Vetro

Servizio di: Barbara Arnaboldi, architetto

Materiale costituito essenzialmente da silicati, il vetro si presenta come una massa amorfa omogenea, dura, fragile, trasparente e impermeabile. Dotato di una considerevole resistenza meccanica, è un buon isolante elettrico ed è resistente a quasi tutti gli agenti chimici ad eccezione dell’acido fluoridrico e degli alcali concentrati. Considerabile
dal punto di vista fisico come un liquido ad altissima viscosità, il vetro si ottiene fondendo a temperatura fra 1300 e 1600 °C una miscela composta principalmente da sabbia silicea con l’aggiunta di sostanze che facilitano la fusione ed altre che hanno la funzione di rendere stabile la struttura del vetro. Coloranti, decoloranti, opacizzanti o altri componenti possono essere miscelati a seconda delle caratteristiche che si vogliono dare al prodotto finale. È
utile classificare i vetri utilizzati nell’arredamento e nel design in alcune macro-tipologie con caratteristiche tra loro ben distinte. Il vetro cattedrale è probabilmente il più diffuso e conosciuto; si presenta con una superficie non perfettamente liscia, trasparente, notevolmente resistente, con colorazione uniforme, generalmente in tonalità non accese.

Nelle foto: “Glo”, opera in vetro di grandi dimensioni soffiata secondo la tradizione muranese è al tempo stesso un
elemento illuminato eseguito nei colori cristallo (nell’immagine) e blu cobalto. E’ disponbile in due altezze. L’opera è completata da una macchia in vetro colato, sottostante, nei colori corrispondenti. Struttura da incasso e plafone in metallo cromato. Leucos
ll goto si allunga, si avvicina alle proporzioni dei bicchieri più eleganti, quelli destinati ai vini più raffinati. Barovier&Toso

Può essere "antico", cioè dalla superficie irregolare, oppure prodotto industrialmente e di conseguenza dotato di una trama più uniforme. Viene largamente utilizzato nelle vetrate artistiche, soprattutto come sfondo, per il suo facile accostamento agli altri tipi di vetri e per i contrasti e i giochi di colore che genera quando viene attraversato dalla luce. È disponibile in una ristretta gamma di colori ed è tra i materiali più economici. Il vetro opalescente si caratterizza per la sua scarsa trasparenza e per la presenza di venature che danno alla lastra un effetto marmorizzato. Lo si trova in
numerosissime varianti di colore sia monocromatiche sia con l’abbinamento di due o più colori diffusi in modo non omogeneo. Questo rende diversa una lastra dall’altra in infinite combinazioni di venature e tonalità. Di origine americana, è stato introdotto da L. C. Tiffany verso la fine del IX secolo ed è utilizzato principalmente per la realizzazione di paralumi, oggettistica ed inserti decorativi nelle vetrate. Il vetro soffiato si ottiene e si lavora secondo l’antico insegnamento dei maestri vetrai mediante la soffiatura a canna del vetro liquido.

“Ricevere luce e filtrarla con dei colori per avere effetti mai prevedibili è un gioco che piace agli occhi. Ci
espandiamo e tutti i nostri sensi diventano più ricettivi a qualunque altra cosa accada in quel momento.”

Nelle foto: Un lampadario in vetro nel più classico stile veneziano ma proposto in un colore, il nero, decisamente inusuale. Barovier&Toso
“Cartesia” è un sistema di librerie, agile e flessibile dove si coniugano design e tecnologia. Oggi è proposta in una nuova versione dove alla struttura in legno nero anodizzato si contrappongono i ripiani in vetro nero lucido.
Rimadesio

Esso presenta una superficie liscia ma irregolare, con la presenza di bolle d’aria che lo rendono particolarmente affascinante. È presente in numerosissime varietà di colori ed è probabilmente il tipo di vetro più nobile e più frequentemente utilizzato per le vetrate artistiche di alto valore. Il vetro colorescente può essere visto come una variante del vetro opalescente; è caratterizzato da striature e sfumature che si distribuiscono in modo non uniforme su di uno sfondo trasparente. Il risultato è un interessante effetto di semitrasparenza e profondità. Queste possono essere certamente considerate le tipologie di vetro principali e maggiormente utilizzate; bisogna però evidenziare come esistano altri tipi di vetri, a volte derivati dalle precedenti tipologie, che spesso vengono impiegati nella produzione artistica per i particolari effetti che riescono a creare. Il vetro iridescente, caratterizzato da sfumature madreperlacee iridescenti; il vetro specchio, adatto per particolari inserti lavorati con la tecnica dell’incisione o del mosaico; il vetro fumè, economico e adatto per la produzione di oggettistica; il vetro fractures, caratterizzato da tessere e frammenti irregolari di vetri colorati distribuiti su di una superficie trasparente o opalescente, generalmente utilizzato come sfondo nelle vetrate moderne; il vetro barocco, con le sue caratteristiche grandi striature colorate ad effetto "onda"; il vetro water glass, che simula con il suo effetto ondulato la superficie dell’acqua del mare; il vetro ad anelli, molto prezioso, composto da macchie circolari concentriche che, una volta illuminate, si dilatano creando effetti spettacolari; è utilizzato soprattutto nella produzione di paralumi; il vetro a granito, generalmente prodotto artigianalmente e caratterizzato da una superficie intenzionalmente ruvida e irregolare.

Dall’oggettistica all’arredamento ad elemento del costruire il vetro si mostra in tutta la sua
duttilità. Una materia infinitamente plasmabile sia artigianalmente che industrialmente.

Nelle foto: “Layers”, progettato da Rodolfo Dordoni è un tavolino con base in tamburato laccato lucido disponibile nei colori bianco e nero con fasce in cristallo fumé curvato da 12 mm. Le fasce di altezze diverse e la base sono indipendenti tra loro e consentono il libero posizionamento. “Layers” è un piano d’appoggio nel quale la sovrapposizione e i giochi di luce resi possibili dalle rifrazioni, diventano motivi decorativi sempre nuovi e in grado di emozionare. I piedini a fascia sono in alluminio finitura brill. Fiam Italia
Nel rispetto più assoluto delle forme e delle tecniche, la collezione “Forma Veneziani” ripropone alcuni modelli storici della produzione Barovier&Toso e si affida al colore come elemento sorpresa. Nell’immagine un bellissimo lampadario rosso rubino.

Il vetro può essere utilizzato anche come oggetto vero e proprio del costruire, legato quindi all’edilizia ed all’architettura, come nel caso del vetrocemento, disponibile in mattoni, detti “formelle”, di varie forme, dimensioni e colori, grazie alle quali è possibile costruire pareti divisorie. Non essendo autoportanti, queste partizioni richiedono una struttura rigida da fissare al pavimento, alle pareti e al soffitto. Un muro in vetrocemento non dovrebbe superare i 5 metri di lunghezza nè essere maggiore di 17/18 metri quadrati di superficie. Oltre i 2,50 metri di lunghezza si deve rinforzare la struttura con tondini metallici. Inoltre, nel caso di pareti molto grandi, si installano una serie di giunti di espansione tra l’intelaiatura e i vetromattoni, riempiendo i giunti con il silicone. Considerato “muro” a tutti gli effetti, anche legali, e un tempo utilizzato solo su coperture piane o pareti di confine per dare luce agli ambienti, attualmente viene usato soprattutto per pareti interne con ottimi risultati estetici. Per bagni o cucine, generalmente vengono utilizzate pareti “miste”, ovvero in muratura fino ad una certa altezza e poi parzialmente o completamente in vetrocemento. L’effetto che si ottiene è il solo passaggio della luce, e non”di vista”, anche in locali come bagni senza finestre, o vani poco luminosi. E allora come non dar ragione al designer Carlo Guazzo, quando afferma che "Ricevere luce e filtrarla con dei colori per avere effetti mai prevedibili è un gioco che piace agli occhi. Ci espandiamo e tutti i nostri sensi diventano più ricettivi a qualunque altra cosa accada in quel momento”.

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