URBANISTICA E PAESAGGIO – PROGETTO MENZIONATI

Il tema della tesi nasce da una semplice necessità, quella di ridare a Siracusa il proprio mare, ripristinando il vecchio limite settecentesco.
L’area di progetto che si estende per il lungomare di levante dell’isola di Ortigia, necessita da tempo di un ridisegno urbano unitario, infatti, essa rappresenta un punto di incontro/scontro tra diverse giaciture urbane che disegnano il territorio isolano
come palinsesto in cui si possono ravvisare le differenti compresenze storiche: il quartiere umbertino, definito dalla regolarità degli isolati e del tracciato; il quartiere Graziella, in cui predomina la dimensione più minuta e il carattere di aggregazione del tessuto antico; la struttura del parcheggio Talete, che si pone quale cesura netta tra la città e il mare.
La logica progettuale è quella della riqualificazione, della riconnessione, dell’integrazione, della rifunzionalizzazione del territorio, della riappropriazione del limite storico per una nuova urbanità.
La storia_Ortigia come palinsesto
La città nasce come forma compiuta e definita per via delle mura spagnole e dei diversi forti eretti nel ‘500 a sua difesa, l’espansione della città a spese del territorio circostante oltre questo limite storico ha comportato, invece, la perdita di significato del concetto stesso di limite. […]L’area in questione è localizzata nella bassa Valle d’Aosta, sul territorio dei comuni di Pont Saint Martin, Donnas e Bard, che costituiscono la porta d’ingresso alla valle per chi proviene dal Piemonte. Gli insediamenti principali, di origine romana, son concentrati nel fondovalle e nella parte bassa dei versanti, mentre le porzioni medio-alte sono interessate da numerose borgate.
I tre comuni sorgono sulla via consolare per le Gallie, importante arteria che collegava Eporedia (Ivrea) con Augusta Praetoria (Aosta). Inoltre, l’area è solcata dalla via Francigena, uno dei più importanti itinerari di pellegrinaggio cristiano che collegava Canterbury a Roma. Il territorio è percorso dal corso della Dora Baltea e la vallata si divide in due versanti: l’Adret rivolto verso sud e l’Envers che guarda a nord. L’area è caratterizzata da un clima particolarmente mite e secco con esposizioni molto favorevoli che hanno reso possibile l’insediamento umano e lo sviluppo di un’agricoltura di montagna già in epoche molto antiche. In particolare il versante della valle esposto a mezzogiorno (Adret) è dotato di un microclima favorevole grazie alla notevole durata dell’insolazione, che ha reso possibile anche la crescita di specie arboree tipicamente mediterranee, come ulivi, limoni e palmeti. Il paesaggio attuale è caratterizzato da boschi di latifoglie e da terrazzamenti a vigneto. […]Il 31 dicembre 2010 terminerà lo stato di emergenza socio – economico – ambientale dichiarato sul Sarno e contestualmente sarà liquidata la struttura commissariale che negli ultimi 15 anni si è occupata dell’emergenza. Il commissario si è trovato a dover fronteggiare il degrado di un fiume e di un territorio che attraversa le provincie di Napoli, Salerno e Avellino.
Nella prima parte di questo lavoro vengono indagati i termini di tale stato di emergenza, quelli che sono i fattori che negli anni hanno contribuito al degrado dello stato ambientale del fiume e del territorio da esso attraversato.
Segue il racconto delle azioni predisposte dal Commissariato per fronteggiare lo stato di emergenza. Tale opera tesa al disinquinamento dell’acqua ed alla bonifica dei sedimenti inquinati, con l’ultimazione dello schema depurativo, restituirà un fiume disinquinato.
Questi interventi, seppur necessari e prioritari non possono considerarsi esaustivi e risolutivi del generale stato di degrado in cui versa il territorio.
L’inquinamento dell’acqua è solo una delle conseguenze dei mutamenti che hanno generato il diffuso degrado del territorio, forse l’aspetto più preoccupante dal punto di vista sanitario. […]Il progetto inizia ad ottobre del 2007 all’interno del laboratorio di progettazione del
Prof. Tischer, attraverso la proposta di lavorare sul tema delle periferie del Mediterraneo per l’ultimo esame di progettazione. Il tempo per l’elaborazione del progetto per l’esame non fu sufficiente per approfondire un tema cosi’ complicato e che richiama a se differenti tematiche che ne costituiscono il panorama di riferimento.
Cosi’ fu scelta Tunisi e la periferia di Rades, come tema di tesi e il “viaggio”come metodo di indagine.
“HUDUD_CONFINI | Strategia per lo sviluppo di Rades” cerca di osservare i fenomeni “dall’interno”, nel tentativo di proporre ipotesi, che siano sempre  una “amplificazione” di condizioni esistenti, offrendo un’alternativa alle logiche occidentali del consumo e della produzione di massa, attraverso la riscoperta della propria identità Il “viaggio” verso un “luogo diverso” diventa indispensabile per “vedere”, “sentire”,“appuntare”, “osservare”, “disegnare”, “capire”, non limitato alle architetture ma arricchito dalle testimonianze delle diverse culture, dalla conoscenza della società, dall’ascolto del silenzio negli spazi smorzati dal richiamo del muazin alla preghiera, dall’apprendimento della dignità che si cela sotto il misterioso volto velato delle donne mussulmane. […]Una delle principali strategie d’intervento è quella di orientarsi verso politiche basate sullo sfruttamento e la valorizzazione delle risorse locali, realizzate tenendo in considerazione gli aspetti che caratterizzano la sfera socio-economica, ambientale e culturale del territorio di intervento.
Il progetto “Nuove Centralità nel Fondovalle Foro” propone la realizzazione di un parco di tutela dell’asta fluviale del fiume Foro, valorizzando il territorio abruzzese e rafforzandone il marchio.
L’istituzione del parco delle risorse, trasversale alla vecchia e nuova S.S.16 Adriatica, adiacente all’autostrada A14, promuove l’immagine turistica di Francavilla al Mare.
L’occasione di intervento è data dalla realizzazione della bretella di collegamento e del prolungamento del tracciato della nuova Statale Adriatica verso Ortona. Riprendendo i tracciati della proposta Anas, la visione del nuovo nodo si integra al territorio strutturando l’area, ridisegnando il bordo dell’espansione residenziale verso il fiume, e contestualizzandosi nell’ambiente, diventando la porta di accesso e di fruizione del parco.Infatti, il nodo rappresenta un elemento complesso dove si intrecciano sia i flussi, che le attività che il parco offre ai turisti (natura, sport, cultura). Utilizzando la nuova SS16 come vetrina per il parco, il progetto prevede la trasformazione delle aree adiacenti al fiume, in aree attrezzate, con criteri di sostenibilità ambientale. […]Città Giardino-Città delle Reti è una ricerca sulla forma della Città-Territorio, fenomeno contemporaneo di urbanizzazione diffusa delle aree periferiche delle grandi città di molte aree del pianeta.
La ricerca affronta il tema dal punto di vista della forma, interrogandosi sulla teoria formativa di questo tipo di città e sulla possibilità della sua progettazione. L’approccio proposto assumerà gli elementi di connessione infrastrutturale (rete) e contatto con la natura (giardino) come i vettori in grado di orientare la forma della città futura.
Il primo elemento, la rete rappresenta il supporto grazie a cui lo stile di vita contemporaneo è possibile, un apparato tecnologico su cui appoggiamo i nostri diversi livelli di realtà.
Il secondo rappresenta l’occasione di un recupero della dimensione naturale, in quanto pezzi di verde vengono materialmente incastonati all’interno della città dispersa, facendo sì che città e campagna si combinino ripetutamente.
In questa combinazione il verde può svolgere un ruolo attivo nella determinazione della forma urbana, passando da una condizione passiva ad una attiva. Il lavoro presentato si pone
l’obiettivo di prefigurare un modello insediativo apparentemente non urbano, non compatto e in forte relazione con grandi vuoti agricoli e naturali, offrendo allo stesso tempo alcune qualità tipiche della città tradizionale, come l’elevata accessibilità, la complessità d’uso e la densità abitativa. […]

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