Un triangolo che sorge dalle rovine


PROGETTO – CHIESA DELLA MADONNA DI FATIMA ADALBANELLA (SALERNO)

Il nuovo edificio, destinato a sorgere in un borgo rurale, si caratterizza per le pareti esterne in cui si alternano fasce di diverso colore e per il campanile, vertice che raccoglie le linee in cui si articola l’intero organismo strutturale. Dietro la quinta di facciata, Lucido Di Gregorio affida a un leccio il messaggio simbolico dell’apparizione della Vergine.

Una nuova chiesa è una nuova avventura. La costruzione dell’edificio costituisce anche il formarsi del luogo di riferimento di una comunità, che ha voci e aspettative diverse. “L’incarico di Amministratore parrocchiale che poco tempo fa S.E. Monsignor Giuseppe Rocco Favale, Vescovo della Diocesi di Vallo della Lucania (Salerno), ha voluto affidarmi per la parrocchia di S. Matteo Apostolo mi ha riempito di gioia” esclama P. Antonio Russo. “Benché l’esercizio delle mie funzioni di cappellano militare della Guardia di Finanza non mi consentisse di dedicarmi subito pienamente
alle attività parrocchiali, ben presto il calore, la partecipazione e l’entusiasmo della comunità di questo piccolo
centro abitato, hanno fatto sì che fossero superate tutte le difficoltà… non ho potuto non condividere la passione con cui i cittadini hanno voluto promuovere l’iniziativa per l’edificazione di una nuova chiesa presso il borgo rurale di Bosco, poco distante dall’abitato.

Il Vescovo, S.E. Monsignor
Giuseppe Rocco Favale.

La disponibilità di un piccolo lotto ha consentito che si pervenisse alla definizione di un progetto per il nuovo edificio di culto, dedicato alla Madonna di Fatima.
Un profondo atto di fede che di sicuro potrà essere premiato appena saranno assicurati i fondi per la costruzione.”
E il progettista, l’architetto Lucido Di Gregorio, così racconta il nascere ell’architettura: “La metafora e l’allegoria hanno
accompagnato l’intero percorso progettuale, sino a concorrere alla composizione di una proposta che complessivamente vuole essere espressiva di un evento e di una spiritualità di più ampio e profondo significato. Mentre le rovine artificiali riprodotte con la struttura muraria di confine vogliono richiamare l’effetto distruttivo della morte, la nuova architettura al suo interno vuole rappresentare un inno alla vita. La forma triangolare, da una parte genera la torre campanaria come struttura apicale, dall’altra produce la facciata principale che s’impone sul sagrato
con un doppio ordine di quinte. I due setti racchiudono uno spazio dove si prevede la messa a dimora di un leccio, a rievocare simbolicamente l’apparizione della Vergine”. Il tetto sarà fotovoltaico e i muri perimetrali saranno ventilati per favorire la coibenza.

Dall’alto: la pianta della chiesa – sotto di questa al livello interrato e con identico perimetro si realizzerà
un teatro.Vista aerea del modello: il muro di confine è interpretato come rovina. Vista aerea dal campanile: si
notano i pannelli solari sopra la copertura e risaltano le fasce di due colori alternati del rivestimento esterno.
Vista verso l’ingresso: si nota la quinta di facciata.
Pagina a lato: vista del percorso di accesso.

E la concezione concentrica dello spazio permette anche l’individuazione di una serie di soglie, più o meno visibili, più o meno marcate, ma sempre dense di significato. A partire dall’acqua: una vasca rettangolare addossata alla parete ove sporge all’esterno la bussola che racchiude il battistero, e poi continua in un canale che attornia per un tratto il volume
del costruito, così che due dei percorsi di ingresso fisicamente devono superare tale breve specchio d’acqua che in tal modo acquista un valore di soglia simbolica molto evidente.
All’esterno il volume della chiesa appare come una campana poggiata al suolo, ma tagliata a metà verticalmente dallo spazio del sagrato, definito sui lati da due pozioni del volume protese in modo protettivo e inclusivo. Il muro-facciata espone verso il sagrato un rigonfiamento maggiore e uno minore: il primo coincide con lo spazio dell’altare, il secondo con quello del tabernacolo. In questo modo dal sagrato si ricevono sia un senso di inclusione nella chiesa, sia una serie di segnali visivi che enunciano della chiesa i luoghi liturgici. Questa parte fortemente significativa dell’edificio, sua facciata eloquente, è posta in asse col percorso di avvicinamento dall’abitato.
È un progetto che non si integra mimeticamente, ma che integra attivamente l’intorno.

(LS)

Le foto della cerimonia

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