Vivere dentro un cubo rosso

A Milano vicino all’ex Ansaldo

Servizio di: Maria Galati
Foto: Athos Lecce

Nasceva a Milano, intorno all’inizio del secolo scorso in periferia, una fabbrica fondata da un giovane trentenne nato a
Massone d’Arco in provincia di Trento. Era la società Aeronautica Caproni, dove durante la grande guerra venne progettato uno dei primi aerei a reazione. Architettonicamente i capannoni erano caratterizzati dal mattone faccia a vista, dalle ampie vetrate, dai serramenti con arco a sesto ribassato e dalla struttura metallica. Nonostante siano passati molti anni via Mecenate rimane tutt’oggi sempre periferia, ma è diventata un punto di riferimento per l’ambiente della moda e del design. E’ qui che l’architetto Maria Teresa Sibilia si è trovata a dover reinterpretare uno dei capannoni della ex Caproni, in special modo quello adibito ai servizi igienici della fabbrica. Il suo committente, un fotografo toscano che aveva acquistato questo capannone affascinato dal luogo ricco di storia e divertito al pensiero di ricavarne un’abitazione, ha chiesto all’architetto Sibilia non solo uno spazio lavorativo, ma anche un ambiente familiare pronto ad accoglierlo durante le sue permanenze in questa metropoli frenetica. Insomma, qualcosa
che legasse il fervido lavoro al più completo relax. E qui inizia l’avventura. Innanzitutto si è proceduto allo svuotamento totale dei locali lasciando solo l’involucro, ossia un’enorme scatola ricca di luce, mantenendo in vista,
quando possibile, le travi in ferro. L’idea era coraggiosa: creare un volume autonomo, perfettamente geometrico,
dentro alla scatola muraria. I muri intonacati di colore bianco e il pavimento in battuto di cemento di colore grigio

Uso sapiente del colore e purezza delle forme vestono di nuova luce l’ex capannone di una vecchia officina aeronautica nella periferia milanese.

Uno spazio abitativo giocato sulla semplicità degli ambienti che si aprono gli uni negli altri.

lasciano emergere, sottolineandolo, l’imponente e maestoso cubo rosso, mentre le luci direzionali poste in basso sulla parete del corridoio sottolineano la magnificenza di questo spazio. Nel progetto si parte da una divisione di tipo funzionale, la zona giorno al piano terra e quella notte al piano superiore. Si è già detto dell’antinomia tra il lavoro e
l’intimo riposo, tra l’operosità e la voglia di rifugiarsi in un nido tutto proprio capace di regalare momenti di relax: nasce così l’idea di staccare il nuovo cubo da quello originario, suggerendo l’immagine di una barca, ormeggiata alla terraferma e collegata da un pontile, da cui si vede il mondo attraverso i due oblo’. Nella parte esterna sono
collocati i luoghi legati all’attività giornaliera: il lavoro attorno al tavolo rettangolare, progettato dall’architetto, che all’occorrenza diventa un tavolo luminoso.

Ma con un colpo di scena si passa dalle fatiche lavorative al luogo del desinare dove ci si può concedere una pausa. Due ante laccate di bianco nascondono una moderna e raffinata
cucina, su disegno dell’architetto, dove le sfumature scure del wengé contrastano con la lucentezza dell’alluminio. Ed
ecco la scala in metallo che ci porta al piano superiore, realizzata anch’essa su disegno, il cui corrimano fatto con le sartie ricorda quello delle barche a vela. Qui una passerella ci conduce verso quella che è la camera da letto, pronti per un lungo viaggio notturno; l’arredo è essenziale e leggero, la scelta del colore delle pareti non è casuale: azzurro polvere, il colore della meditazione. Sembra la cabina di una nave da crociera pronta a salpare per oniriche
avventure. Nella zona retrostante sono collocati il guardaroba e il piccolo ma accogliente bagno. Le travi in ferro, caratteristica delle strutture industriali, diventano elemento di arredo del locale. A terra vi è un battuto di cemento grigio e sulle parete un marmorino color rosa antico per dare una maggiore sensazione di calore.

E dopo le fatiche di un giorno di lavoro, eccoci qui, la nostra barca ormeggiata al pontile è pronta ad accoglierci e a cullarci nella notte, per regalarci uno splendido viaggio fatto di oniriche avventure.

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