Cremona

Diocesi di Cremona

I materiali e le scoperte di sacrestia

Il restauro del Torrazzo (v. pag. 51) segue una serie di altri interventi che hanno riguardato la navata maggiore e le due ali del transetto della cattedrale di Cremona. “In totale 5000 mq di superficie pittorica – spiega don Achille Bonazzi, responsabile dei Beni culturali della Diocesi nonché professore di mineralogia applicata al restauro all’Università di Parma – Il ciclo pittorico della navata è cinquecentesco, nel transetto invece si trova un ciclo, finora ritenuto trecentesco, ma che il restauro ha permesso di datare con precisione al 1430. Vi sono altre pitture che attraversano le diverse epoche fino all’800, realizzate con varie tecniche: affresco, tempera, persino olio su intonaco. La ricerca storica sui materiali svolta come parte del restauro ha dato risultati interessantissimi”. Come mai questa ricerca? “Sono convinto che per realizzare un buon restauro sia importante la compresenza dello storico e del diagnostico, che impostino il lavoro in relazione alla storia dell’arte e ai materiali usati. Senza queste cognizioni previe l’opera del restauratore sarebbe assai ardua”. Altri interventi? “Abbiamo riaperto, dopo 30 anni, il battistero romanico della cattedrale. Oggi, oltre che per le funzioni di rito, diventa la sede del primo nucleo del costituendo Museo diocesano: vi abbiamo raccolte diverse statue romaniche. Anche su queste statue abbiamo svolto l’analisi dei materiali.

Un particolare degli affreschi recentemente restaurati
entro la Cattedrale di Cremona.

Alcune sono in marmo cipollino delle isole greche dell’Egeo: evidentemente portate qui dai Romani. Lo studio dei materiali ha fornito importanti informazioni sulla storia dei rapporti economici della città”. Cioè? “Fino al ‘500 Cremona è stata cruciale per i traffici sul Po. Questo ha influenzato tutta la sua storia. Fino al ‘500 i marmi qui utilizzati provenivano dal Veronese, in seguito provengono dalla Bergamasca e dal Milanese: troviamo per esempio l’arenaria di Sarnico. Le connessioni economiche si riflettono anche nella cultura. Al proposito sarebbe importante studiare meglio la storia dell’architettura della città: l’opera svoltavi da Dellera, Bramante, Fondulo”. Altri interventi? “E’ stata restaurata la chiesa di S. Abbondio e attualmente è in fase di restauro la chiesa duecentesca delle Sante Margherita e Pelagia, con affreschi di Giulio Campo, il cui restauro è portato avanti dal prof. Gianluigi Colaucci”. Curate la comunicazione di quel che andate facendo? “Con i “Giovedì della Cattedrale” coinvolgiamo la popolazione sull’andamento dei restauri: i diversi operatori presentano man mano le diverse tematiche che emergono. Il pubblico è sempre molto attento e la partecipazione assai vasta. Più in generale, alla “Settimana della Cultura”, organizzata dalla Soprintendenza quest’anno dal 5 all’11 maggio, la Chiesa partecipa con quanto va conoscendo nell’ambito dell’opera di inventariazione e catalogazione dei propri beni. In particolare presenteremo una tela di Francesco Boccaccino, una “Sacra Famiglia” (2,5 x 1,20 m), totalmente sconosciuta: era rimasta per decine e decine di anni dietro un armadio in una sacrestia, semicoperta dalla calce, ma in perfetto stato di conservazione”.

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