Progetto di: Anna Teresa Ritacco architetto, con la collaborazione di Angelo D ’ambra e Cristiano Torre architetti La proposta di questo progetto di restyling per un loft di 56 mq. in Milano, siè concretizzata sulla richiesta del Lo spazio comunicante tra la cucina e il living, che si sviluppa a tutt’altezza, viene trasformato e in parte separato, con il posizionamento di una scultura progettata come un mobile, dalle dimensioni e sezioni variabili, costruita in cartongesso, materiale ecologico, ad alta flessibilità che si presta alla realizzazione di superfici curve e irregolari. In questo progetto, viene fornito in lastre e fissato con viti autofilettanti ad una struttura metallica snodabile in lamiera di acciaio zincato e ancorato a pavimento e plafone. La scultura nel suo interno, lato cucina, contiene dei ripiani intelaiati tra loro a formare un “arredo a giorno”, pensati in legno colorato, mentre all’esterno, lato soggiorno, vengono posizionate due mensole in resina di spessore di 3 cm, ad altezze diverse, attigue al divano, che fungono da poggia oggetti. Nell’intimo della scultura, viene aperta una cavità a forma libera, che svuota la mera consistenza e fa penetrare la luce naturale, proveniente dalla finestra creata nel soggiorno. Di notevole impatto e difficoltà è stato lo studio di illuminazione, realizzato dal Lighting Designer Maria Genoni. Gli apparecchi installati nella scultura dovevano
L’unica sorgente che racchiude in se tutte queste caratteristiche è il led. Ridottissime dimensioni, sviluppo di calore limitato al circuito, durata 50.000 (per l’impiego giornaliero previsto circa 20 anni), dunque assenza di manutenzione. Dal punto di vista estetico e per le modalità di installazione il mercato ormai offre tantissime soluzioni. Per questo progetto sono stati utilizzati gli apparecchi “Intro” ed “Extro” della Molto Luce. La stessa soluzione è stata adottata anche per la luce lettura delle testate del letto, in quanto in parte l’intervento architettonico è anche pensato come schienale, che si colloca tra il parapetto del soppalco e il living. I ridottissimi consumi del led (3W) permettono di utilizzare la luce di lettura anche come notturna, nello specifico è stato utilizzato un apparecchio con braccio flessibile, sempre Molto Luce, della serie Motus. Il colore che definisce la scultura è il lilla, mentre le mensole in resina lisciata sono giallo limone. Il piccolo vano ricavato all’interno dell’opera è variabile, la sola base ha dimensioni 0,70 mt. di larghezza, uno spessore di 1,10 mt. e una lunghezza di 2,30 mt., che permette di raggiungere il piano soppalco. Dal piano soppalco a fine solaio, la scultura misura in altezza ulteriori 2,30 mt. mentre in spessore diminuisce fino a 0,15 mt., atta a contenere i punti luminosi led e affiancare i pannelli – quadri in resina poliuretanica, realizzati dal Designer Emiliano Paone. La camera da letto con l’affaccio sulla zona living, viene in questo modo, quasi mascherata da due pannelli di spessore di 5 cm a sandwich in resina, uno di colore giallo sfumato, che affonda sul pavimento e prosegue fino a soffitto e l’altro di colore rosso purpureo, si contrappone e unisce la scultura con il pannello giallo a tutt’altezza. I quadri ottenuti dalla combinazione di più polveri impastati alle resine, con la tecnica mista del nuvolato e spatolato, sono d’ispirazione astratta, ma conservano una matrice espressionistica – naturalistica. Sono tesi a suscitare emozioni interiori, utilizzando solo la capacità dei colori a volte più accesi, a volte più tenui, di trasmettere delle sensazioni. Il solo gesto di mescolare e dissipare le resine oramai colorate, libera la fantasia e i pensieri più reconditi, ci si svincola dalle norme e dalle convenzioni più comuni e si crea un mondo fluido, decostruito. “Il portale” così definito, da un’architettura a forme libere e naturali, è concepito in modo molto aereo, effimero, leggero, sfaccettato e non invasivo, possibile teatro di innumerevoli eventi pianificati. È uno spazio contenuto, idealizzato dove tutto può avvenire, costruito per scarti e divergenze, un “episodio progettuale”. Come ha scritto Peter Eisenman “Una tendenza presume che la forma architettonica sia la riconoscibile trasformazione di qualche solido geometrico o platonico preesistente… A questa si aggiunge una seconda tendenza che vede la forma architettonica in modo atemporale e decomposizionale, come qualcosa che ne è la semplificazione…
|