Conservare: forse qui sta l’origine del museo. Luogo della memoria. Ma oggi non è più così: è divenuto momento di dialogo e cultura, aggiornamento e comunicazione, formazione permanente e attivazione di energie anche sul piano turistico. Ed è anche strumento che consente di avvicinare i “lontani”. Da qui l’importanza dei musei ecclesiastici, sbocciati a centinaia in tutto il territorio italiano negli ultimi lustri. Non sono separati dalla chiesa: ne sono la continuazione “laica” in un mondo che è sempre più aperto allo scambio culturale. In questo senso, il museo ecclesiastico è propriamente quell’Atrium Gentium, quel Cortile dei Gentili che dà nome all’iniziativa lanciata mesi addietro da S.Em. Card. Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, volto a dialogare con tutti: credenti e non. E questo dialogo ha bisogno di un “luogo” non solo intellettuale, ma anche fisico con strumenti interessanti e motivanti che sanno parlare ai giovani con il loro nuovo linguaggio.
La Chiesa è stata nei secoli massima promotrice di cultura e di arte, e oggi, attraverso l’attività propositiva dei suoi musei, può tornare a essere attivatrice di creatività. In questo l’Architettura sarà al suo fianco. Lo dimostrano tra l’altro i diversi Premi di Architettura che hanno a tema la chiesa: il Premio Internazionale di Architettura Sacra Frate Sole che quest’anno vede vincitore l’Arch. Cristian Undurraga del Cile, e il nuovo
Premio Nazionale di Idee di Architettura sulla facciata che si appresta a proporre la nostra rivista: IL VOLTO DELLA CHIESA, la veste con la quale la Chiesa del III millennio si presenta a parlare con le giovani generazioni che si esprimono in bite e in multimedialità, in Internet e in visioni e contatti globali. Anche in questo il museo ecclesiastico diventa centrale. Le nuove tecnologie consentiranno alle centinaia di istituzioni di questo tipo, di cui parla Mons. Giancarlo Santi nella colonna qui a lato, di entrare veramente “in rete” per scambiarsi dati e invitare i visitatori su percorsi che raccordano i tanti luoghi dedicati al culto e alla cultura. Il Padiglione Italia della Biennale veneziana del 2012, curato dall’Arch. Luca Zevi, che intervistiamo su questo numero, si rivolge anch’esso a un tema contiguo: quello dei luoghi della socialità e della solidarietà: attorno al messaggio di cui la Chiesa è latrice si raccolgono le migliori energie per trovare un’occasione di ottimismo e di speranza pur nelle condizioni di grave crisi economica. Perché la chiesa è al centro della città, e la città può ritrovare nella chiesa il suo luogo di identità. Lo dimostrano due episodi illustrati in queste pagine e nati a Sesto San Giovanni, che è stato uno degli agglomerati più intensamente industriali d’Europa. Una chiesa parrocchiale dal disegno equilibrato progettata dall’Arch. Cino Zucchi; e il disegno di un nuovo edificio per la parrocchia nel quartiere La Rondinella, firmato dall’Arch. Giancarlo Marzorati. Due momenti significativi in cui la chiesa con le sue pertinenze si pone ancora nella città contemporanea come luogo fondante e dotato di grande capacità comunicativa. Comunicazione, promozione, valorizzazione: sono le linee guida che orientano la chiesa e i suoi musei nella città contemporanea. Una chiesa la cui vitalità è rappresentata dalle sue architetture, e un’architettura che nella chiesa ritrova la propria anima, dopo i tanti sconvolgimenti cui è stata sottoposta nel XX secolo.Usa il link pro: aggiungi la stringa chiave e leggi per approfondimento:
es: http://pro.dibaio.com/premio-facciataIl 29 settembre 2012 si apre il nuovo Museo diocesano di San Michele a Cuneo; a inizio luglio si è aperto il nuovo Museo dei Cappuccini a Roma e un altro se ne aprirà a Bologna entro l’anno: i musei ecclesiastici sono in pieno fermento. Sono circa 800 in Italia, e aumentano di numero – malgrado la crisi economica, che respinge la cultura. La vitalità dei suoi musei mostra quanto la Chiesa sia cosciente del vasto patrimonio culturale di cui è ancora custode (pur dopo le tante spoliazioni sofferte) e quanto desideri valorizzarlo: come veicolo di cultura e come strumento di evangelizzazione. E per giunta reggendo la sfida del “mercato”: vi sono musei diocesani, come quello di Savona, che toccano punte di 300mila visitatori l’anno; quello di Amalfi conta un numero di poco inferiore; in una città come Milano, ricca di offerte espositive, il Museo diocesano attira decine di migliaia di visitatori. Ma, al di là delle singole eccellenze, è bene guardare all’insieme dei Musei ecclesiastici in tutto il territorio: in molti posti sono l’unica offerta culturale. E tutti stanno imparando ad attirare un pubblico sempre più vasto.
Quanto maggiori sarebbero le loro potenzialità se potessero agire “in rete”, in modo coordinato in tutto il paese? Per rispondere a questo, nel 2013, ricorrenza dell’Editto di Costantino e Licinio, l’AMEI propone che tutti i musei ecclesiastici mettano in campo tutto quanto dispongono che rimandi a quel passo germinale dell’architettura e dell’arte cristiana. Ci si aspetta dunque che il 2013 segni non solo un anniversario ma anche un momento di rinascita della cultura cristiana. E, poiché il cristianesimo ha sempre parlato il linguaggio della cultura, ci si aspetta che i responsabili diocesani del governo della cultura, per quanto spesso impegnati su tanti fronti di carattere pastorale, sappiano sostenere con impegno iniziative adeguate. L’evangelizzazione del III millennio passerà sempre di più per la cultura e per la comunicazione culturale: di queste i musei sono luogo privilegiato.
Mons. Giancarlo SantiProvincia italiana pie discepole del divin maestro
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