Una missione internazionale

Una missione internazionale

C’è un aspetto fondamentale della nostra rivista, che la caratterizza sin dal primo numero. Grazie alla sensibilità di S.E. R. Mons. Francesco Marchisano, Presidente della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, oltre che alla nostra rete di distribuzione, CHIESA OGGI architettura e comunicazione è posta all’attenzione delle diocesi più lontane: dall’Est europeo all’America Latina, dal Giappone al Canada. Questo ne fa un punto di riferimento internazionale: raccogliamo servizi da tutti questi luoghi lontani e proponiamo al pubblico italiano e internazionale i modi distinti, seppure coerenti, con cui l’edificio chiesa viene presentato nei luoghi più diversi nel mondo. Selezioniamo le realizzazioni più significative perché sappiamo che la loro pubblicazione torna utile perché chi lavora sulla chiesa possa, dal raffronto di proposte diverse, distillare suggerimenti critici per nuove creazioni o per interventi validi sulle chiese esistenti. Come mostra la lettera di P. Andrii Romankiv, dell’Eparchia di Ternopil-Zboriv, in Ucraina, là dove urge la ricostruzione di un tessuto di luoghi per il culto, si sente tanto più fortemente la necessità di riferimenti progettuali che possano ispirare la concezione di chiese rispettose delle tradizioni locali, ma anche al passo coi tempi e architettonicamente significative. Sappiamo come la realizzazione di una chiesa sempre sia un evento eccezionale, sempre richieda i massimi livelli qualitativi: che l’edificio sia degno della sua missione. Ecco che la nostra opera di documentazione, e il dibattito di cui ci facciamo tramite, rivestono un ruolo fondamentale. Di stimolo, di suggerimento, di dibattito aperto. Tutto questo è fondamentale per la formazione e l’informazione del personale ecclesiastico e laicale che si muove nell’ambito della progettazione delle nuove chiese nonché nella conservazione dei beni culturali esistenti. Come dimostra il caso del Museo diocesano “Adriano Bernareggi” di Bergamo, un approccio seriamente impegnato nel linguaggio architettonico contemporaneo riesce a ottenere risultati eccellenti nel riqualificare, per l’esposizione di oggetti di valore storico, ambienti austeri e antichi. Mons. Giancarlo Santi, Direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Conferenza Episcopale Italiana, punta il dito su alcuni temi che necessitano di una importante riflessione.

Nelle foto: Due immagini della visita di Giovanni Paolo II in Ucraina (23-27 giugno 2001). Foto archivio “L’Osservatore Romano”.

L’architettura, se non è “comunicata” è un po’ come se non esistesse agli occhi del mondo. Per quanto magnifica e funzionale sul piano liturgico, una chiesa la cui esistenza sia nota solo ai suoi parrocchiani, ha un’importanza limitata. Pubblicata, invece, diventa elemento di crescita culturale. Il lavoro in cui siamo impegnati è esattamente questo: fornire uno strumento a vasto raggio d’azione per chi si interessa di architettura di chiese. Oggi, all’espletamento di questa funzione, si aggiungono altri soggetti. L’università milanese IULM, grazie alla lungimiranza del suo Rettore, Prof. Giovanni Puglisi, apre un corso di laurea dedicato alla comunicazione del patrimonio culturale. E, come ha sottolineato nella sua prolusione l’On. Roberto Formigoni, Presidente della Regione Lombardia, la promozione del nostro patrimonio diventa strumento di alta politica, quasi a ritrovare il senso vero della nostra missione nel mondo. La ricchezza dell’Italia è il suo patrimonio culturale. Nostro compito è quello di farlo vivere e prosperare nell’oggi, di non disperdere quanto tramandatoci nella storia, ma allo stesso tempo promuovere il suo continuo aggiornamento, il suo essere non solo “museo” ma anche “fucina” di nuove produzioni. Su questo terreno ci battiamo. Le richieste che ci giungono da lontano, i nuovi stimoli che ci giungono dalle Autorità civili ed ecclesiastiche arricchiranno le proposte di cui ci facciamo portavoce. Come riferisce il Prof. Arch. Fabrizio Schiaffonati, nell’incontro tra arte e tecnologia vivrà l’architettura del futuro. Sulle nostre pagine esso oggi già si va configurando.

Giuseppe Maria Jonghi Lavarini

Ucraina: abbiamo bisogno di architetti

Ternopil 10.03.2003 A.D.
Eparchia di Ternopil-Zboriv, Ucraina

Sono poco più di dieci anni che la Chiesa Ucraina Greco-Cattolica è uscita dalle catacombe. Le persecuzioni del regime ateo possono sembrare un sogno lontano, ma l’eredità lasciataci dal comunismo continua a ricordarci drammaticamente che non si è trattato di un sogno. Le conseguenze dei lunghi anni del totalitarismo sono il vuoto spirituale e culturale che è forse la causa principale di tutti gli altri problemi che ci si trova oggi ad affrontare. Quel vuoto ha provocato, tra l’altro, la mirata distruzione di gran parte del patrimonio artistico-culturale creato dal genio delle diverse generazioni di un popolo che da più di mille anni ha scelto il cammino cristiano. La Chiesa in Ucraina si ritrova oggi a confrontarsi con una tradizione che è stata interrotta nel 1946, quando tutti i pastori sono stati imprigionati, deportati, o uccisi, solo perché fedeli alla fede professata e al successore di Pietro. E’ urgente adoperarsi nel salvare quel poco che è rimasto del patrimonio dell’arte sacra per ridargli vita ristabilendo il legame sia religioso-spirituale, sia storico – culturale interrotto. È quindi opportuno creare almeno un museo di arte sacra che assolva anche alla funzione di centro culturale. Inoltre è importante confrontarsi con le tradizioni che si sono sviluppate nei paesi liberi per sviluppare nuovi modelli di architettura sacra al fine di offrire ai fedeli spazi adeguati e dignitosi per le celebrazioni liturgiche e per la formazione cristiana. Per riuscire, abbiamo bisogno di aiuto, sia per reperire le risorse, data la nostra difficile situazione economica, sia per condividere le esperienze con le Chiese dove si sono fatti passi in avanti in questo campo. Pertanto possono tornarci utili i modelli di nuove chiese che dovremo poi tradurre nella cultura e nella tradizione ucraina. Infatti varie chiese costruite in questi ultimi decenni, a causa dellamancanza di architetti esperti in architettura sacra e a causa ell’insufficienza di mezzi economici, presentano problemi non facili da risol
vere. Si tratta infatti di strutture che non sono adatte alle nostre rigide condizioni climatiche, costruite con materiali acusticamente inidonei ad una partecipazione assembleare, che presentano problemi di illuminazione e che, a motivo dei materiali scadenti impiegati, sono di difficile e costosa manutenzione. Nella diocesi per venire incontro a questa urgenza è stata fondata dal Vescovo Ordinario Myhail Sabryga la Commissione dell’Arte Sacra che dal 1° giugno del 2002 sta facendo il possibile per raccogliere e catalogare il patrimonio artistico-culturale diocesano, offrendo anche spiegazioni al clero e ai fedeli sul significato delle opere d’arte sacra. Ma certamente le nostre possibilità sono molto limitate e abbiamo bisogno di sostegno.

Padre Andrii Romankiv
Segretario del Vescovo Ordinario
Dirigente della Commissione Diocesana per l’Arte Sacra

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