande camino spesso faceva fumo e scintille, consumava troppo e rendeva poco, col vento non tirava: meglio sostituirlo con una piccola stufa piatta, che non ingombrava ma scaldava col carbone senza problemi. La chiamavano anche “ sogliola” per il suo limitato spessore. La riempivano di decorazioni, forse per farla diventare più importante dello stesso camino, o forse perché era un oggetto diventato di moda. Si ricorreva
all’espediente della salamandra allo scopo di non togliere dalla stanza il camino monumentale, considerato indispensabile per l’equilibrio di un’architettura d’interni tradizionale; ma alla fine dell’800 la modernità avanzava a passo di galoppo e tale espediente si sarebbe rivelato un compromesso solo momentaneo. Poco dopo sono infatti arrivati i “caloriferi”, considerati uno strumento proiettato nel futuro, che hanno purtroppo eliminato il fuoco dalla casa. I termosifoni oggi hanno stravinto, ma le persone più esigenti tornano alla ricerca di questi preziosi cimeli d’altri tempi perché hanno riscoperto la qualità del loro “calore” in tutti i sensi. La stufa qui illustrata è una salamandra francese in ghisa di fine ‘800 d’impianto neobarocco ma con decorazione già li berty è una proposta della Fumisteria Vigorelli di Milano.

Giuseppe Vigorelli e il figlio compiono mensilmente lunghi viaggi in Italia e in Europa per cercare quanto di meglio offre il mercato antiquario e, dopo un’accurata selezione, importa le cose migliori. Poi, nella sua magica bottega, restaura ogni pezzo con cura attentissima, perizia artigianale e grande amore per il bello, finché non abbia raggiunto l’antico splendore e recuperato la piena funzionalità operativa. Così da offrire ai clienti stufe e cornici da camino dell’Ottocento e del primo Novecento, cucine a legna e attrezzi da camino in ottone o parascintille decorati tornati a nuova vita per arricchire di bellezza la casa. (Walter Pagliero)

salamandra

In ceramica
In casa Soprani una stufa in maiolica assume le funzioni
di un camino grazie alle portine apribili. Foto A. Lecce
Cornici classiche
In Val Vigezzo un elegante camino con cornice in marmo
è inserito in un ambiente moderno. Foto A. Lecce
Stufa a griglia
Stufa a griglia di gusto vittoriano tratta da un
catalogo inglese del 1851. La ricchezza di dettagli e di ornamenti era dovuta al fatto che le aziende si rivolgevano, anche attraverso dei concorsi, a pittori e
scultori per creare i nuovi modelli. Queste stufe sono il risultato dei primi connubi tra arte e industria.
Seconda metà dell’Ottocento
Alla metà dell’800 le case erano scaldate con tre sistemi di riscaldamento centralizzato: ad aria, ad acqua e a vapore. Il primo impiegava l’aria calda della stufa posta sotto il locale da scaldare il secondo distribuiva il vapore prodotto da una caldaia collocata nello scantinato negli apparecchi scaldanti e il terzo sistema era ad acqua calda immessa attraverso un circuito chiuso di condotti nei diversi locali. (ARCHIVIO: DI BAIO EDITORE)

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