Un rilievo a tutto tondo

Un rilievo tutto tondo

Edificata nella forma attuale a partire dal XV secolo, la chiesa cremonese oggi deve essere restaurata. Innanzitutto è
stato eseguito il rilievo delle superfici, con tecniche fotografiche che consentono di ottenere un’immagine continua di
tutto l’ambito su cui si interviene. Ce ne parlano l’architetto Paola Morandi e il restauratore Gianfranco Mingardi.

Nelle foto: La facciata della chiesa.
Stato di conservazione – situazioni di degrado localizzate e rilevabili

La storia della chiesa

La chiesa, edificata in epoca altomedioevale al di fuori delle mura cittadine ed in vicinanza dell’alveo del fiume Po (e forse delle sue strutture portuali e mercantili), era dedicata a S. Egidio abate. Nella seconda meta dell’XI secolo, come riferisce la tradizione, la storia della chiesa si interseca con quella di un ricco e facoltoso mercante, Omobono Tucenghi, assiduo e fedele frequentatore, che qui muore dinnanzi al crocifisso e qui viene sepolto. La rapidità del passaggio dalla morte, avvenuta nel 1197, alla canonizzazione che ha avuto luogo nel 1199, è indice di un culto e di una devozione da subito partecipata con grande intensità.Tanto che, con ogni probabilità, ben presto venne eretto un “sacello“
esterno alla struttura chiesastica, nella cui cripta venne collocato il sarcofago. L’importanza e l’enorme ampliarsi del culto e della devozione popolare ha fatto si che la struttura assumesse nei secoli successivi forme e connotati
sempre più imponenti. Fino a quando, intorno ai primi anni del XV secolo – momento veramente decisivo per il definirsi del monumento nella posizione attuale – fu demolita l’antica chiesa di S. Egidio. Quindi, attorno alla struttura del sacello (ancor oggi ben visibile ed identificabile in alcune murature perimetrali esterne), si costruì e prese forma quella che divenne nei successivi secoli la chiesa oggi visibile, dedicata ai SS. Egidio ed Omobono. Come iniziatore dell‘opera si propone il nome dell’architetto De Lera.Vera o fantasiosa che sia questa notizia, in ogni caso la ricostruzione partì da quella struttura a pianta centrale quadrilobata. Questa diede forma inevitabilmente ad una strana ed inusuale
planimetria, al centro della quale rimase posizionato l’altare, sopra il sarcofago, con l’innalzamento di un poderoso tiburio ottagonale. In corrispondenza dei tre lati ad ovest furono costruite le navate; sui tre lati opposti furono in egual
modo create aperture, il che diede origine a qualcosa di molto simile a tre cappellette comunicanti fra loro con ampie arcate. Quando nella metà del XVII secolo le spoglie del santo furono solennemente traslate nel Duomo cittadino, la cripta fu chiusa e il sarcofago vuoto fu collocato sotto la mensa dell’altare a nord, vennero tamponate le arcate
che collegavano le tre cappellette e l’altare venne arretrato all’interno della cappelletta centrale, creando una sorta di abside con coro retrostante, ove furono collocati stalli lignei. All’inizio del XVIII secolo, tra il 1730 ed il 1760, la chiesa conobbe un’ulteriore stagione di interventi significativi che diedero alle superfici interne il volto che ancor oggi la caratterizza. Furono sistemati tutti gli altari e si provvide a decorare ad affresco tutta la superficie interna. Il risultato è un ricco e fantasioso complesso, che resta come massima espressione della scuola cremonese, non solo settecentesca. L’opera, per la parte figurativa, fu eseguita dal pittore cremonese G. A. Borroni, coadiuvato dal figlio Vincenzo; mentre per le quadrature intervenne con la sua opera G. B. Zaist, che diede vita ad un susseguirsi di invenzioni fantastiche, supportate da mirabili scenografie prospettiche.

Gianfranco Mingardi, restauratore

Nelle foto:Il rilievo fotografico rende un’immagine complessiva della superficie.
Il restauro della parte absidale è stato finanziato dalla Fondazione Cariplo e dalla Soprintendenza BB.AA. e PP. di Brescia.
Vista interna della navata, verso l’altare maggiore.

Il rilievo computerizzato

L’architetto Paola Morand, illustra il procedimento tecnico del rilievo fotografico.

Il rilievo fotografico consente di ottenere un’immagine globale delle pareti. Come lo si realizza?
Le immagini sono state ottenute col sistema solitamente usato per i fotopiani, con le correzioni rapportate alla specificità del contesto nostro, fatto di superfici complesse e varie.Dopo aver messo a punto con prove le varie distanze di ripresa, con la contestuale scelta degli obbiettivi più idonei, si è passati alla fase operativa che, con l’uso di un "binario guida" ha permesso di mantenere costante la distanza dei singoli scatti permettendo una uniformità che riducesse al minimo le distorsioni. Non essendo sufficiente la luce naturale, dopo prove comparative e ponderate, si è optato per una fonte d’illuminazione morbida, scartando i pur comodissimi flash che avrebbero semplificato le operazioni, producendo però aberrazioni e crudezze cromatiche delle superfici; per raggiungere le condizioni che ritenevamo necessarie abbiamo utilizzato illuminatori al neon. Ottenute le immagini, sono state registrate nella
modalità RAW, con tutti i vantaggi che concede, non ultimo la possibilità di intervenire e correggere in qualsiasi momento eventuali difformità. Le immagini riprese da Phase one sono salvate come file RAW calibrati; essi devono essere "processati" dall’applicazione apposita Phase one prima di essere utilizzati in qualsiasi altro programma; possono essere processati in tempi diversi ea varie risoluzioni. I dati sono salvati a 16 bit; il processo o sviluppo
del fi
le RAW funziona in modo analogo al trattamento di stampa in camera oscura: si bilanciano i grigi, si regolano a piacimento luminosità, contrasto e colore, sempre operando con 16 bit (il massimo della profondità del colore); con altri sistemi e programmi si raggiungono risultati qualitativamente inferiori poiché lavorano con un numero di bit inferiore
(al massimo la metà, e cioè 8 bit). Poi i fotogrammi sono stati rimappati con un sistema vettoriale, assemblati con apposito programma Panotools V2.1 (un programma per il montaggio fotografico che si reperisce gratuitamente in Internet) e quindi, rispettando la scala metrica, sono stati collocati nel contesto del rilievo architettonico predisposto;
successivamente con Corel trace è stato possibile estrapolare le tavole grafiche per le finalità progettuali, ossia evidenziare con retini e cromie differenziate lo stato di conservazione e di degrado dei materiali costitutivi dei supporti e delle superfici cromatiche con le relative proposte di intervento.

Che vantaggi presenta rispetto al rilievo classico?
La procedura sperimentalmente adottata nella progettazione di questo restauro è chiaramente soggetta a migliorie procedurali e tecniche; essa presenta l’indubbio vantaggio, eliminando la laboriosa manuale trasposizione grafica, di una più realistica aderenza del rilievo delle analisi alla verità contestuale delle superfici, essendo esse stesse direttamente rilevate nella precisa trasposizione fotografica e non mediate da più operazioni di trascrizioni manuali, che alla fine risultano essere la somma di diverse imprecisioni dando luogo ad elaborati approssimativi e molto poco oggettivi; inoltre la facilità di riproduzione degli elaborati di base, che sono messi a disposizione degli operatori, possono semplificare notevolmente le operazioni di registrazione degli interventi giornalieri di cantiere e di conseguenza facilitare la stesura degli elaborati finali. Naturalmente oltre ai vantaggi di natura pratica, alla fine
risulta un non indifferente e secondario aspetto estetico di indubbia efficacia e di impatto gradevole.

Quali gli strumenti utilizzati?
Macchina fotografica Mamiya con dorso digitale Phase One. Programmi: Gimp Gtk stable 1.2.5: fotoritocco.
Panotools V2.1: rimappatura e assemblaggio. Corel trace: estrapolazione immagini grafiche dal montaggio fotografico. Autocad: verifica scala delle immagini. Corel Draw: composizione e impaginazione tavole finali.

Condividi

Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza sul nostro sito web.
Puoi scoprire di più su quali cookie stiamo utilizzando o come disattivarli nella pagine(cookie)(technical cookies) (statistics cookies)(profiling cookies)