Chiesa di Campagnola a BergamoCostruita in solidarietà

La chiesa di Campagnola

Il progetto di Cesare Rota Nodari si inserisce in un corpo preesistente e lo completa rispettandone la specificità temporale, memoria di un’epoca passata.

Quasi sempre la storia della costruzione di una chiesa nasconde piccoli e grandi episodi di solidarietà, di elemosina e di partecipazione del quartiere; la memoria del manufatto che cresce e si fa chiesa si unisce così alla storia del contesto e delle persone che hanno vissuto l’evento.
La costruzione della chiesa di Campagnola costituisce, per Bergamo, l’estremo caso di una partecipazione collettiva e diretta degli abitanti del luogo. Su un’area a lato del terreno occupato dall’originale chiesa parrocchiale di Campagnola, dedicata a S. Giovanni Battista, all’inizio degli anni ’30 presero piede i lavori di costruzione della nuova chiesa su progetto dell’ing. Giuseppe Locatelli; alla costruzione della fabbrica partecipavano tutti gli abitanti del luogo, condividendo un impegno che non si limitava alla sola offerta economica. La solidarietà, in questo caso si spinse alla partecipazione diretta, fisica, della comunità nella costruzione della nuova chiesa, alla quale giovani e anziani dedicavano ogni momento di libertà e di riposo della giornata, insieme ai giorni festivi, tutti solidali nell’impegno comune di veder crescere dalle proprie mani il simbolo dell’unione della comunità cristiana locale. Raggiunta l’elevazione dei muri perimetrali e l’imponente esedra absidale, i lavori furono però sospesi per cause di forza maggiore e in tale condizione l’edificio rimase per quasi cinquant’anni, lasciando incompiuto uno spazio scoperto e vuoto alle intemperie e all’incuria del tempo. Evoluta la comunità e mutate le esigenze, nel 1987 la parrocchia bandì un concorso di idee per il completamento della chiesa esistente, nel frattempo denominata “il nicchione di Campagnola”, entro il cui progetto fu richiesta anche la collocazione di altre funzioni sociali e religiose. Furono all’uopo invitati otto architetti locali che presentarono i loro progetti all’esame di una apposita giuria. Ricalcando lo spirito della partecipazione comunitaria di un tempo, il verdetto fu quindi verificato da un referendum locale diretto a tutti gli abitanti i quali indicarono all’unanimità l’assegnazione del progetto vincitore agli elaborati presentati dall’arch. Cesare Rota Nodari, a cui furono poi affidati i lavori, e in merito ai quali l’architetto si è così espresso: “Il progetto del nuovo Centro Socio-Religioso tende a recuperare e valorizzare la vecchia struttura esistente, e riscattare nel complesso l’intero comparto di terreno per qualificarlo globalmente. Con opportuni interventi di restauro e adeguamento statico viene inserita nel nuovo progetto e diventa elemento di caratterizzazione dello stesso. Il nuovo intervento farà da contrappeso alla struttura esistente per esaltarla con evidenti stacchi di forma e materiali, per evidenziare e connotare in modo inequivocabile i due interventi, i due momenti , le nuove funzioni “. Collocato in un particolare contesto viario della città , al crocevia di importanti strade di collegamento, l’edificio comunitario è inserito in un’area urbanisticamente destinata ad attrezzature pubbliche al servizio dei vicini condomini di edilizia economico-popolare, compromesso da un disordine edilizio che alla residenza ha affiancato anche destinazioni d’uso industriali e ar tigianali. Ma proprio per questa particolare posizione geografica la nuova fabbrica assume un ruolo di riferimento, costituendo, con le sue funzioni, un nuovo momento di incontro, di socializzazione, recuperando l’antico ruolo perduto di “piazza” del quartiere, anche se con forma e consistenza diverse. Il progetto, nella sua complessità , prevede il completamento dello spazio ecclesiale, che avverrà nel pieno rispetto della struttura esistente che sarà restaurata; un auditorium interrato per circa 200 posti, collocato sotto il sagrato; spazi polivalenti al piano superiore, sopra la chiesa destinati all’educazione religiosa, alle attività di gruppo a quelle ricreative e associazionistiche; un centro diurno per anziani al piano terra; l’appartamento del parroco; una piccola biblioteca e annessi . Più nel dettaglio il progetto della chiesa, nell’ultima versione non ancora attuata, salvaguardando l’integrità strutturale e visiva delle murature di mattoni e cemento e la collocazione del presbiterio nel luogo originario dell’abside , disegna i luoghi per il coro, l’organo, il fonte e l’altare votivo nell’aula con motivi architettonici e quinte di pareti che , distaccate dai muri originali, identificano e valorizzano le funzioni nello spazio globale. La luce naturale entro lo spazio della chiesa sarà dosata, ma sufficiente e passerà dalle vetrate laterali e da quelle dell’ingresso. E’ impossibile stabilire come e che peso avrà l’apporto iconografico, mancando ancora la definizione fisica dei poli liturgici. Di grande sensazione si rivela oggi la presenza della vetrata istoriata posta al primo piano, già realizzato e completato nella prima fase di lavoro, soprattutto nell’effetto della luce artificiale che nelle ore notturne, sembra aprire l’edificio all’esterno. Diviso in quattro fasi di lavoro distinte, il progetto ha fino ad oggi realizzato due lotti che prevedevano la formazione del centro diurno per anziani e le aule comunitarie del primo piano; restano ancora da completare la chiesa e il sagrato, che è previsto elevato dalla strada accessibile da apposite scale.

SCHEDA DESCRIZIONE EDIFICIO

CHIESA: Campagnola di Bergamo
PROGETTISTA: arch. Cesare Rota Nodari
ANNO: Originali strutture incompiute degli anni ‘30; nuovo edificio in costruzione
CONTESTO: crocevia di 4 strade di traffico veicolare ad alta densità; l’area costeggia due strade, e fronteggia l’originale chiesa parrocchiale; attorno condomini popolari di recente costruzione distanziati da aree verdi
SAGRATO: il progetto lo prevede elevato dalla strada, allo stesso livello della chiesa
CAMPANILE: non previsto; rimane quello esistente come riferimento
AULA LITURGICA: a una navata, superficie m 2 362, orientamento banchi monodirezionale
LUCE NATURALE: vetrate laterali e ingresso, un lucernario sopra l’altare attraversa il primo piano
LUCE ARTIFICIALEi: n corso di definizione
PRESBITERIO: elevato di tre gradini dall’aula; altare di progetto non ancora realizzato ambone di progetto non ancora realizzato sede di progetto non ancora realizzato custodia eucaristica di progetto non ancora realizzato
CORO: di progetto
ORGANO: da collocare
FONTE BATTESIMALE: di progetto , previsto sull’asse dell’altare verso l’ingresso
PENITENZA: di progetto
CAPPELLA FERIALE: di progetto
ICONOGRAFIA: da realizzare

 

 

 

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