Una mansarda da vivere in relax


Uno spazio reinventato nel restauro di un edificio per uffici. Le varie zone funzionali sono disposte con
intelligenza in uno spazio fluido e scenografico.

Progetto di Michela Genghini, architetto
Servizio Maria Galati, architetto
Foto Athos Lecce

L’architetto Michela Genghini, partner dello Studio Assostudio di Monza, insieme al suo cliente (un giovane single milanese), ha ristrutturato il vecchio solaio di un fabbricato adibito ad uffici all’interno di un complesso industriale,
dando alla luce una piccola ma accogliente mansarda.
Il sottotetto di partenza non era grandissimo e non permetteva allo stato di fatto di ottenere grandi risultati, ma
facendo alcune modifiche sui muri perimetrali e alzando la linea di colmo, con l’impiego di velux, cappuccine e una grande vetrata, si è ottenuto un volume molto più ampio e luminoso.

È un interno avvolgente, pensato come un guscio di chiocciola.
Per il relax di un single dai molteplici interessi culturali.

Tavolo “DS1” di C.R. Mackintosh riedito da Cassina.
Sedie “Superleggera” di Gio Ponti riedita da Cassina.
Lampada da terra, Cini&Nils; Servizio di piatti di Philippe Starck.

La pianta della mansarda è volutamente semplice: in prossimità dell’ingresso è stata collocata la cucina che si affaccia su uno splendido terrazzo verde, poi da un piccolo corridoio si accede al salotto, che può essere definito il cuore dell’appartamento, per arrivare quindi alla zona notte. La superficie non è grandissima e si è preferito, per quanto
possibile, evitare di chiudere gli ambienti per non perdere la percezione della continuità.
E in cucina si è studiato ad hoc un sopraluce in vetro.

Divani, Minotti; poltroncine di famiglia; tavolino di Eero Saarinen per Knoll; parquet in doghe di wengé,
Montrasio Fruttuoso.
Lampada da terra, Cini&Nils

Tale elemento permette di percepire anche dal salotto la continuità della falda del tetto.
È stata la scelta del legno lamellare per la copertura che ha permesso di ottenere grandi luci dove erano necessarie. L’uso del colore bianco nella finitura fa risaltare il soffitto a falde, mettendo in evidenza il suo ruolo decorativo. Per il pavimento invece si è preferito il colore scuro del wengè, e in tutti i locali si è giocato con l’uso di tinte chiare e scure nelle diverse gradazioni.

In Edicola

Cucina, Driade; faro a sospensione dell’ing. Castaldi; sgabelli, Lem. Elettrodomestici, Rex; pavimenti in resina, Gobbetto.
Letto “Nantuk”, Driade; sanitari, Ideal Standard.

Qualità dell’intervento

Centralità del progetto: l’idea è basata sul grande impatto visivo che inizia dall’ingresso, con pochi elementi di arredo eleganti e rigorosi.
Innovazione: luci scenografiche dosabili con dimmer.
Uso dei materiali: pareti scorrevoli in cristallo acidato e decorazioni parietali in travertino.
Nuove tecnologie: cablaggio in fibra ottica; impostazione “domotica” con comandi su un unico telecomando.

Biografia

Michela Genghini, architetto

Nasce a Monza nel 1969, dopo la maturità classica si specializza a “Les Ateliers” di Parigi e nel 1994 si laurea in Architettura al Politecnico di Milano.

Dal 1995 esercita la libera professione come associata di Assostudio s.r.l, che opera nel campo della progettazione di urbanistica, architettura, ingegneria, interni e design.
Dal 2002 è presidente del Collegio degli Architetti e Ingegneri di Monza.

All’ingresso troviamo la cucina, essenziale nel suo arredamento, con un piano snack per le colazioni veloci tipiche di un single, mentre nel soggiorno l’elemento principale è la grande libreria, su disegno dell’architetto, studiata ad hoc per il giovane cliente che ama collezionare libri d’arte.

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