La Chiesa di S. Lorenzo a Pila, Valle D’aosta La nuova chiesa si propone quasi come il prolungamento della chiesetta preesistente, e la sua copertura si costituisce come il nuovo sagrato erboso di quella antica. L’elemento svettante ha funzione di segno e di sostegno: le campane suonano altrove. Luogo di alta montagna fortemente investito dalle trasformazioni indotte dallo sviluppo turistico invernale, la conca di Pila conserva un paesaggio caratterizzato dai segni tipici di un’economia agro-pastorale quali pascoli con malghe, alpeggi e mulattiere. La piccola chiesa di Pesein, circondata da prati utilizzati a pascolo, sorge a fianco di un lungo tratto residuo ed ancora riconoscibile della mulattiera, che un tempo costituiva il collegamento tra il fondo valle e gli alpeggi più alti. La mulattiera, che si snoda lungo la dorsale posta al centro della conca, dopo un lungo tratto rettilineo, in prossimità della chiesetta devia verso ovest. La spiritualità che promana dalla vecchia chiesetta montana si unisce e completa il paesaggio alpino. Il progetto della chiesa sorge dal desiderio di lasciare inalterato l’incanto del luogo. La nuova chiesa, posta a una quota più bassa rispetto a quella antica, sul fianco est del crinale, è delimitata a monte e verso ponente da due spessi muri in pietra, allineati alla chiesetta preesistente: in tal modo conferiscono a quest’ultima il ruolo di matrice del nuovo intervento. Il muro lungo la mulattiera fa risaltare il sentiero rettilineo costeggiato da conifere e diretto alla cappella, mentre quello a monte funge da fondale al sagrato e ospita in un’apposita apertura le campane. Questi grossi muri in pietra contengono la nuova struttura, la cui copertura piana, ricoperta da un manto erboso, è utilizzabile sia come sagrato per la cappella preesistente (di fronte alla quale si trova) sia per le funzioni all’aria aperta. In alto, disegno a mano libera dell’entrata; qui sopra, disegno dell’aula vista dal presbiterio. Si noti l’apertura rotonda sul soffitto. Le pareti interne sono rivestite in pietra. La parola del Vescovo
Chi conosce la vita degli alpeggi valdostani sa che la cappella aveva un valore molto significativo. Il popolo di montagna ha costruito cappelle da usare nella stagione estiva quando la natura è amichevole e fertile per farne luoghi di preghiera e, il giorno della festa, occasione di incontro per molta gente che giunge a piedi da paesi e villaggi abitati tutto l’anno. Hanno voluto accendere come un dialogo con Dio valorizzando quella natura che dava loro il cibo e il luogo del loro lavoro. C’era, infine, in loro il bisogno di abbandonarsi a Dio e pregarlo per le tante difficoltà e durezze della vita, per la salute delle persone e degli animali e ancor più per ricordare e raccomandare i propri defunti. Essi esprimevano non soltanto collegamento con il passato e la celebrazione del presente, ma anche quell’anticipo di futuro che ridona speranza per riprendere il cammino. Come si è detto, la cappella è un edificio molto piccolo ma significativo, un luogo isolato in mezzo ai prati, così anche la nuova chiesa è in mezzo a prati e alpeggi: i complessi turistici realizzati successivamente non appaiono che defilati e in secondo piano. La nuova chiesa non si confronta con strade e case, come avviene nelle città, ma con il cielo e le montagne. Lo spazio sacro vorrebbe essere circoscritto più che dalle mura dell’edificio, dalla natura circostante. Il nuovo edificio, bianco, come sono sempre state le cappelle sparse sui monti, vuole esprimere soltanto una presenza che la comunità valdostana, ieri, come oggi, offre ai tanti “pellegrini” del nostro tempo: un luogo di bellezza, di silenzio, di incontro. La chiesa di Pila vuole così offrirsi come “spazio” di accoglienza per tutti coloro che cercano un luogo di sosta per riprendere il faticoso cammino della vita, un luogo di comunione per incontrare altri compagni di viaggio, un luogo di ascolto, per dare voce ai tanti turbamenti nel cuore e per accompagnare la quotidianità degli uomini e delle donne del nostro tempo. S.E.R. Mons. Giuseppe Anfossi Chiesa di S. Lorenzo a Pila Foto a destra, in alto: vista frontale del nuovo edificio, che dispone di due accessi e che si raccorda con la antica chiesetta. Sul retro della chiesa, in prospettiva, si vedono i nuovi edifici a carattere turistico. Nella pianta (in alto) si nota come le due pareti verso il monte siano totalmente cieche, mente le altre due sono aperte da vetrate continue. Un alto pennone sostiene visivamente la copertura e segna con la sua presenza la struttura. Lo spazio interno, racchiuso da vetrature pressoché continue sui lati sud e est, è fortemente caratterizzato da luci radenti concentrate e diffuse che, provenienti da tagli e forature praticati nella copertura, illuminano i luoghi liturgici principali. Una parete illuminata dall’alto fa da fondale all’altare e delimita uno spazio retrostante utilizzabile come sagrestia. Sul fianco del presbiterio una parete curvilinea definisce la cappella del Santissimo, raccolta e nella quale la luce soffusa e il relativo isolamento offrono le condizioni per la preghiera e la riflessione. L’altezza contenuta di questo spazio ha consentito di ricavare l’alloggio per il celebrante nel volume soprastante. L’aula è divisibile in due parti con una parete mobile, così da adeguare la capienza alle effettive esigenze, consentendo un risparmio energetico nei mesi invernali. L’edificio è in calcestruzzo a vista, con pareti interne in pietra naturale.
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