Una scala come anima e, attorno, una corona di pini

questa villa si inserisce nell’ambiente naturale raccogliendo anche le suggestioni degli edifici vicini.

La villa sorge all’interno di un ampio e storico parco in una zona residenziale a Tradate (VA) dove un tempo era presente un gruppo di edifici ristrutturati e abitati dai proprietari che, in passato, ospitavano le scuderie.
Gli ampi spazi declinanti verso le zone più basse del parco, tenuti con verde a prato e con poche ma pregiate piante ad alto fusto, hanno suggerito il posizionamento defilato della nuova villa lungo il confine, in prosecuzione visiva e planimetrica con gli edifici esistenti, recentemente restaurati. La villa è stata studiata con una forma a corona circolare in relazione alla morfologia del suolo e anche per meglio dialogare con la vegetazione, in special modo coi pini marittimi ad alto fusto.

Il colonnato accompagna il movimento avvolgente della facciata e la struttura metallica che lo unisce alla casa diventa sostegno per piante rampicanti o per tende da sole, che consentono di ombreggiare la facciata nei mesi estivi. 
La grande vetrata sul lato opposto (verso nord), dove la parete è convessa all’esterno. La parte del porticato prossimo alla cucina, un soggiorno all’aperto. Il pilone angolare si pone in continuità col colonnato.
Alla fine del portico-colonnato la breve scalinata porta al livello della cucina.

La fonte con cascata a sfioro porta frescura.

La facciata principale è orientata a sud.
L’andamento ricurvo (a sezione di corona) accompagna il declivio e riprende l’immagine della circolarità che si esprime nelle chiome dei pini marittimi troneggianti sull’alto del colle.

La libreria. Anche qui, come in molti altri ambienti, la vetrata a tutta altezza consente un’immersione visiva nel parco circostante. Le scaffalature coi libri occupano tutta la parete laterale mentre la grande stufa girevole interrompe la trasparenza della vetrata e si pone come momento accentratore dell’ambiente.
Il tinello; sedie in plastica su struttura in acciaio e tavolo in vetro sotto il lampadario a globi esaltano la luminosità dell’ambiente.
Nel locale attiguo si intravede la cucina. Il televisore acquisisce una funzione estetica nell’economia della stanza.
La scala elicoidale, la parte più caratteristica della casa, che incardina tutta l’articolazione interna dello spazio.
Anche qui domina la trasparenza ottenuta attraverso balaustre in vetro e corrimani in acciaio.
Un salone, in cui alle chiome arboree visibili alla finestra fanno riscontro le piante allineate alla parete.Dal punto di vista compositivo, la villa si presenta come una successione di tre settori di corona circolare a dimensione planimetrica e altezza variabile.
Pur articolata su quote di calpestio diverse, è pensata in modo da evitare problemi di accessibilità: un ascensore interno collega i cinque livelli della casa. Ciò che caratterizza maggiormente l’edificio è l’utilizzo di vetrate a tutta altezza che rendono gli ambiente estremamente luminosi.
Gli interni dispongono di grandi spazi a tutta altezza che enfatizzano l’architettura ricercata, che si completa nell’arredo eclettico e raffinato. Di grande impatto scenico è la grande scala elicoidale, fulcro della casa, realizzata con materiali leggeri, che connota l’ingresso principale, un ambiente di grande importanza, ed esprimendo la freschezza di un progetto intonato su di una lussuosità posata e discreta, quanto attenta agli sprechi. Non a caso l’impianto di riscaldamento e condizionamento ambiente è stato realizzato con le migliori tecnologie volte al risparmio energetico.Lo Studio origina dall’attività di nonno Alfredo ed è fondato dal figlio, Ing. Sergio per giungere oggi alle figlie, Architetti Anna Maria ed Elena.
Punta sui progetti sostenibili e sull’innovazino e tecnologica e si avvale di un ampio team di professionisti (architetti, ingegneri, tecnici, restauratori).
Nel 1998 vince il concorso per il Nuovo Politecnico di Milano alla Bovisa (con Architecture Studio e Jacobs Serete). Tra le tante opere realizzate, oltre a numerose ville: restauro della Rotonda della Besana a Milano, recupero dello Stadio delle Alpi a Torino.La cucina: l’isola centrale ha l’aspetto del bancone da bar, mentre le sedie di vari colori attorno al tavolo offrono una nota di giovanile spensieratezza.
Il bagno, la parte per “lei”, con la elegante quanto sbarazzina presenza del grande armadio a muro con ante scorrevoli riquadrate e istoriate; e la parte per “lui”, di sobria serietà, ricco di specchi la cui luminosità contrasta con la tinta scura degli elementi.
La scala nella zona di ingresso principale, dove si apprezza lo sviluppo in altezza dell’edificio.
Il movimento avvolgente delle rampe ruota attorno a un invisibile asse centrale segnato in alto dal lampadario circolare da cui pende un gioco di tubi fluorescenti che adducono un momento di imprevedibilità nella dinamica dell’insieme.

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