Una mostra globaleArte e civiltà nel ‘700

Arte e civiltà nel ‘700

Per la prima volta viene indagato a tutto tondo un periodo storico, il Settecento, che segna una periodo di trasformazione e di transizione, dall’epoca moderna all’età contemporanea. Organizzata da Flavio Caroli, la mostra è occasione per riflettere su quel momento storico.
Prof. Flavio Caroli

«Il Settecento è forse il secolo più frainteso della storia recente e questa mostra intende scoprirne in profondità tutta la
portata rivoluzionaria». Lo afferma Flavio Caroli, che organizza l’evento e che già curò l’esposizione "L’Anima e il Volto. Ritratto e fisiognomica da Leonardo a Bacon" svoltasi nel Palazzo Reale di Milano nel 1998- 99. "Il Gran Teatro del Mondo. L’Anima e il Volto del Settecento", questo il titolo della mostra attuale, si svolge nella stessa sede a partire dal novembre 2003. «E’ intesa – spiega Caroli – come mostra di civiltà. Sono presenti 300 capolavori provenienti da diverse parti del mondo. E all’esibizione di opere d’arte si affiancano spettacoli teatrali e cinematografici di quell’epoca o su quell’epoca, concerti e letture. L’ambizione è di ricreare, con tutta la ricchezza necessaria, l’ambiente e il clima del secolo entro il quale è nato "il personaggio" come entità espressiva moderna». Tra le opere in mostra, diversi ritratti di prelati, firmati
da Goya, Domenico Corvi, Gaspare Traversi, Corrado Giaquinto… «Sono esempi di come la ritrattistica cessa di essere
mera espressione di ufficialità paludata, per mettere a fuoco più direttamente il personaggio. Questo avviene nell’arte pittorica, ma anche nel teatro, con Goldoni per esempio e in letteratura: nasce il romanzo, con Swift, Defoe, Fielding e anche nella musica. Nasce la psicologia individuale.

Giovanni Paolo Panini, Arco di Tito e Foro Romano (particolare)
Goya, Ritratto del Cardinale de Borbon y Vallabriga.

Attraverso l’espressione del volto si indaga la profondità dell’animo, si scopre il mistero dell’uomo. Lo si vede bene nel "Ritratto del Cardinale de Borbon y Vallabriga" di Goya. E questo è il fine della mostra: far vedere come la fisiognomica diventi psicologia». La mostra è divisa in tre sezioni. La prima è intitolata "Personaggi in ordine di apparizione" e presenta gli attori del grande scontro sociale dell’epoca che si manifesterà alla fine del secolo nella rivoluzione francese. La seconda sezione ha titolo "Prima della Rivoluzione. Il romanzo della Pittura". Si articola in quattro capitoli, il primo dei quali, "Uno sguardo sul mondo" offre un’inquadratura del paesaggio e dell’ambiente, da un lato arcadico e nostalgico, come nei dipinti di Francesco Zuccarelli e di Giuseppe Zais, dall’altro vivo e reale, dove le città italiane risplendono dell’incanto che suscitano nei viaggiatori stranieri, come nelle raffigurazioni di Roma e Napoli di Gaspar Van Wittel o nelle vedute mozzafiato del Canaletto. Il secondo capitolo è intitolato "Memorie di una vita di piacere" e porta il visitatore all’interno dei palazzi settecenteschi. ll terzo capitolo, intitolato "Fisiognomica e modeste proposte perché il mondo sia caricatura di se stesso" pone in rilievo il passaggio dalla fisiognomica alla psicologia. Il quarto capitolo si rivolge alle "Cronache dai campi e dalla suburra": il mondo umile e sofferto dei poveri che in quest’epoca diventano protagonisti di espressioni artistiche. La terza sezione della mostra propone una sola opera, "Gertrude, Amleto e il fantasma del padre di Amleto", di Heinrich Fussli, datata 1793, l’anno del Terrore parigino. La mostra è prodotta dal Comune di Milano, Assessorato Cultura e Musei e dal Gruppo Skira. CHIESA OGGI architettura e comunicazione sta studiando una tavola rotonda che inquadri lo sviluppo dell’architettura ecclesiastica nel ‘700.

(L.S.)

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