Una terrazza sul tetto

Progetto di: Paola Lumina, architetto
Foto:
Francesco Morgana

E’ desiderio di molti potersi godere il profumo, la luminosità, i colori e la sensazione di libertà che si percepisce stando all’aria aperta. Non occorrono spazi dalle grandi metrature: anzi, alle volte il proprio angolo di benessere è più intimo e riservato se racchiuso in dimensioni contenute. La “terrazza sul tetto” qui illustrata si caratterizza per il suo essere incorniciata da una pittoresca arcata in mattone a vista, e per la sua articolazione su due livelli, dovuta a esigenze costruttive (la parte più alta corrisponde al vano corsa dell’ascensore), che i proprietari di questo vivace appartamento di Cernusco sul Naviglio hanno saputo risolvere creando una suddivisione in più zone, tra loro
correlate ma funzionalmente separate.

La pavimentazione posata su tutta la terrazza è il cotto trattato per esterni, completo di zoccolino perimetrale finito a toro, mentre per le soglie è stato scelto il serizzo; alle pareti l’intonaco è color giallino tenue; per gli arredi e i ferri battuti la verniciatura ferro-micacea è color antracite. L’esposizione ad est garantisce il primo sole della mattina, incorniciato dall’ampia arcata in muratura che racchiude il panorama. Bei vasi in cotto toscano su tutto l’affaccio alloggiano cespugli sempreverdi e piante da fiore dai delicati toni del rosa, fucsia, porpora e turchese: ma l’atmosfera si carica di profumi che rievocano la mediterranea terra tunisina quando all’imbrunire il sole esalta l’essenza profumatissima dei gelsomini che, arrampicandosi, tinteggiano di bianco l’intera cornice ad arco. Seduti su leggere sedie in ferro battuto, dai profili curvilinei e con seduta tonda coperta da essenziali cuscini trapuntati in cotone chiaro, ci si sente avvolti dal verde, isolati dal caotico rumore del quotidiano, e partecipi di suoni e armonie della natura. La zona pranzo è organizzata intorno a un tavolo in ferro battuto dal profilo arrotondato, scelto opportunamente per agevolare esigenze spaziali e favorire il coinvolgimento a tavola dei commensali. Un morbido tulle di seta bianca, ravvivato da una colorata stola verde , apparecchia una tavola d’atmosfera, dove il dopocena viene assaporato gustandosi in pieno relax l’aroma profumato e intenso di un bicchierino di liquore, e riscaldato dalle candele che, ovunque, illuminano tenuemente la terrazza.

Anche gli uccellini hanno un loro piccolo alloggio: la casettina in legno che si staglia come un “cu-cu” sulla muratura in mattone, circondata dal verde dei rami in fiore. L’illuminazione gioca un ruolo importante per la riuscita di una suggestiva atmosfera da pacata serata conviviale: luci, colori, profumi e suoni concorrono al raggiungimento di un benessere sereno e riposante. Piccole lanterne in alluminio anodizzato tinto scuro poste sui due setti murari a destra e sinistra della grande arcata in mattone a tutto sesto, garantiscono una giusta illuminazione artificiale per la zona pranzo. Ma sono il caldo fiammeggiare delle candele, attraverso i vetri colorati di una lanterna marocchina posata a pavimento, o filtrato dai portacandele in ferro battuto e vetro posti sul tavolino tibetano in legno dipinto, che conferiscono all’ambiente una calda e misurata accoglienza. Il folklore e lo spirito etnico dei proprietari di casa che, a dispetto delle loro professioni (entrambi laureati in ingegneria), che li esigono impeccabili e conformisti sul lavoro, traspare da ogni piccolo dettaglio: le piccole lanterne in giunco appese alla balaustra in ferro del livello superiore, come fondale luminoso ai morbidi cuscini in velluto e seta semplicemente adagiati a pavimento, o i portacandele in legno con piccoli pendagli in argento e perline acquistati durante un viaggio a Istanbul.

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Nelle foto un’immagine suggestiva di questa terrazza sul tetto incorniciata da un’arcata in mattoni a vista. Benché
l’ubicazione sia cittadina l’illusione di essere in campagna è alimentata da rigogliosi cespugli sempreverdi e da bellissime piante da fiore tra cui si riconoscono i gelsomini che, arrampicandosi, tinteggiano di bianco l’intera cornice ad arco. Un ruolo importante lo gioca anche l’illuminazione con piccole lanterne in alluminio poste sui setti murari. In apertura di servizio il progetto, curato dall’architetto Paola Lumina mostra l’attenta divisione degli spazi. Area relax, barbecue, zona pranzo e un piccolo orto, dove si condensano gli intensi aromi mediterranei (salvia, origano, rosmarino, menta ecc), compongono questa gradevole scenografia “en plain air”.

E’ sufficiente una sopraelevazione di pochi centimetri (il dislivello rispetto al piano della terrazza è di soli cm. 60) per connotare come più raccolto e romantico lo spazio-relax, accessibile da una scaletta in lamiera grecata e racchiuso da una balaustra in ferro battuto verniciato color antracite dall’essenziale disegno a bacchette verticali con corrimano in profilo cilindrico. Solo un grande vaso con un arbusto dall’essenza profumatissima impreziosisce questi pochi metri quadri arredati con semplici poltroncine in ferro battuto, cuscini marocchini a pavimento e tanto colore nel calore delle luci. Di fronte alla porta ad arco che dalla mansarda dà accesso alla terrazza, trova posto un capiente mobile contenitore per la custodia di tutta l’attrezzatura da giardinaggio, mentre a lato della porta stessa, contornata da simpatiche formelle in cotto appese a parete, è la zona barbecue, una struttura mobile in ferro battuto con griglie in ghisa e cappa in rame. L’ampia superficie delle griglie, posizionabili a varie altezze grazie al sistema a carrucola che le alloggia, e un pratico ripiano laterale in legno, consentono al cuoco di realizzare abbondanti grigliate. Nella porzione sud della terrazza, a ridosso della falda spiovente in coppi del tetto, è collocato in piccoli vasi tondi di terracotta, l’orto con le sue piantine aromatiche (Salvia officinalis, Thymus vulgaris, Origanum, Menta, Rosmarinus, Laurus…), oltre a
pomodorini, cetrioli e fiori di zucca, ma anche una rigogliosa piccola piantagione di fragole, ribes, e un albero di albicocche. Questo interesse e cura per il proprio orto, oltre che per piante e fiori ornamentali, risponde forse all’esigenza di riappropriarsi di usanze contadine, recuperare sapori naturali e genuini, provare a cimentarsi nell’arte di coltivare che, a differenza di quasi ogni prodotto venduto pronto al consumo, richiede tempo e cura, ciò che più di ogni comfort o agio stiamo imparando ad apprezzare e riscoprire.

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