UNA GRANDE VISTA SUL GIARDINO

Un appartamento sviluppato su tre livelli attorno a una corte interna.

L’intera costruzione è stata divisa in quattro unità abitative, due su ogni livello, ciascuna con il proprio accesso, una finestra e il bagno esterno.
L’architetto ha ritenuto opportuno mantenere i caratteri tipici delle case a corte, ossia i servizi esterni, la scala e il ballatoio; mentre per quanto riguarda l’interno ha preferito abbattere i divisori, creando uno spazio fluido, arioso e senza censure, cercando di mantenere i materiali originali.

Progetto di Folco Orlandini, architetto 
Servizio di Maria Galati, architetto 
Foto di Athos Lecce

Sedriano, cittadina collocata alla periferia milanese, si è sviluppata nel corso dei secoli come un luogo dalla forte identità agricola. L’aspetto di Sedriano era simile a quello di molti paesi limitrofi col centro storico costituito da edifici a corte dotati del proprio orto e del granaio. È in questo contesto che l’architetto Folco Orlandini, nella veste di proprietario oltre che di progettista, ha dato vita a un insolito appartamento mansardato. Il giovane architetto e la moglie, amanti del verde, hanno creato, vista la particolare struttura della costruzione, una “casa serra”.

L’edificio confina a Ovest con un parco che, grazie alla presenza di un’imponente finestrone alto sei metri, irrompe con prepotenza all’interno dell’abitazione. La grande finestra, oltre a essere fonte di luce per l’abitazione, fa sì che l’interno diventi un tutt’uno con il parco: si ha quasi l’impressione che il muro verso il giardino non esista. Infatti, l’idea guida del progetto è rendere più osmotico possibile il rapporto tra esterno e interno quasi a creare un unico living che abbraccia la natura.

Nel soggiorno: divani rossi, Ikea; termosifoni, Italiana radiatori; TV, Sharp; libreria su disegno dell’architetto. In cucina: mobili, tavolo e sedie “Sistema ES” di Lucci e Orlandini Design, Snaidero; Scala e parapetto su disegno dell’architetto.

QUALITÀ DELL’INTERVENTO

Centralità del progetto: volendo aprire la casa alla natura circostante, si è partiti dal rimodellamento delle aperture, con particolare enfasi per quelle con vista sul parco.
Innovazione: un “open space” estremo senza porte (tranne i bagni), che permette la visione simultanea dei tre livelli.
Uso dei materiali: si sono restaurati e ripristinati quelli originali.
Nuove tecnologie: in una nuova cantina, scavata per alloggiare l’acquaio e la stireria, vi sono sistemi antiumido avanzati.

Biografia

FOLCO ORLANDINI,architetto

Nato a Grosseto nel ‘72, si è laureato in Architettura al Politecnico di Milano nel 1998. Come primo lavoro ha collaborato al progetto di una concept car Alfa Romeo. Nel 2000 è entrato nello Studio Lucci Orlandini dove opera nel settore Home and Kitchen design, realizzando progetti per Snaidero, Calligaris, Segis ecc. Collabora a riviste del settore e ha una seconda vita come pop star nella rock band “Mesmerize”.

Nella camera: letto con cuscini dai colori diversi non simmetrici, Urushi; lampada a sospensione “Falkland” di Bruno Munari, Danese. Non vi sono gerarchie tra gli spazi funzionali: la camera, infatti, si trova in uno spazio aperto e alla sua forma non è data nessuna enfasi. L’arredo passa volutamente inosservato, essendo molto semplice e con mobili essenziali scelti in modo da inserirsi senza farsi notare. La vita qui si svolge su tre livelli: al piano terra sono collocati il soggiorno e la cucina; al livello intermedio ci sono il bagno e la camera da letto, il cui accesso è consentito dalla scala elicoidale realizzata su disegno dell’architetto Folco Orlandini; al livello superiore, che è mansardato, è stato ricavato un piacevole piccolo studio, con il tavolo che circonda il pilastro centrale necessario a sostenere il tetto.

Nel complesso la casa trasmette una sensazione di ampio respiro; da qualunque punto si possono vedere gli altri livelli senza sentirsi chiusi in una scatola muraria. Continuando in questo intento, per ottenere un “open space super” si sono abolite tutte le porte escluse quelle dei bagni; di conseguenza – come dice l’architetto – questa grande visibilità li ha costretti a mettere le cose ritenute brutte (come la lavatrice, la stireria, lo stenditoio) in un locale di servizio scavato sotto il soggiorno. W.P.

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