Un’interpretazione moderna della casa rustica fuori porta

È l’abitazione principale, appena fuori città, in una zona agricola, di un professionista e
della sua famiglia. Vista dall’esterno sembra una villa ricavata dai ruderi di una  costruzione antica di cui rimangono alcuni muri di pietra a vista. Ma se si guarda meglio, si vede che si tratta di una costruzione recente molto sofisticata, dove al sapore tradizionale dei muri in pietra viene contrapposto un linguaggio architettonico assai moderno. Per saperne di più mi rivolgo a chi l’ha progettata, l’architetto Zanlari di Parma.

RAPPORTI TRA ANTICO E MODERNO

Poltrone, divani, tavoli e tappeti sono tutti di un’altra epoca, di un periodo che pensava gli spazi interni in modo totalmente differente da oggi. La famiglia ha preferito fare da sola senza consigliarsi con l’architetto, e ha inserito l’antico nello spazio moderno con molta naturalezza: è come se al posto di questi vani aperti con pareti e soffitti interrotti da vetrate, ci fossero saloni con volte affrescate e tende di velluto alle finestre.”Le scelte di partenza concordate col cliente erano due: partire da un progetto che non fosse troppo da specialisti ma avvicinabile da tutti, e scegliere per la realizzazione solo materiali omogenei alla tradizione architettonica della zona.
Nella campagna del Parmense questa tradizione era legata alla corte rustica, dove in pianura veniva utilizzato molto il mattone, mentre nella zona collinare si preferivano i ciottoli portati a valle dai torrenti. Qui erano prevalenti le pietre di fiume.
Accanto all’aspetto materico, volendo realizzare un’architettura rigorosamente contemporanea senza cadere nel vernacolo del finto rustico, ho cercato un’impostazione di base che eliminasse la scatola edilizia, mettendo l’accento sul gioco d’incastro dei
singoli setti murari pensati come bidimensionali.

QUALITÀ DELL’INTERVENTO

Centralità del progetto: riutizzare i materiali della tradizione contadina locale per reinventare spazi aperti e trasparenti adatti a una vita tutta rivolta alla natura.
Innovazione: l’accostamento deciso tra massicci setti murari in pietra e pareti (o soffitti) quasi interamente vetrati.
Uso dei materiali: la riscoperta in chiave modernista delle antiche tecniche costruttive con mattoni negli spigoli e pietre come rivestimento.
Nuove tecnologie: un riscaldamento diffuso sotto l’intero pavimento, coadiuvato da una coibentazione perseguita in ogni dettaglio per stare meglio risparmiando.La mia intenzione era di creare volumi il più possibile aperti otticamente verso l’esterno, che annullassero la sensazione di vivere in una sequenza di scatole stereotipate. Questi volumi li ho progettati interponendo tra un setto murario e l’altro delle superfici vetrate, creando zone dove sia le pareti che le coperture risultano trasparenti.
Il blocco scale e il corridoio interno, per esempio, realizzati in vetro, diventano interspazi
“di luce” inclusi tra robusti setti murari di pietra”.
Fin qui ne abbiamo parlato guardando gli esterni.
Negli interni, vedi in soggiorno, la musica cambia: ci sono i mobili e i quadri antichi “di famiglia” da conservare per ragioni affettive. Sembra che lo spirito degli avi si sia adattato a vivere in una dimensione aliena (la nostra) senza troppi traumi.

DUE STILI D’ILLUMINAZIONE
L’architetto aveva predisposto per l’illuminazione di base alcune fessure nel soffitto con dentro un sistema di fari e lampade molto flessibile, il “Sistema 094” di Viabizzuno. I proprietari, avendo arredato il soggiorno con mobili antichi, vi hanno aggiunto parecchi abat-jour dalla luce morbida.

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