Un progetto per il futuro

Un progetto per il futuro

Frutto di un lungo lavoro preparatorio, il progetto di questa chiesa è nato come risultato di uno stretto dialogo tra la comunità parrocchiale e il team di architetti dello studio RDG Schutte Wilscam Birge di Omaha (Nebraska). Quella che mostriamo è la prima fase di realizzazione di un programma che prevede future espansioni.

Il suo profilo lungo e basso non ne rivela immediatamentec il suo essere chiesa. Potrebbe essere un convento. Il fronte sulla strada presenta una parte porticata e una parte chiusa da un muro, così offre l’immagine dell’accoglienza ma anche della separazione: come un convento, che ha una parte pubblica e una parte riservata ai religiosi.
Questa disposizione è uno dei risultati emersi dal lungo lavoro di preparazione, portato avanti con un ampio dibattito cui ha preso parte tutta la comunità parrocchiale. È una comunità di ispanoamericani, la cui parrocchia venne fondata agli inizi del ‘900. La crescita di numero ha portato i fedeli a riunirsi per celebrare in luoghi diversi: fino al momento in cui si è resa evidente la necessità di una nuova chiesa, che potesse rispondere non solo alle esigenze presenti ma anche a quelle di un futuro in cui presumibilmente le assemblee saranno ancora più numerose.

La carenza di fondi ha suggerito di preparare un programma di lungo termine: l’impianto attuale vede gli spazi dei servizi per la comunità ubicati là dove con l’espansione futura si prevede troveranno posto solo gli uffici parrocchiali. L’aula oggi usata per le celebrazioni, capace di circa 400 posti, è destinata a diventare l’auditorio quando in futuro
vi saranno i fondi per costruire la prevista chiesa maggiore, capace di un migliaio di presenze. Insomma, quello che oggi si vede è il primo nucleo di un complesso destinato ad estendersi. Costruito al di fuori del villaggio, come spesso avviene negli Stati Uniti: non in periferia, semplicemente in campagna.

Chiesa di St.Therese a Sioux Falls (South Dakota – USA)
Parroco: Rev. Charles Cimpl
Progetto architettonico: Renaissance Design Group (RDG) Schutte Wilscam Birge, Omaha (Nebraska) (J. Sova, J. Lang, R. Krupa, J. Dolezal)
Project manager: The Winkels Group, Sioux Falls, SD
Consulente liturgico: Dale J. Sieverding, Ph.D.
General contractor: Sioux Falls Construction, Sioux Falls, SD
Costo totale: $ 2.270.000
Superficie totale: 2.000 mq circa
Anno di completamento: 2001
Nella foto: La pianta del complesso. Tra l’aula e l’edificio degli uffici si forma un breve sagrato in parte coperto.

L’architettura è stata ispirata ai concetti di semplicità, umiltà, ospitalità, riferiti alla vita di santa Teresa. La strada descrive un’ansa: sembra quasi accostarsi al nuovo complesso che è realizzato in cemento a vista la cui mescola ha tra i suoi componenti la pietra locale (quarzite rosa). Coperti da ampi tetti a falde, due edifici dagli assi quasi ortogonali sono disposti vicini tra loro. Il primo, quello con gli uffici/servizi parrocchiali presenta il porticato verso
la strada. Questo riconduce all’ingresso dell’aula, che si compie attraverso un’ampia parete vetrata. Tra i due edifici è posto a cerniera un pilastro che reca la croce alla sommità: un segnale minuto e scarno, decisamente povero, che si rivolge a chi passa per la strada. E’ l’unico segno che caratterizza all’esterno il luogo di culto. Le coperture sono
tutte con struttura in legno a vista, le cui travi si ammorsano sui sostegni a "U" che fuoriescono dalle colonne (in acciaio o in cemento): staffe ripetute all’interno e all’esterno.

Il complesso sorse in campagna. Qui sopra la planimetria
Il vestibolo tra l’aula e il camminamento esterno.
Il porticato nella parte opposta a quella che dà
verso la strada.

La staffa di giunzione tra travi e colonne diventa un elemento caratterizzante, pone in evidenza la struttura e, nella ripetizione dell’elemento, fa sì che si ritrovi il signiricato del ritmo che scandisce spazi e percorsi, nel variare delle dimensioni ma non del disegno. Si stabilisce una progressione: lo spazio aperto verso la strada riconduce, alla fine
del porticato, all’ingresso all’aula. Questo avviene attraverso un vestibolo ampio e vetrato sia verso la strada sia verso l’interno dell’aula. Ma il gioco delle trasparenze è misurato: l’aula è disposta parallela alla strada e l’ingresso avviene dal porticato interno, collocato tra i due edifici.

Sul fronte verso la strada l’elemento caratterizzante
è la colonna crocifera.
Acciaio e legno: sono i due materiali basilari che si trovano anche nell’altare.
Interno dell’aula. Una sottile trama di cavi regge le lampade.
Le sedute in legno sono disposte a ventaglio.

Così la doppia vetratura consente sì di intravvedere l’interno dell’aula, ma solo a chi sta già entro il complesso ecclesiastico. La copertura è molto alta, come si conviene per fronteggiare i climi prevalentemente caldi. Lucernari ad abbaino consentono un’equa distribuzione della luce e una buona circolazione dell’aria per un controllo climatico naturale. Il disegno di ogni elemento è improntato alla parsimonia.

La staffa che accoglie le travi lignee della struttura:
elemento ripetuto in tutto il complesso.
Una colonna dell’aula. La lampada ha un disegno moderno, quasi industriale.
La parte del complesso verso il prato. Le travi fuoriescono dall’edificio e formano un porticato.

Questa non appare una scelta ideologico architettonica: è semplicemente il frutto della necessità. In questo, ha un che di autentico che riconduce alla "nobile semplicità" desiderata per le chiese. Se il muro chiude verso la strada il cuore dell’aula celebrativa, dalla parte opposta, che dà verso i campi, questa resta aperta, libera: un porticato con i prolungamenti delle travi interne lo definisce con sommessa grazia.

Condividi

Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza sul nostro sito web.
Puoi scoprire di più su quali cookie stiamo utilizzando o come disattivarli nella pagine(cookie)(technical cookies) (statistics cookies)(profiling cookies)