VIVERE SENZA REGOLE IN UNA CASA INFORMALE


Il contrario della “casa di rappresentanza” dove tutto è predisposto per impressionare.
Qui gli oggetti d’arredamento sembrano scelti casualmente; in realtà c’è un preciso dosaggio e un’occulta regia che predispone gli accostamenti in modo significativo.

Due case di città e una di campagna sono state ristrutturate e riarredate con lo stesso criterio: quello dell’eclettismo più spinto. Prima hanno subìto un restauro che ha puntato alla messa in evidenza dei materiali più antichi (i mattoni delle pareti fatti riemergere dagli intonaci o le travi grattate e rimesse in vista), per avere un arredo nello stile casual-chic.
Elisabetta Tavoni, architetto, nata a Bologna si è laureata a Firenze. All’inizio si è occupata del ripristino di beni ecclesiastici (restauri conservativi fatti con metodo scientifico di grandi architetture bolognesi come la Cattedrale e il Santuario di Santa Maria della Vita), poi ha applicato gli stessi metodi al recupero di vecchi edifici per uso abitativo arredandoli con uno stile disinvolto: si espone tutto quello di cui si ha bisogno, perché in quanto esistente ha una sua ragione d’essere, senza esclusioni preconcette.

Un interno dominato dal cotto fatto riaffiorare dalle pareti, dai tappeti sovrapposti,
dalle altalene e dalla bicicletta: sembra pensato più per i bambini che per gli adulti.

L’architetto Elisabetta Tavoni specializzata in restauri.
Contenitore “Lybra” di Pinuccio Borgonovo, Former.

Roberto Tornetta, architetto torinese, dopo essersi laureato nell’83 nel locale politecnico, ha collaborato con i noti architetti Roberto Gabetti e Tony Cordero.
Nell’85 apre in proprio il TatraStudio specializzato in interior design, e con l’architetto Giorgio Gai realizza numerose opere nel campo della moda e della gioielleria. Continua la sua attività di interior designer di case esclusive per grandi nomi dell’imprenditoria, ma si impegna anche nella costruzione di una casa a bassa dispersione energetica a Losanna. Nel ‘96 apre un secondo studio a Los Angeles, dove lavora ad alcuni progetti residenziali realizzando nello stesso tempo in Florida dei loft, dei ristoranti e dei negozi.
Frutto di queste esperienze sono i grandi locali notturni quali il Kogin’s a Torino e il Four Moons a Miami. Come si evince dal suo curriculum, e dalla sua casa, è un architetto che fa tendenza.

Mobili antichi e modernissimi con opere d’arte al limite del “pop” sono fatti convivere in
una struttura industriale degli anni ‘30 di cui si sono conservati sia gli spazi, sia gli infissi.

L’architetto Roberto Tornetta nel suo studio torinese.
Parete attrezzata con “Glamour”, Dall’Agnese.

Silvia Mauri e Annalisa Tanzi sono due giovani architetti che operano a Carate Brianza dove hanno fondato nel 1995 un proprio studio di nome ARCHè Architetti Associati. Entrambe nate nel 1965 in questa amena località della Brianza, si sono laureate al Politecnico di Milano nel1991 con indirizzo “Disegno industriale e arredamento”. Oltre alla progettazione di spazi espositivi per eventi artistici e fiere merceologiche, si occupano di ristrutturazioni e riarredi di interni residenziali. La loro filosofia di progetto è quella di ottenere, ogniqualvolta sia possibile, il
recupero dell’immagine originaria delle strutture facendo riemergere pareti e soffitti se ben conservati.
In questo caso è stato restaurato in modo attento tutto il soffitto ligneo e la parete di fondo in pietra di fiume. Ma a tanto impegno filologico per la parte costruttiva corrisponde invece, per l’arredamento interno, una modernissima libertà d’impostazione.

Per una coppia che colleziona arte contemporanea un mix di pezzi etnici e di arredi che hanno
fatto la storia del design come la “Barcelona Chair” e il letto “Couch” di Mies van der Rohe.

Gli architetti Silvia Mauri e Annalisa Tanzi.
Vasi “Joker” design Nicole Aebischer, B&B Italia.

 

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