Atipici – forme e personaggi

Portaombrelli naturista

 

Tavolino
"Mogador TA 37"

 

Lampada in plexiglass e tubo pvc autoilluminante

 

Comodino sferico in plexiglass e legno

Un pesce vivo che guizza nella stanza, un cactus che si riempie di ombrelli, un granchio gigante su cui ti puoi sedere: ecco alcuni dei personaggi che polano l’immaginario dei nostri designer. In controtendenza ci sono le forme pure, come la sfera, la spirale e il profilo ondulato, che sono protagoniste di un’altro tipo di fantasia, quella tra il matematico e il metafisico. Ma mentre le forme geometriche sono alla base di uno stile "moderno" (a iniziare dalle sedie in tubo cromato degli anni ’20 e a molti oggetti art decò) che non si è mai interrotto, il mobile personaggio è ricomparso negli anni ’80 con il movimento Memphis dopo la sua storica apparizione con i futuristi Balla e Depero nei lontani anni ’10. Oggi entrambe queste tendenze convivono nel gusto delle persone più aggiornate, perchè risultano attuali e in sintonia sia con la semplificazione formale della civiltà tecnologica, sia con la vita "virtuale" degli oggetti nello stile della civiltà telematica.

Un nuovo genere di pianta
Appena entrati c’è un cactus con ombrello, una contraddizione, un corto circuito del design.
Quando la casa diventa un gioco tutto è possibile, basta stare all’interno delle regole di quello stesso gioco. In questo caso la regola è l’invenzione senza capo né coda, l’immaginazione esplosiva, l’entrata della non-logica.
È un oggetto che non sfigurerebbe nel libro “Alice nel paese delle meraviglie”, non a caso scritto da un logico matematico. Sono procedimenti di pensiero molto paradossali che hanno il pregio di liberare la mente, di far vedere il mondo da un inaspettato punto di vista che capovolge la realtà, di far apparire per contrasto la routine della vita ancora più grigia. È consigliabile per una casa di giovani un po’ “esagerati” che magari vivono in una nebulosa metropoli.

Un gioco d’incastri
E’ un omaggio alle metafisiche piante in legno create negli anni ‘10 dal futurista Balla.
Si prende un foglio di compensato, lo si taglia in modo da ottenere due profili eguali che s’incastrano tra loro, li si fa scorrere uno nell’altro a 90°, lo si colora con tinte accese e si ottiene una pianta futurista alternativa a quelle troppo borghesi che si trovano dal fiorista. È un’idea poetica di FuturBalla, l’uomo che voleva reinventare l’universo e che ci ha lasciato, oltre ai bellissimi quadri, alcuni mobili, cravatte e panciotti futuristi, ma soprattutto lo spirito sempre verde di chi non ha rotto i ponti con la propria infanzia. E questa poesia delicata e insieme sfrontata (è troppo semplice per essere “da adulti”) che si ritrova in questi lineari e iconici tavolini dovuti alla mano felice del parigino Olivier Gagnère.

Come un pesce nell’acqua
“Il sogno è volato via, il pesce anche. Non rimane che vivere.” Ma il pesce di Hamingway è ritornato e si è fatto libreria.
“IA” è una libreria completamente a incastro a forma di pesce che si regge sulla coda, come certi antichi vasi cinesi di porcellana. Qui il materiale è particolare trattandosi di un nuovo tipo di compensato costituito da tre strati di legno derulato sovrapposti in modo da ottenere fogli flessibili e nello stesso tempo molto resistenti. Anche questa, in fondo, è una tensistruttura. Il montaggio risulta semplicissimo, è come costruire un castello di carte che però non cade e sopporta pesi notevoli, i libri appunto. “D’un tratto cominciarono a svolazzarmi attorno i pesci volanti, schizzavano dall’acqua come grandi proiettili luccicanti e si libravano in cielo come frecce aprendo le lunghe pinne pettorali.”

Un granchio molto ospitale
A Gerusalemme, la città più sacra del mondo, c’è posto anche per il gioco, come dimostra questo divano del fantasioso designer israeliano Efi Benbassa.
Questo divano si chiama “Lob Seat”, perché è un incrocio tra love seat (seduta amorevole) e lobster (aragosta): il risultato è un oggetto pieno di allegria. Le gambe dell’aragosta sono utilizzate come elemento d’appoggio, gli occhi ad antenna diventano le prese per spostarlo, la sua pelle rossa in tessuto elastico è completamente asportabile per il lavaggio. Questo divano-aragosta ha il pregio di animare qualsiasi spazio della casa perché è un protagonista assoluto che si presenta da solo. “Lob Seat” ha vinto il premio di Israele per il design.

Morbida luce spiraliforme
C’è un’azienda italiana che ha come obiettivo la creazione di un gruppo di designer multietnico per potenziare la diversità culturale.
La loro è una ricerca collettiva che porta a utilizzare nuovi materiali in maniera creativa senza inutili formalismi ma con grande semplicità e libertà mentale. In questo caso si tratta di un designer olandese, Taco Langius, che ha progettato questa “macchina molle” (una lampada da parete “personalizzabile”), in modo da poterne modificare in ogni momento la forma manipolando l’elemento illuminante: un tubo in pvc facilmente plasmabile.
Il supporto, essendo in plexiglass colorato, contibuisce a dare complessità e magia a un elemento elementare ma emblematico come la spirale. Molto utile come seconda luce d’effetto per la camera da letto o l’angolo della televisione.

Una sfera per comodino
L’imprendibilità di una sfera ha un fascino particolare che le deriva dalla sua forma perfetta e insieme sfuggente.
Due giovani architetti genovesi, Riccardo Cengia e Daniele Gazzano, si sono impegnati a trarre da una forma sferica una piccola serie di oggetti: un comodino, una lampada da terra, un porta CD e un carrello. La loro scommessa è stata coronata da successo, anche perché la realizzazione in legno e plexiglass è risultata impeccabile grazie all’impiego di una fresa a controllo numerico di cui è dotata l’impresa della famiglia Cengia. La ricerca è partita considerando la sfera come un solido privo di punti di riferimento che andava lasciato tale, senza inserirlo in qualcosa che gli fosse estraneo.

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