Uno spazio disegnato dalla luce


Lightingdesign

In un ex studio di architettura

Progetto di: Lucilla Malara, architetto dello studio Malara Associati
Progetto illuminotecnico di: Marco Pollice della Pollice Illuminazione
Servizio di: Gabriella Anedi
Foto di: Athos Lecce

In una palazzina dei primi del Novecento, direttamente accessibile dalla strada, uno studio di architettura è stato trasformato in abitazione dagli stessi proprietari unendo le rispettive competenze professionali: lei architetto, lui light
designer. Il risultato? Un’abitazione costruita con piani di luce, dove gli ampi spazi destinati alla vita in comune si intersecano sempre ad angolo retto con pareti che, di volta in volta, celano/ contengono/ separano.
L’handicap iniziale, la scarsa luminosità dell’appartamento, si è così risolta in una sfida vinta con soluzioni ora naturali ora artificiali, ma sempre guidate da una salda misura architettonica.
Ai setti portanti dei solai spetta infatti il ruolo sia di separatori delle funzioni del vivere che di quinte le cui aperture offrono una sensazione di fluidità e continuità degli ambienti. Agendo sui setti portanti (aprendoli a tutta altezza
dopo averne eliminate le porte) si è esaltato il ruolo riducendoli all’essenziale staticità: privi di chiusure e di decorazioni evidenziano così la loro forma geometrica, l’equilibrio tra leggerezza e peso, tra vuoti e pieni. Tale intervento di riduzione e di semplificazione formale, si riflette anche nella scelta dei materiali.

Nelle foto: Tavolo “Naos”, Unifor; librerie “Selecta”, Lema; lampada globulare “Sushi” di Davide Groppi.
Lampade quadrate da incasso “UP”, Kreon. Pavimento in listoni d’acero, Artigianlegno.

Cucina, Elam; cappa, Officina Star; elettrodomestici, Miele tavolo su disegno prodotto da Molteni; sedie “Less”, Lema;
lampada da tavolo, Flos; luci a incasso a soffitto, IGuzzini.

Scale rivestite in acero, Artigianalegno; luci a incasso laterali, “M1” Viabizzuno; lampada rotonda “Loop”, Fontana Arte.

Essi sono unitari e luminosi, come nel caso dell’acero per tutti i pavimenti e il trattamento materico bianco opaco per
quasi tutti gli ambienti della casa. L’esito è una spazialità semplice ed essenziale, di una purezza quasi irreale dove si
respira una grande quiete. A tale effetto concorre in modo determinante anche una complessa regia illuminotecnica.
La parete-libreria del soggiorno, dipinta di bianco e illuminata con luce radente dalla soprastante gola lineare,
sembra mantenere sospesi nell’aria i libri e gli oggetti in essa contenuti, che la variazione cromatica indotta dai colori
delle diverse lampade magicamente esalta.

Nelle foto: Divano “Cuba”, Cappellini; tavolino realizzato da Molteni; piantana Viabizzuno; poltroncine “Vassili” di Breuer riedite da Cassina.
Progetto illuminitecnico Marco Pollice, Pollice illuminazione.

Lucilla Malara, architetto
Nata a Milano nel 1963, nel 1981-82 frequenta il corso di fotografia presso l’Art Institute of San Francisco. Nel 1983 segue lo stage di Computer Graphic a Los Angeles presso Autodesk Center e nel 1988 si laurea con lode in architettura
al Politecnico di Milano.
Docente di Computer Graphic al Politecnico di Milano (1993 -1995), collabora con lo studio “Urbanistica & Architettura” e con lo studio di Ingegneria “Centro Studi Traffico”. Dal 1989 opera all’interno dello studio “Malara Associati” di Milano.
Arch. Lucilla Malara

All’ingresso è collocato un piccolo schermo digitale che gestisce gli scenari luminosi corrispondenti alle diverse funzioni, un semplice tocco e immediatamente si accendono o si spengono le luci a seconda dell’opzione selezionata: si stabilisce così immediata corrispondenza tra luminosità degli ambienti ed esigenze sia pratiche che emozionali. A ciò concorre la dislocazione spesso inusuale delle fonti di luce, per esempio in corrispondenza dei gradini o sotto il piano di cristallo del tavolo da pranzo. Vetri e plexiglasss non fanno che valorizzare tali giochi di luce.

In Edicola

Nelle foto: Mobili su disegno realizzati da Molteni; lampada per lettura, Erco; sgabelli, Rexite.

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