Villa Carlotta: due tratte per superare il dislivello. Un ascensore verticale e uno che scorre sul pendio, si integrano armonicamente nel giardino

Un ascensore verticale e uno che scorre sul pendio si integrano armonicamente nel giardino

Progetto Arch. Dario Banaudi
Testo a cura di Loredana Santandrea

Per conformazione del terreno, posizione e struttura architettonica, Villa Carlotta, sul lago di Como, presenta barriere architettoniche che rendono la visita disagevole per alcuni: i portatori di handicap, gli anziani (nella stagione 2008/2009 i visitatori di età superiore ai 65 anni sono stati oltre 35.000, circa il 21% del totale) e le famiglie con bambini in età prescolare. Negli ultimi anni l’attenzione verso queste categorie ha portato ad attuare diverse iniziative, quali l’acquisto di una golfcar elettrica predisposta per il trasporto di una sedia a rotelle o la realizzazione di didascalie museali con caratteri facilmente leggibili. Trovare una definitiva soluzione per il superamento delle barriere architettoniche era il punto focale di questo processo. A rendere particolarmente complesso l’intervento era la difficoltà di inserire un impianto all’interno di un luogo così ricco di storia e di valore ambientale, rimasto pressoché immutato dal secolo XIX; questa stessa difficoltà è diventata lo stimolo maggiore all’intervento.

I soggetti coinvolti, Comitato direttivo e Assemblea dell’Ente Villa Carlotta, Soprintendenza ai Beni Architettonici e Ambientali e il progettista, hanno subito compreso come un impianto in grado di affrontare e risolvere il problema di armonizzare conservazione e rispetto del sito con la fruizione potesse diventare un caso esemplare per altre realtà analoghe. Prima fase del progetto è stata quella di realizzare un approfondito studio per definire il luogo più adatto a ospitare l’impianto e la tipologia dello stesso, che doveva necessariamente essere a bassissimo impatto ambientale e altamente tecnologica. La scelta definitiva del posizionamento ha richiesto in fase di progettazione, oltre a una serie di verifiche tecniche, una costante collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Architettonici e Ambientali, con la quale si è giunti a individuare l’area più idonea tra la casa del custode e il limitare della proprietà, nei pressi del muraglione di protezione sul torrente che attraversa la valle Clerizia e al limite del giardino all’italiana che fronteggia la villa. Tale scelta, determinata da indubbi aspetti positivi – minimo impatto ambientale (poiché l’impianto sarebbe stato schermato da alte siepi e non avrebbe intaccato il prospetto della villa con i celebri terrazzamenti fioriti e i punti di fuga del giardino) e vicinanza con l’ingresso – ha però implicato un complesso intervento di micropalatura per mettere in sicurezza il terreno. I cristalli riflettenti e le cabine in vetro hanno permesso di limitare la visibilità dell’impianto, offrendo nello stesso tempo ai visitatori la possibilità di godere di inusuali panorami su Bellagio e sui rami del lago. I lavori, protrattisi per 5 mesi sotto la direzione dell’Arch. Dario Banaudi, e resi possibili grazie al sostegno di Fondazione Cariplo e Banca Intesa Sanpaolo, e dell’impegno dei Soci e del personale dell’Ente, sono stati suddivisi in due fasi di attuazione.

Il Prof. Giacomo Elias (a sinistra) e il Geom. Bruno Fradegrada, rispettivamente Presidente e Amministratore

dell’Ente Villa Carlotta, davanti

all’accesso all’ascensore verticale.

A destra: lo schema del progetto del composito impianto. Le frecce indicano il percorso che seguono i visitatori:

dalla cassa alla cabina dell’ascensore verticale e da questo all’ascensore inclinato. Pagina a lato, dall’alto: prospetto di Villa Carlotta (tratto da Ville di delizia, MA. Dal Re, Milano, 1743). Villa Carlotta come si presenta oggi al visitatore che giunge dal lago.

La prima ha riguardato la micropalatura, i lavori di raccolta e canalizzazione delle acque e le opere edili di predisposizione e di raccordo tra i due impianti; la seconda ha riguardato posizionamento, collocazione e messa in opera dei 2 ascensori con cabine destinate ad accogliere ognuna 11 persone. Dato l’alto valore naturalistico e storico-artistico del sito, anche l’aspetto estetico dell’intervento è stato tenuto nella dovuta considerazione: al fine di preservare intatti i punti di fuga del giardino all’italiana sono stati inseriti – a schermo delle reti di protezione dell’impianto – alcuni pannelli recentemente brevettati e denominati ‘giardino verticale’ che garantiscono la crescita di piante fiorite anche su superfici particolarmente scoscese. Dopo i necessari collaudi, il nuovo impianto è stato inaugurato alla presenza di Aut
orità locali e regionali e con una grande partecipazione di pubblico. L’evento è stato organizzato in collaborazione con l’Anffas onlus Centro Lario e Valli di Menaggio che ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa intervenendo con un folto gruppo di disabili accompagnati dalle famiglie.
Il taglio del nastro è stato simbolicamente effettuato proprio da un portatore di handicap e i primi viaggi dell’ascensore sono stati riservati ad alcuni disabili su sedie a rotelle. Sia presso l’ingresso, sia all’arrivo sul piazzale di fianco all’edificio storico, è stata scoperta una targa a ricordo dell’evento.

Dall’alto: la zona di arrivo del secondo ascensore, all’inizio del parco romantico; accesso alla villa e, alla fine del vialetto, il vano corsa dell’ascensore verticale. Pagina a lato: l’effetto-specchio dei vetri armonizza il vano corsa con le piante.

L’IMPIANTO
La Villa è situata a circa 14 metri di dislivello dalla quota dell’ingresso. L’impianto di risalita è costituito da due elevatori, uno verticale, che supera il dislivello tra il piano ingresso e la prima balza del giardino (circa 4 metri) e uno inclinato, tra la prima balza e la quota di arrivo al livello di Villa Carlotta. Il primo elevatore ha accesso da un breve viale che si apre presso la biglietteria e si addossa all’angolo del muro di contenimento della prima balza, restando in gran parte mascherato entro la vegetazione a siepi alte già esistente. Dall’arrivo del primo elevatore si diparte, lungo il perimetro del prato di pertinenza dell’abitazione del custode, un viale a leggera rampa che raggiunge il muro di cinta verso il confine sud-ovest. Anche questo viale resta separato dal giardino tramite una siepe che ombreggia e cela discretamente il percorso che costeggia il muro di contenimento della seconda balza. Lungo il muro di cinta, ma distaccato di circa 2 metri e separato anche visivamente dal resto del giardino, si trova il binario di risalita dell’elevatore inclinato, la cui partenza sta presso il confine, entro il prato. Il binario inclinato risulta incassato nella prima parte e completamente fuori terra nella parte superiore.

Caratteristiche tecniche

Villa Carlotta a Tremezzo sul lago di Como
Impianti: Maspero Elevatori Ascensore verticale oleodinamico panoramico con pistone diretto laterale
Portata: 850 Kg
Capienza: n. 11 persone
Velocità: 0,6 m/s
Fermate: n. 2
Corsa: circa 4 m
Cabina: panoramica con 2 accessi;
dimensioni mm 1370x1500xh2000;
due pareti in cristallo stratigrafato omologato, trasparente, colore naturale intelaiato con profili metallici; tetto in lamiera verniciata, parete lato guida/pistone in lamiera di acciaio verniciato, con corrimano; pavimento in pietra.
Ascensore inclinato elettrico panoramico esterno a sbarco frontale, a trazione con argano riduttore a vite senza fine in acciaio speciale ad alta resistenza
Portata: 1000 Kg
Capienza: n. 13 persone
Velocità: 1,0 m/s controllata elettronicamente
Corsa: 20 m circa
Via di corsa: a cielo aperto, con incorporati i rulli di sostegno funi e impianto elettrico in protezione IP 44, costituita da profilati a H trattati per esterni (trattamento zinco-inorganico), poggiata su pilastri predisposti in cantiere; argano, motore, pulegge di trazione e di rinvio sono montati solidamente su un unico basamento in acciaio saldato, isolato dal pavimento del locale macchine con materiale antifonico e antivibrante Cabina: panoramica a 2 ingressi, con pareti in cristallo stratificato omologato, fondo e carenatura in lamiera verniciata RAL per esterni, tetto in lamiera coibentata, illuminazione da cielino anti-vandalo Porte cabina: n. 2 automatiche a due ante scorrevoli mm 900 x 2000
Porte di piano: n. 2, luce netta mm 900 x 2000.

Dall’alto: schema dell’inserimento dell’ascensore inclinato nel giardino terrazzato, si nota il locale macchina nella parte al
ta della corsa; l’intelaiatura delle porte esterne della corsa dell’ascensore inclinato; vista dalla villa del giardino terrazzato nel quale è ubicato il sistema di ascensori che conduce dalla quota bassa alla quota alta: le siepi esistenti fungono da quinte che nascondono i due impianti.
Pagina a lato, dall’alto: la parete che separa il corridoio in cui si sviluppa la corsa dell’ascensore inclinato diventa un “giardino verticale”; lo sbarco dell’ascensore inclinato, nel momento in cui esce una motocarrozzina. (Per il servizio, sono state gentilmente concesse da Ente Villa Carlotta le foto alle pagg. 29, 32 al centro, 33 in alto, e dall’Arch. Dario Banaudi tutte le altre foto e immagini)

Il percorso dell’elevatore è separato dal giardino dalle siepi e da una rete di recinzione di altezza adeguata (2,50 metri), occultata dal “prato verticale”. L’arrivo dell’elevatore alla quota della Villa avviene all’interno di un’aiuola, in un punto distante una trentina di metri dalla villa stessa. La torre di corsa e la cabina dell’ascensore verticale sono realizzate in ferro e vetro e così pure la cabina dell’ascensore inclinato. Il colore delle parti metalliche è il verde scuro. Entrambe le cabine degli ascensori hanno doppio accesso e pareti in cristallo serigrafato omologato. Per la realizzazione degli impianti sono state operate parziali demolizioni dei muri di contenimento esistenti e inseriti alcuni plinti in cemento armato come sostegno per l’elevatore verticale, e alcuni pilastri e setti di sostegno del binario di scorrimento per quello inclinato.

Prospetto di Villa Carlotta con il giardino all’italiana

Villa Carlotta è un luogo di rara bellezza, dove capolavori della natura e dell’ingegno umano convivono in perfetta armonia in oltre 70.000 mq visitabili tra giardini e strutture museali. La splendida dimora venne commissionata alla fine del 1600 dal marchese Giorgio Clerici: un edificio imponente, ma sobrio, circondato da un giardino all’italiana con statue, scalee e fontane venne così edificato in una conca naturale tra lago e montagne, di fronte ad uno scenario mozzafiato sulle dolomitiche Grigne e la penisola di Bellagio. Ma fu con Gian Battista Sommariva, il successivo proprietario, che la villa toccò il sommo dello splendore, arricchendosi di opere d’arte e divenendo importante tappa nei percorsi del Grand Tour. Sommariva, imprenditore e collezionista d’arte, acquisì la proprietà di Tremezzo agli inizi dell’Ottocento: egli volle che parte del giardino fosse trasformato in uno straordinario parco romantico e che la villa venisse impreziosita con opere di Canova, Thorvaldsen e Hayez: Palamede, Amore e Psiche, Tersicore, l’Ultimo bacio di Romeo e Giulietta sono solo alcuni dei capolavori che fanno ancora oggi della villa uno dei templi dell’arte ottocentesca.

Alla metà del XIX secolo la proprietà venne donata dalla principessa Marianna di Nassau alla figlia Carlotta in occasione delle sue nozze con Giorgio II, duca di Sachsen-Meiningen; quest’ultimo, appassionato botanico, si prodigò per lo sviluppo e l’arricchimento del vasto giardino paesaggistico, oggi di grande pregio storico e ambientale. Favorito, infatti, dalla fertilità del terreno dovuta al deposito da parte di antichi ghiacciai di un sedimento particolarmente acido, il parco di villa Carlotta è celeberrimo per la stupefacente fioritura primaverile dei rododendri e delle azalee in oltre 150 varietà. Tuttavia ogni periodo dell’anno è adatto per una visita: in un itinerario tra antichi esemplari di camelie, cedri e sequoie secolari, platani immensi e essenze esotiche si susseguono infatti sorprendenti incontri: il giardino roccioso, la valle delle felci, il bosco dei rododendri, il giardino dei bambù, il museo degli attrezzi agricoli e straordinari scorci che ben giustificano la fama di questo luogo, fin dall’Ottocento considerato “un angolo di paradiso”.

Il Giardino

6 – LE AZALEE

Il parco di villa Carlotta (circa 8 ettari visitabili) è luogo di grande fascino, non solo per la posizione panoramica particolarmente felice, ma anche per l’armonica convivenza di stili, la ricchezza di essenze, le suggestioni letterarie che ne fanno una meta per chi giunge sul lago di Como. Dell’età seicentesca resta l’ampio giardino all’italiana con alte siepi a taglio geometrico, parapetti a balaustrate, statue e giochi d’acqua; del periodo romantico è ancora percepibile la struttura del giardino all’inglese, ricco di alberi pregiati di proporzioni eccezionali e di scorci di grande suggestione; alla fine del XIX secolo risale invece la grande architettura vegetale delle imponenti masse di rododendri, azalee e di specie rare, che fanno del parco di villa Carlotta un vero e proprio giardino botanico.

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