Un tetto a forma di grande ombrello


Nel nord della Sardegna una villa rustico – razionalista.

Circondata da pittoreschi massi rocciosi e da una macchia mediterranea esuberante, una casa
ottagonale si mimetizza, col suo tetto di coppi, con la splendida natura circostante. L’interno circolare si sviluppa, come una tenda mongola, attorno a un pilastro centrale che contiene un candido camino perfettamente funzionante.

Quando la natura è splendida e inviolata, costruirvi una villa è sempre una scommessa per l’architetto. Giocare di contrasto o mimetizzarsi senza perdere l’inventiva? In questa occasione, che è un vicenda a lieto fine, l’architetto era
sardo come tipicamente sarda è l’orografia del posto, e ha fatto un miracolo: ha progettato una villa nello stesso tempo rustica e razionalista, un’architettura d’avanguardia che sembra spontanea.
Lo ha aiutato la natura del luogo con i massi disposti a gradoni attorno a uno spiazzo circolare, e circolare è stata fatta la villa, con un tetto a ombrello che con i suoi coppi antichi da lontano sembra un grande masso ferruginoso.
Fuori la natura è aspra, scoscesa, petrosa; dentro invece lo spazio è candido, moderno, accogliente. Certamente,
in una situazione circolare i mobili vanno messi in un certo modo, qui aiutati da corti setti murari che dividono la casa in zone funzionali senza separare lo spazio. È come stare nella tenda di lusso di un capo beduino: tutto è molto confortevole, ma la privacy è quelle che è, manca lo spazio per un ospite formale.

Una pensilina sorretta da due cilindri di pietra locale
protegge un tavolo rustico dove pranzare.

La chiave per costruire in questi terreni è, a detta di tutti, la perfetta integrazione con le linee compositive, i materiali e i colori del paesaggio; quindi è più che giusto progettare basso, a dimensione dell’intorno e seguendo le linee di pendenza del terreno. Nel costruire questa casa l’architetto Alberto Ponis non ha demolito un masso o tagliato un ramo; anzi, per adeguarsi alle rocce si è sfrangiato il bordo del tetto.
L’interno è un unico spazio di 80 metri quadri diviso, con bassi muretti, in zona pranzo, soggiorno e zona notte. Davanti, verso il mare, è stata creata una loggia che d’estate diventa il naturale prolungamento del soggiorno per
pranzare all’aperto. In questa casa, dopo l’architettura particolare, la cosa che più colpisce sono i profumi delle essenze che la circondano.

La tipologia è a simmetria centrale come le ville – tempio di Andrea Palladio.

Si tratta di un’architettura “organica” al territorio,
un modo per enfatizzare il rapporto con la natura.

Qui a sinistra, l’angolo del salotto davanti al camino disegnato in continuità con l’architettura: sembra il tronco di una grande palma che con le sue foglie fa da tetto alla casa.

Questa casa realizza l’idea di “due cuori e una
capanna” per amanti della natura.

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Sulla parete curva la collezione di tarocchi, che ha lo stesso valore figurativo delle stampe popolari, risulta
particolarmente significativa se si vuole conservare all’interno di una struttura moderna il sapore di una civiltà contadina complessa e misteriosa.

L’unica nota di colore, oltre il cotto del pavimento, è data dallo rosso vivo dei piatti che qui s’incontra col verde bottiglia dei bicchieri rustici da osteria.

In uno spazio unico i colori dovevano essere unificati; qui si è deciso per un cromatismo tradizionale: il pavimento in cotto chiaro, le pareti e il soffitto in tempera bianca. Meno tradizionale, ma gradevole, è il “tutto banco” dei mobili, che in questo modo tendono a mimetizzarsi con l’insieme. Le sedie sono quelle tipicamente contadine con sedile di paglia, il tavolo tondo ha un disegno altrettanto semplice ma è decisamente moderno. La cucina è ridotta ai suoi minimi funzionali ed è fornita di sgabelli utili sia alla preparazione dei cibi, sia alla degustazione di uno snack. Il camino non
è solo di bellezza, ma si rende molto utile nelle mezze stagioni e soprattutto in inverno, quando vivere nella natura diventa un’esperienza forte ed esaltante. È quando tutti i turisti se ne sono andati che il primato torna in mano alla natura e agli animali selvatici che si spingono fino alla casa.

 

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